27.Morgan

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È primo pomeriggio. Il sole è ancora alto, si riflette sui vetri e l'ingresso del palazzo Feather sembra abbandonato. Un paio di energumeni mi accolgono all'ingresso e mi fanno passare senza proferire parola.

«Non vi scelgono per la favella forbita e brillante, vedo».

Mi accompagnano a un ascensore senza nemmeno guardarmi. Uno dei due entra nell'abitacolo con me, l'altro rimane fuori.

«Ci si vede al ritorno. È stato piacevolissimo scambiare quattro chiacchiere con lei!».

Le porte si chiudono quando solleva il suo sguardo su di me. Non sembra affatto contento.

Il tizio spinge il tasto 103 e con un leggerissimo ronzio partiamo. Quando ho seguito Ryan ho deciso di assecondare la sua voglia di tirarsi fuori dalla guerra. Non rimpiango quella scelta, abbiamo fatto bene ad andarcene. Ma nel frattempo è stata stipulata la tregua, la spartizione dei territori, tutto è cambiato. La vita errante negli stati neutrali è stata divertente. Facevamo quello che volevamo, ci fermavamo il tempo di fare benzina e darci una ripulita prima di ripartire. I lavori non ci mancavano. Abbiamo anche fatto fuori qualche Demone e un paio di Licantropi per delle congreghe di Stregoni. Viaggiare era tutto. La vita a New York non mi dispiace, ma non è questo che voglio. Io sono un ramingo. Ho bisogno di spostarmi, di combattere. Sono uno zingaro e adesso non mi sento più vivo. E adesso questo fottuto Celestiale ci ha sfidato, e se non mettiamo subito le cose in chiaro, non avremo più pace. Per renderti felice abbiamo scaricato tutto e tutti, come fai a non capire che questa sfida potrebbe rovinare tutto? Val Feather non mollerà l'osso finché non avrà avuto la tua testa e io non posso permetterglielo. E forse ho bisogno di questo Ryan. Per te è un problema, per me è un'occasione. Non sapevo nemmeno io quanto agognassi un duello, una battaglia d'onore, qualcosa che mi ricordasse come far battere il cuore. Non so se potrà tornare tutto come prima. Se potrò ancora restare al tuo fianco. Se persevererai con la tua malsana idea di sistemarti potrei non seguirti più. Siamo Infernali. Siamo nati per combattere e viaggiare. Non per scimmiottare gli umani. È la nostra natura. Non lascerò che un coglione ricco e potente mandi i tuoi sogni all'aria, ma non so se potrò più esserne parte. Lo farò fuori io se tu non ti senti in grado. Ti incazzerai, ma alla fine capirai che è la cosa migliore per tutti. Anche perché lui non ci lascerà più stare ora che sa chi siamo, ora che conosce i nostri nomi. Li conosco i Celestiali. Arroganti, violenti. Pensano di avere il diritto di fare quello che vogliono perché sono figli degli Angeli. A me non

interessa. Non permetto a nessuno di condizionarmi. Forse nemmeno a te posso permetterlo più, amico mio.

L'ascensore si ferma con una frenata impercettibile. Le porte si aprono e mi trovo davanti a un piccolo ingresso. Un tavolino, due sedie, delle piante in vaso e una porta di legno scuro a due ante. Il simbolo dei Celestiali blasonato al centro. Due donne mi stanno osservando. Fanno un cenno all'energumeno che rientra nell'ascensore. Un respiro. Sento i muscoli tesi. Un leggero ronzio in testa. La bocca asciutta. Va tutto bene. Entri lì dentro, gli spacchi il culo e poi andrà tutto bene. Vado alla porta, afferro le due maniglie e la spalanco.

Val Feather è al centro di un grande ufficio. Dà le spalle alla porta e tiene le grosse ali ripiegate sulle spalle. Pare immerso nei suoi pensieri, le braccia incrociate, i piedi nudi sul pavimento coperto di teli di plastica. Tutto l'ufficio sembra pronto per essere tinteggiato. Non deve amare gli schizzi di sangue sui mobili l'angioletto.

«Ce ne hai messo di tempo. Spero tu abbia salutato tutti quelli che non rivedrai mai più».

«In realtà precedenti impegni mi hanno trattenuto fino a questo momento. D'altro canto ho ritenuto irrilevante salutare i miei cari, visto che tra due ore ci andremo a prendere una birra da qualche parte».

Nephilim. Guerra in PurgatorioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora