25. Alexander

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Il messaggio è arrivato un attimo dopo che avevo finito di prepararmi. Ho lasciato Emily ai suoi acquisti notturni e sono tornato a casa. Lo sguardo di Ryan al parco è stato molto chiaro. Vuole qualcosa da me e sarà magia potente. C'è qualcosa in Ryan, e anche in Jonathan, che mi ha colpito dal primo momento in cui li ho incontrati. La nonna mi aveva detto, quando ero bambino, che il Talento della Vista, della Precognizione o della Divinazione, comunque lo si chiami, è molto raro. Prima di lei il suo trisavolo era in grado di prevedere il futuro. Aveva previsto la seconda guerra mondiale, le bombe atomiche. Le conseguenze di quelle esplosioni. Per questo si era suicidato. È per storie di questo genere che nessuno è felice quando un bambino mostra di avere il potere di dispiegare le possibilità del futuro.

Quel giorno eravamo usciti per studiare insieme le erbe. D'un tratto si fermò e mi disse di chiudere gli occhi. Io lo feci, e quando li aprii lei aveva in mano due frutti identici. Mi chiese quale stava per mangiare. Non li avevo mai visti, non sapevo cosa dire. Lei mi chiese di provare con l'istinto. Quale dei due frutti avrebbe mangiato? Le dissi che avrebbe dato un morso a quello di destra e che poi lo avrebbe buttato via. Lei gli diede un morso e vi trovò un verme. Lo buttò via. Mi disse che anche io avevo un po' del Talento della Vista. Anche se molto debole: un vero veggente avrebbe visto il verme. Ci rimasi male, pensai di non aver superato un esame. Invece lei mi abbracciò e mi disse che era meglio così. Che sarei stato più felice. Perché conoscere il futuro porta solo sofferenza e paura. Forse questa è una premonizione, o forse solo l'istinto, ma sento di dover aiutare Ryan. La storia sarà più lunga di quanto sembri. Mi arriva un messaggio sul cellulare. È di Ryan. Quello che mi chiede non è molto complesso. E di certo non è pericoloso. Hai visto, nonna? La mia Vista fa cilecca ancora una volta. Ryan ha solo bisogno di Psicometria, la lettura dei ricordi degli oggetti. Se l'oggetto è la parte di un corpo, allora la cosa si fa più complessa. Chissà perché mi è venuta in mente la lettura della parte di un corpo. Ryan non parla di questo. Un'altra premonizione? Gli rispondo un semplice OK. Ho bisogno di alcuni materiali e di rinfrescare la memoria. Non so se la procedura per lanciare questo incantesimo è mai stata cambiata nel tempo. L'unica che conosco è un po' pomposa e antica. Purtroppo non è tra le mie specialità. Dovrà accontentarsi di quello che sono in grado di fare. Gli invio un secondo SMS con alcune indicazioni su come preparare la casa. Quando arrivo a casa di Ryan è quasi l'alba. Mi apre la porta d'ingresso e mi lascia entrare senza dire nulla. Trovo il salotto come deve essere: mobili appoggiati alle pareti e coperti con delle

lenzuola, le imposte delle finestre chiuse, gli elettrodomestici staccati dalla corrente elettrica. Ryan stesso senza vestiti. Tutto quello che non è l'oggetto che devo leggere potrebbe interferire. Devo essere il più possibile isolato per avere una percezione chiara. Rimane solo il tavolo dove mi ha detto sono caduti gli oggetti. Due corna nere. Quindi la parte di un corpo. Nonna, rimangio tutto. Un po' del tuo Talento è arrivato fino a me. Ryan mi abbraccia. Non me l'aspettavo.

«Alexander, grazie per questo. Non mi devi niente eppure sei qui. Ti prometto che poi risponderò a tutte le domande che vorrai farmi sulla mia razza».

«Lo faccio perché sento che è la cosa giusta da fare. Non mi devi nulla. Ti ho lasciato il mio numero perché sapevo che avevi bisogno di me e volevo aiutarti. Ti avverto che la psicometria su parti di un corpo può avere effetti e conseguenze poco prevedibili. Erano di un Infernale?».

«Non lo so. È possibile. Che conseguenze?».

«Esplosioni, levitazione involontaria, possessione. Nel peggiore dei casi non succederà nulla e non riceverò alcun ricordo».

«D'accordo. Voglio provare lo stesso».

Mi spoglio anche io e mi avvicino al tavolo senza aggiungere altro. Ryan osserva i tatuaggi arcani che ho su tutto il corpo. Sigilli e parole di potere. Antichi incantesimi della mia famiglia. Magari un giorno te parlerò. Oggi abbiamo altro da fare. Chiudo gli occhi e respiro piano, cerco la giusta concentrazione. Sento il mio corpo astrale allontanarsi dal corpo. Vedo la mia casa nel piano etero. Vi entro dentro. I soliti oggetti alle pareti. Gli animali simbolo. I miei ricordi. La botola. Faccio finta di non guardarla come se avesse senso mentire nel piano astrale. Percepisco l'energia fluire dai centri di potere. La controllo, la indirizzo. Sono pronto. Torno nel mio corpo.

«Ryan, ci siamo. Tu hai capito cosa sta per succedere?». «Sì, mi è tutto chiaro».

«Ora mettiti in disparte e cerca di non disturbarmi. Quando il rituale sarà iniziato dovrai avvicinarti a me. Se queste corna appartenevano a un Infernale potrò utilizzare la tua impronta energetica come canalizzatore. Potremmo avere effetti negativi più spiccati. Ma molto difficilmente non leggerò nulla in questo modo».

Ryan si mette in disparte e sento che quasi smette di respirare.

«Bene, cominciamo allora». Avvicino le mani alle due corna. Ryan non le ha toccate. Meno sono state in contatto con altro, più la lettura sarà pulita. Se mai riuscirò a leggere niente da queste ossa. Non è davvero la mia specialità. Una delle due è ancora piantata nel legno. Il sangue rappreso alla radice a pochi millimetri dalle mie dita. Quella vista mi fa tremare per un attimo. Sangue. Cosa succederà se lancio un rituale di psicometria su del sangue? Non lo so. Nessuno mi ha mai parlato di una cosa del genere. Il sangue porta con sé informazioni da tutto il corpo. Non è un semplice osso. Raccoglie informazioni sull'intero essere in cui scorre. Può portare un carico di ricordi, di informazioni, tanto grande da... meglio non pensarci. Distrarsi con questi ragionamenti può rendere la situazione più complicata. Fuori ogni pensiero che non sia il rituale.

La litania che recito risale a tempi antichi. Magie che non ho mai messo in pratica e che mi sono state insegnate durante i lunghi anni di apprendistato. Come se fossero sempre state in qualche angolo remoto, mi arrivano alla gola con facilità, senza nessun dubbio o titubanza. Proprio come prescritto dal rituale. Scendo in uno stato di trance molto profonda. Percepisco l'energia raccogliersi intorno a me, la vedo come stringhe pulsanti. Fasci densi e particelle che riesco a guidare, piegare e muovere con le parole. Ecco la mano di Ryan sulla spalla. Trovo la sua forza vitale. Molto intensa. Come quella di tutti i Nephilim. Non così diversa da quella che ho trovato in Emily. Fluisce selvaggia nel corpo di Ryan. Un potere incredibile. Un potere antico e donato senza sconti a questa razza di mezzisangue. Capaci di fare cose che a un Umano, anche con il Talento come me, sono precluse se non studiando per anni. E ora l'oggetto. Corna di un Infernale. Ci sono le tracce dell'energia che le ha attraversate. Sono oggetti giovani. Hanno vissuto poco. Ma hanno visto molto. L'aura di Ryan mi serve come chiave di interpretazione di un'anima che non conosco. Il rituale si rafforza. Sono pronto. Quel grumo di sangue pulsa di vita. È come se volesse uscire dal suo spazio.

Il buio. Uno strattone violento. Come un incidente. Come se avessi perso il controllo del veicolo. Mi ritrovo sbattuto e catapultato a enorme velocità. Qualcosa che non posso fermare. Posso solo assistere alla violenza con cui le stringhe di energia mi scappano di mano e frustano l'aria. Morte. Ho paura di morire.

Poi mi ritrovo a fluttuare sopra il mio corpo. Sono tornato in forma astrale. Non sono morto. Cosa mi ha spinto fuori? La corda d'argento che mi lega al mondo materiale è salda, ma non riesco a risalirla. Qualcuno è nel mio corpo adesso. Qualcuno ha preso il mio posto.

Nephilim. Guerra in PurgatorioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora