Blake è venuto a prendermi in clinica dopo il turno. Ho passato la giornata a visitare i pazienti che avevo lasciato prima delle vacanze e sto pian piano tornando alla solita routine quotidiana. Ieri con Ryan sono rimasto a bere solo per un'ora. Dopo quello che è successo sul ponte, dopo essere tornati in strada, le cose sono tornate al loro posto. Quando abbiamo preso il secondo taxi ero di nuovo me. Quel momento, in cima al ponte, l'adrenalina della scalata, la sensazione di essere lontani da tutto e da tutti. È stato bello. Ma io non vivo lontano da tutto e da tutti. La mia vita è qui. E lui non ne fa parte. O meglio, ne sta entrando a far parte. Ma non così. Non in questo modo. La mia vita non verrà stravolta da lui. Al locale sono stato bene. Ho scoperto che è una persona come me. Che il suo essere un Infernale non l'ha reso un alienato. Forse io sono stato così diverso dagli altri perché un Feather, più che un Celestiale. Non lo so. Mi ha raccontato delle sue fughe fin da piccolo. Dei suoi viaggi con Morgan, della banda con cui girava in moto, del rifiuto della guerra. Ryan e Morgan erano tanto tagliati fuori dal resto del mondo che la notizia della fine della guerra è arrivata alle loro orecchie molti giorni dopo. E, a detta di Ryan, la vita per loro non è cambiata molto dopo la tregua. Forse si è fatta più semplice. Aveva sempre sognato di vivere a New York, finita la guerra avere un permesso dagli Eterni è stato possibile. La sua famiglia sembra essere stata molto più accondiscendente della mia rispetto al suo voler stare lontano. Per gli Hill il grande tradimento è stato quello di disertare la guerra. A quel punto non è importato molto che se ne fosse anche andato. Ha rinunciato a un'eredità copiosa andando via. La sua famiglia ha molti investimenti, ma negli anni hanno tenuto un profilo meno vistoso dei Feather. Compaiono come grandi azionisti di molte multinazionali ma non si sono costruiti un grattacielo a Manhattan con il loro nome sopra come abbiamo fatto noi. Comunque i panini erano davvero strepitosi. Ne ho presi due. E abbiamo diviso una terza porzione di patatine. Penso avrebbe voluto propormi altro alla fine della serata, ma ha capito che avrei detto di no. Giusto quando ci siamo salutati mi ha abbracciato appena più a lungo del normale. Due buoni amici. Questo vorrei che diventasse Ryan nella mia vita. Un buon amico. Sono contento di averlo conosciuto, se riuscirò davvero a diventargli amico allora sarà una bella cosa.
«Quando tornerai a lavorare al pronto soccorso con me?». Blake mi osserva.
«Come scusa?». Il caffè è diventato freddo. Guardo la strada davanti al bar dove siamo seduti. L'aver trovato un posto carino e vicino alla clinica, dove fare una pausa, è stata la cosa migliore di questi mesi.
«Ma dov'eri? Ti chiedevo quando ti deciderai a tornare al pronto soccorso con me. Per lavorare insieme».
«Non penso sia il caso di lavorare insieme se vogliamo continuare a vederci». Soffio sulla tazza e bevo un lungo sorso. Le persone passano davanti alla vetrina senza guardarci. Mi piace osservare senza essere visto.
«Se la metti così, non ti permetterò nemmeno di avvicinarti! Metterò dei cartelli con la tua foto e la scritta persona sgradita. Li attaccherò per tutto il quartiere. Sono felice Jonathan. Stare con te mi fa sentire bene e non pensavo sarebbe mai successo. Non con un ragazzo, almeno».
«La tua ex moglie che ne pensa di tutto questo?».
«Alessia è una persona intelligente. Non prova rancore nei miei confronti. Quando ha capito che essere gay non è una scelta, che avevo solo preso coscienza di chi sono veramente, che l'eccezione era stata lei, l'ha presa fin troppo bene. Diciamo che detiene orgogliosa il primato di essere l'unica donna che abbia mai amato».
«Sembra un bel tipo».
«Lo è. Te la farò conoscere, sono convinto che andrete molto d'accordo». Blake mi stringe le mani e si avvicina per darmi un bacio. Il suono del mio cellulare dalla tasca dei jeans lo ferma. «Speriamo non sia successo niente alla signora Chen...».
«La tua barbona pazza?».
«Macché, è più sana di me. Solo che non sopporta stare ferma e con quella sedia a rotelle fa più incidenti di un tredicenne in motorino. Ottantaquattro anni suonati e non sentirli!».
Ho bisogno di vederti. Dove posso raggiungerti? Ryan
«Chi ha investito la signora Chen?». «Come?».
«Hai fatto una faccia. Ogni volta che ti arriva un messaggio mi spavento ormai. Non era un rapporto degli incidenti della signora Chen in corridoio?».
«No, tranquillo. Solo un amico».
Ora non posso. Ci vediamo stasera da te. Mandami l'indirizzo. J.
«Tutto bene?».
Spengo il cellulare e lo rimetto in tasca. «Sì, tutto bene. Solo una sciocchezza. Una cosa che devo chiudere». Mi avvicino al viso di Blake e gli do un bacio. «Anch'io sono felice quando sto con te. Mi fai sentire lontano da tutto il resto. Come se tutto il mio passato non ci fosse».
«Il passato e la famiglia non puoi tagliarli fuori dalla tua vita. È così brutto essere un Feather?». «È complicato. Lo so di non poter rinnegare il mio nome e far finta che il passato non ci sia. Però amo pensare di poter scrivere il mio futuro senza dover cominciare dalla frase "sono un Feather" ». «Visto che oggi l'argomento è questo, ti racconto una storia del mio passato che è anche una questione della famiglia Rogers». Blake prende un lungo sorso di caffè. Non mi ha mai parlato della sua famiglia. «Mia madre non amava molto le torte celebrative e tantomeno le celebrazioni. Le sono sempre parse ridondanti. La torta per celebrare il nuovo anno, la torta di compleanno, quella per l'esame riuscito, la torta di addio di un dipendente in ufficio. Diceva che è troppo facile festeggiare quando la questione è già chiusa. Che è da persone che non sanno osare e non sanno fare progetti in grande. Per questo motivo lei cucinava torte pre-celebrative, per festeggiare l'inizio delle cose e non la loro fine o riuscita. Gli avvii e non le conclusioni».
«E quindi niente torte di compleanno per il piccolo Blake Rogers?».
«Oh sì! Ma c'era il numero di anni che iniziavano, non quelli che avevo passato. A sei anni ho avuto una torta con sette candeline e a sedici una torta con diciassette. E così per l'esame della patente o per la prova di ammissione a medicina. Mia madre faceva una torta quando iniziavo a studiare o quando decidevo la data della prova. Ogni volta voleva che festeggiassimo l'inizio delle cose. Mi piacevano queste torte d'inizio. Mi davano molta carica. Certo era strano spiegare ai miei amici quelle torte che dicevano sempre che avevo un anno in più di loro».
«Mi sembra una tipa molto saggia tua madre».
«Oh sì. Quando le hanno diagnosticato l'Alzheimer, ha preparato una torta che sembrava un album di fotografie. Per tutti i ricordi che avrebbe perso e per quelli che non sarebbe riuscita a vivere». «Mi dispiace, ora come sta?».
Blake mi sorride e d'improvviso ho l'impressione che sia lui a consolare me. «Ogni tanto mi riconosce ancora. Per lo più se ne sta in finestra a guardare fuori. Ha avuto una vita felice in ogni caso. Mi piacerebbe fartela conoscere. Anche se sarà molto difficile per lei capire chi sei».
Mi dondolo sullo sgabello, la mente lontana. Una sensazione calda di benessere mi avvolge la pancia. Avvicino il viso a quello di Blake, in bilico su due zampe della sedia.
«Sì, mi piacerebbe conoscere questa donna così sapiente». Gli do un bacio e lo abbraccio. «Così mi hai raccontato di ben due donne importanti della tua vita. Alessia e tua madre. Un po' come le mie di donne. Emily e Valerie. Anche se ogni tanto è un uomo della mia vita».
«Mh? Che vuoi dire?».
«Altra questione familiare. Poi te la spiegherò».
«Aspetta qui». Blake si alza e va al bancone. Continuo a osservare la gente in strada. Per le poche persone che sbirciano dentro siamo una coppia di ragazzi come tante altre. Mi piace guardarmi attraverso gli occhi degli altri. Blake torna con una fetta di torta di mele decorata da una candela piantata sopra. Adoro le torte di mele. La annuso. Con la cannella. La mia preferita.
«E questo è per festeggiare cosa?». «L'inizio della nostra storia insieme».
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Nephilim. Guerra in Purgatorio
FantasyNon puoi scegliere di nascere Celestiale. Puoi solo scegliere dove volare. La tregua era stata stipulata. Dopo quattromila anni i Nephilim Celestiali e i Nephilim Infernali avevano deposto le armi spartendosi le Americhe. Ma la pace era stata con...