49: -Death-

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-Cosa stai dicendo?!- Gridò Levi poco distante dal volto del più giovane.

-Mi dispiace, ti chiedo scusa per...- Il ragazzo venne interrotto dal corvino, il quale non gli diede il tempo di terminare la frase.

-L'hai già detto, questo.- Lo rimbeccò. –Quando?-

-In missione...- Rispose in sussurro Eren.

L'uomo sbuffò sonoramente ed il castano alzò lo sguardo sull'amato, era chiaramente triste ed innervosito.

-Allora dimmi come.- Ordinò Levi.

Il giovane venne nuovamente travolto dalle lacrime, ricadendo in ginocchio e portandosi le mani sugli occhi. Come poteva spiegare al caporale che la colpa era sua? Che la squadra era morta per proteggerlo e che l'assassino era la persona con cui stava parlando al momento?

'Non li ho uccisi io, ma è come se l'avessi fatto non trasformandomi e scappando via.' Si ripeté in testa Eren.

-Vedi di muoverti!- Incalzò il corvino alzando la voce e scrutandolo dall'alto.

Il ragazzo si alzò in piedi appoggiandosi nuovamente al muro di pietre e con voce spezzata parlò.

-Siamo stati raggiunti da uno sconosciuto, Gunther aveva provato ad avvicinarsi ma quella persona l'ha ucciso.- Cominciò a confessare sotto lo sguardo sempre più furente del più grande. –Subito dopo una nube di fumo ha avvolto lo sconosciuto e ci siamo trovati di fronte al gigante dalle fattezze femminili.- Riprese.

Levi strinse i pugni e chiuse gli occhi assimilando ogni singola affermazione da parte del castano. La sua squadra era morta, avrebbe voluto essere con loro e poterli aiutare e avrebbe volentieri ucciso l'ospite del titano dalle fattezze femminili per avergli portato via quelle persone.

-Mi hanno detto di raggiungerti, ma non volevo.- Mormorò Eren. –Mi ripetevano che era pericoloso restare lì e di aver fiducia in loro, così ho obbedito. All'inizio se la cavavano bene ed ero tranquillo, poi uno dopo l'altro sono stati uccisi dal titano. Stavo tornando indietro, ma non ho fatto in tempo...- Concluse.

-Cosa?- Domandò il capitano scioccato nell'aver scoperto la verità.

-È successo questo, poi mi sono trasformato.- Annuì il giovane. –Ti chiedo scusa, Levi...- Sussurrò poi.

-Tu chiedi scusa?- Chiese retoricamente l'uomo. –Questa fa ridere. Tu chiedi scusa, ed io cosa me ne faccio?!- Esclamò in seguito.

Eren si sfregava le mani da qualche minuto, nervosamente, mentre cercava di comprendere cosa passasse per la testa al più grande.

-Scusa...- Ripeté costantemente il ragazzo.

-Smettila, moccioso! Tu hai lasciato morire la mia squadra, tanto a te poco importa, sei da proteggere!- Gridava Levi arrabbiato. –Cos'era un altro modo per farmi stare male? Non sei ancora soddisfatto?!-

-Io... Io non voglio farti del male...- Tentò di scusarsi il castano.

-Non mi è sembrato per nulla, non nell'ultimo mese almeno.- Obiettò il capitano.

-Non l'ho fatto apposta e...-

-Tu non fai niente sul serio. È quello il tuo problema principale! Senza contare tutti gli altri, con i quali potrei scriverci un libro da quanti ne hai!- Lo insultò ancora di più l'uomo.

-Credimi, io volevo aiutarli. Non volevo che perdessero la vita così e mi sento in colpa per essere andato via.- Riprovò Eren.

-Ora mi hai stancato.- Disse il corvino afferrando una delle due spade.

La puntò al collo del suo moccioso, senza ripensamenti, e premette leggermente sulla carne. Una striscia di sangue macchiò collo e lama, mentre le lacrime del giovane continuavano a scendere copiosamente.

-Avrei dovuto ucciderti tempo fa, ma non l'ho fatto.- Sussurrò avvicinandosi alle labbra del castano. –Capirai da solo che questa volta non puoi scamparla, no?- Domandò.

Il più piccolo si limitò ad annuire osservando gli occhi cupi e furiosi dell'uomo che amava. Se doveva morire in quel momento, voleva morire guardando negli occhi l'unica persona che aveva mai amato e che al tempo stesso aveva fatto soffrire.

Il caporale osservò il volto bagnato di pianto del suo moccioso, ponendo fine alla sua esistenza avrebbe risolto la maggior parte dei suoi problemi e dei suoi tormenti, ma non sarebbe più stato felice ed innamorato. Spinse la lama ancora più a fondo allargando di poco la ferita nel collo, sotto i lamenti sofferenti del castano.

Eren sentiva la carne dilaniarsi sempre più lentamente e se all'uomo fosse venuta l'idea di farlo soffrire prima di ucciderlo, allora ci stava riuscendo.

Levi guardò per l'ultima volta le labbra che tanto avrebbe desiderato, ma che da li a poco non avrebbe nemmeno più rivisto e che avrebbe dimenticato.

'Lo voglio davvero?' Ripensò non ritenendo la scelta presa all'improvviso come giusta.

Tornò lucido il tempo necessario per accorgersi di cosa stesse combinando e per gettare lontano la spada. Il più piccolo non riuscì a comprendere cosa fosse successo, che si ritrovò le labbra del corvino sulle sue.





//Non odiatemi per aver concluso qui il capitolo🙏🏼

Ehi ho appena visto un'ombra!

Armin: *guarda dalla finestra* È Berthold...

...😧

...😨

...😰

...oh no...😱\\

"Moccioso" //EreRi\\   Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora