Finisco di mettere la spesa a posto, mi butto sul divano e cerco di guardare un film. La birra con i colleghi forse non ha risolto il malumore ma mi ha distratto, un bel po'. Sono entrato nel locale, una sola birra e poi vado, e mi sono ritrovato a cantare a squarciagola con gli altri, svegliando mezza Brooklyn. Forse anche a Staten Island ci hanno sentiti. Di sicuro ci hanno notato i poliziotti. Non mi capitava di finire una serata scappando per i vicoli da non so quanto tempo. Fortuna che ci hanno dato due giorni di riposo. Il primo l'ho passato a letto a masticare aspirine e bere latte per mettere a tacere mal di testa e stomaco. Il secondo va un po' meglio. In quattro anni che vivo a New York mi è capitato raramente di avere del tempo per stare da solo in casa a occuparmi dei fatti miei. Che poi non vanno molto oltre il lavare i panni e a fare un po' di spesa. Qualche volta mi manca casa. I vecchi si fanno sentire giusto per il compleanno e per il giorno del Ringraziamento. Magari potrei andare a trovarli. Morgan sarebbe contento di tornare a San Francisco. Mi fa strano pensare di tornare indietro senza la moto.
Il campanello. Deve essere Gino's. Frigo pieno, cena alla porta, una bici per andare in giro. Non ho bisogno di nessun tacchino della Weast Coast. Pago il fattorino, poggio il cartone della pizza sul tavolino davanti al divano. Birra e telecomando in mano. La serata può cominciare.
«RYAAAN!». Un clacson in strada. Che diavolo succede?
«RYAAAN!». Altro colpo di clacson.
«Ryan! Pigro di un diavolo, sei pronto?». Morgan. Quell'idiota di Morgan. Che gli è preso stasera? Vado alla finestra. Sono in macchina. Un catorcio decappottabile. Morgan, Blaze e quell'altro... come si chiama? Rubi-qualcosa. Sono parcheggiati sul marciapiede, di traverso.
«Morgan, che cazzo urli? Vuoi farmi sbattere fuori dal palazzo?».
Invece di rispondere si è di nuovo attaccato al clacson. Fantastico! Ci si mettono i cani del quartiere a rispondere al casino.
«BASTA! FATE SILENZIO!».
«C'È GENTE CHE VORREBBE DORMIRE!».
E avete ragione...
«Scendi, marrano!». Deve aver preso qualcosa di serio.
«Ma di che stai parlando?».
Altra botta di clacson.
«Scendo! Scendo!».
Porca miseria! Serata con birra e film andata a puttane. Afferro la giacca ed esco.
Il signor Levi.
«'Sera signor Levi. Bella serata, eh?».
«Amici tuoi?».
«Ehm... sì, signor Levi. Ora smettono».
Mi ci mancava il signor Levi. L'inquilino più rompiballe del palazzo. Che schifo poi... In mutande e canottiera me lo sarei risparmiato. E quelle ciabatte? Devono risalire a qualche secolo fa.
«Ecco, allora vedi di farli star zitti!» Il signor Levi torna in casa. No, si ferma e mi fissa con disgusto. «E mettiti un paio di pantaloni, ragazzo!».
«Come...?». Cazzo! Sono senza pantaloni anche io.
Ancora quella merdadi clacson. Morgan, ti stacco la testa quando scendo. Rientro nell'appartamento, infilo il primo paio di jeans che trovo a terra ed esco tirandomi la porta dietro. Quando arrivo in strada, trovo i tre che stanno imprecando contro delle persone affacciate alle finestre e che gli intimano di fare silenzio. Salgo in macchina dal lato del guidatore, spingo Morgan da parte e lascio due centimetri buoni di copertone sull'asfalto.
Morgan indossa una parrucca di capelli ricci, biondo platino, delle ridicole lenti azzurre e una tunica bianca. Ruby-qualcosa ha i capelli rasati a disegnare un cerchio che immagino debba rappresentare una specie di aureola, un arco di cartapesta e un'arpa a tracolla. Solo Blaze pare normale, a guardarlo dallo specchietto retrovisore. Ah no. Ora che si è girato a salutarmi mi accorgo che non è da meno. Una dentiera di plastica con le zanne, la pelle coperta di cerone bianco e un finto rivolo di sangue che gli cola dalle labbra. Inoltre ha gli occhi rossi e luminosi, come se stesse per utilizzare i suoi poteri di fuoco.
«Ragazzi, cosa sta succedendo? Perché portate queste parrucche, e perché Blaze ha l'aria di uno che voglia dare fuoco all'Empire State?».
«Ma stai scherzando?». Morgan sembra tornato sobrio in una frase. «Davvero mi ferisci, in questo modo! La festa! La festa dei Feather! La festa in maschera dei Feather! Ah! Quale destino crudele! Quale delusione! Quale infinito scoramento!».
Emily! Quella stronzata che mi raccontava sotto la doccia l'altro giorno. Era serio. Intrufolarsi alla festa della famiglia Feather. Quattro Infernali. È un suicidio. «Questo è un suicidio, Morgan!».
«Non essere così melodrammatico! E te lo dice uno che adora i melodrammi. È una festa in maschera con centinaia di persone. Una cosa alla Grande Gatsby, da Traviata, da gran galà. Nessuno sa di cosa sto parlando, vero? Che delusione che siete. Fidatevi. Non ci noterà nessuno e sarà un evento che entrerà negli annali delle vostre memorie. Un giorno racconterete ai vostri nipotini: io c'ero. Noi ci divertiremo, mangeremo, balleremo e magari ci rimorchiamo pure qualcuno! Eh ragazzi? Rimorchiare qualcuno, lo capite?».
«Io non ho intenzione di tornare a casa! Mi piace sta storia della Travita» Ora ricordo perché non riesco a memorizzare il nome di Rubi-coso: mi sta sul cazzo. Blaze si mette a guardare fuori dal finestrino e fa un cenno di assenso con la testa.
«Quindi è deciso. Incedi verso Hell's Kitchen, il grattacielo Feather e questa notte di festeggiamenti!».
È una pessima idea. Ma se li lascio soli faranno ancora più casino. Meglio andare con loro e controllarli. Al primo segno di bordello li scaravento tutti in macchina e li porto fuori di lì.
«Comunque è Traviata, mio sciocco amico. È italiano, come il nome che i tuoi hanno scelto per te. Dovresti essere più sul pezzo, dico sul serio. Ti porterò all'opera un giorno o l'altro. Adesso, Ryan, non fare il rompicoglioni e lasciati coprire il tatuaggio dietro al collo. Non vogliamo che all'ingresso ci riconoscano per il nostro bel simbolo infernale, giusto?».
Blaze passa a Morgan un tubo di crema color carne. Gli altri l'hanno già coperto.
«Ai Feather basta uno Stregone per beccare il tatuaggio. Quelli lo percepiscono, anche se non possono vederlo».
«Non ci saranno Stregoni, lo sai. Solo guardie superpagate. Avanti, fammi lavorare».
«Ok... Dove si gira per Manhattan? Non ti posso ascoltare più».
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Nephilim. Guerra in Purgatorio
خيال (فانتازيا)Non puoi scegliere di nascere Celestiale. Puoi solo scegliere dove volare. La tregua era stata stipulata. Dopo quattromila anni i Nephilim Celestiali e i Nephilim Infernali avevano deposto le armi spartendosi le Americhe. Ma la pace era stata con...