Sono chiuso in questa stanza da due giorni e mi sento come se dovessi impazzire. Le uniche persone che ho incontrato sono i camerieri. Puliscono la stanza ogni giorno e mi portano da mangiare mattina e sera. Ah, ma mi hanno trattato con tutti gli onori! Cibo di prima qualità, e la stanza è una roba di lusso! Una grande camera da letto che si affaccia sulla foresta, un bagno che è metà dell'appartamento di Staten e un salotto fornito di una discreta libreria, uno schermo al plasma e una vasta collezione di film. Peccato che oltre questi tre ambienti non possa andare da nessuna parte. Non posso comunicare con l'esterno, non ho connessione internet e il telefono mi è stato tolto. Dopo il racconto sotto il gazebo deve avermi narcotizzato. Mi sono risvegliato in questa stanza, nudo, profumato, lavato e solo un po' stanco. Il mio corpo sembra essersi adattato all'assenza di poteri. Percepisco dentro di me una tenue energia, ma è come se fosse ridotta a un minuscolo nucleo. Appena percettibile nel profondo. Quando sono rimasto solo, ho fatto delle prove. Non sono in grado di generare fiamme, di muovermi velocemente come un tempo o di sollevare grandi pesi. Come aveva predetto Lui: sono poco più di un Umano ben allenato. Anche se qualcosa nel mio corpo pulsa e freme. Qualcosa che non riconosco. Qualcosa che mi ricorda di Jonathan, del tempo passato insieme. Come se un pezzo di lui mi fosse rimasto dentro.
Devo trovare il modo di uscire da qui. Devo tornare a New York, parlare con Jonathan, rassicurarlo, abbracciarlo. Ho bisogno di lui. Il non sapere quando e se verrò liberato mi sta facendo impazzire. Dopo quella mattina a cavallo nessuno mi ha detto più nulla. Le volte in cui i camerieri sono entrati in stanza per il cibo o le pulizie, non riesco a fare un discorso che vada oltre i monosillabi. Ho tentato anche con le minacce, ma quegli uomini sono come stregati. Mi hanno quasi fatto sentire in colpa con la loro immobilità così passiva. Sembrano non temere nulla. Lavorano come automi. Non mi guardano mai. Non dicono mai nulla. Voglio parlare con Adam, farmi dare delle risposte. Sono in attesa di un giudizio? Se il giudizio è già stato emesso come sembra e questa è la mia punizione, quanto durerà? È tutto qui, oppure succederà qualcos'altro? E i poteri? Li riavrò o rimarrò per sempre un Infernale ridotto in queste condizioni? "Fino a che non lo riterrò opportuno". Le parole di Adam suonano già come una condanna. Ma non posso credervi. Non posso rassegnarmi all'idea di essere la vittima di quel tiranno sadico. Non mi arrendo senza combattere. Sapessi almeno dove sono. Non fa nulla. Devo provarci lo stesso. Devo scappare di qui. Una volta fuori riuscirò a trovare un'indicazione, qualcuno. Non lo so. Ma devo muovermi, non posso stare fermo. Quando sarò fuori di qui penserò a come muovermi. Per adesso devo studiare il modo di uscire.
Quando i camerieri vengono nella stanza, passano da un'anticamera. La prima porta viene chiusa prima che si apra quella che dà nella stanza. In questa maniera sono sicuri di non correre rischi. La vetrata verso il bosco è infrangibile. Le due sedie che ho fatto a pezzi cercando di infrangere i vetri sono ancora in mezzo alla stanza. Forse per ricordarmi che non c'era modo di rompere quel vetro. Avessi le mie fiamme forse potrei cercare di fondere un varco verso il bosco.
Ryan.
Mi giro ma non vedo nessuno. Vado verso la porta e poggio l'orecchio. Non sento niente. Forse l'ho solo immaginato.
Ryan!
Di nuovo. Forse è fuori, qualcuno nascosto tra gli alberi. Vado verso il vetro e scruto nel fitto della foresta. Cerco tra le fronde ma non c'è nessuno che si muove.
Ryan, riesci a sentirmi? È la voce di Alexander? Sì Ryan, sono Alexander!
Mi ha letto nel pensiero! Insieme alle parole arriva un'ondata di gioia. Non l'ho sentito con le orecchie. Sta parlando direttamente alla mia mente. Debolissimo, lontano. Quasi impercettibile. Niente di simile alla comunicazione mentale con cui Val mi ha sfidato pochi giorni fa. Sembra passata una vita da allora. Morgan era vivo.
Non pensarci, Ryan. Dobbiamo concentrarci sulla tua situazione. Alexander! Come hai fatto a trovarmi?
Sono giorni che ti cerchiamo. Che ti è successo? La tua aura è debolissima! Mi hanno fatto qualcosa... Lui mi ha tolto i poteri.
Maledizione, come se non bastasse il resto. Sei comunque ancora Infernale. Quale resto? Di cosa stai parlando, cosa dovrei essere? Jonathan sta bene?
Jonathan sta bene, è qui con me, ma non posso farvi comunicare. A malapena riesco a tenere aperto questo canale tra noi due. Ascoltami, non potrò mantenere la concentrazione ancora a lungo. Sei in un luogo protetto magicamente. Ci sono schermi molto potenti a proteggere l'area in cui ti trovi.
Parlare con te senza farmi scoprire è molto complicato. Inoltre non riesco a rintracciarti con sicurezza. La tua aura è offuscata, molto debole. Sei appena percettibile.
Allora non contattarmi. Non voglio che vi scoprano!
Ryan, vogliamo tirarti fuori di lì. Non ti lasceremo dove sei. Però devi aiutarci. Voglio teletrasporti di nuovo a New York, ma devi allontanarti da dove ti trovi adesso.
Metterò in pericolo tutti voi, Alexander. Quando si accorgeranno che sono scappato mi verranno a cercare e con il Faro addosso non abbiamo nessuna speranza che non mi trovino. Quando scopriranno cosa è successo puniranno anche voi.
Con Emily e Jonathan stiamo studiando un piano. Un piano per fare cosa?
Un piano per togliervi dal controllo degli Eterni. Un piano per darvi il libero arbitrio e rendervi liberi. Un piano per trasformarvi in esseri umani.
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Nephilim. Guerra in Purgatorio
FantasíaNon puoi scegliere di nascere Celestiale. Puoi solo scegliere dove volare. La tregua era stata stipulata. Dopo quattromila anni i Nephilim Celestiali e i Nephilim Infernali avevano deposto le armi spartendosi le Americhe. Ma la pace era stata con...