| VI PREGO DI LEGGERE!
Quella che potete vedere nella foto è la mia intervista al giornale "La Sicilia". Ero così contenta del fatto che fosse stata pubblicata una mia intervista su un giornale abbastanza conosciuto qui, che ho pensato di pubblicare la notizia e condividerla con voi!
Spero che qualcuno la legga, mi farebbe molto piacere.
Mi dispiace stressarvi con la storia che ho pubblicato un libro, ma capitemi... la gioia è tanta e uno scrittore per emergere ha bisogno di lettori. Ha bisogno di persone che conoscono il suo libro ed è quello che voglio fare io. Spargere la voce il più possibile.
Se vi va, aiutatemi a spargere la voce.
Potete contattarmi ovunque, anche per piccole domande o semplici chiacchierate.
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Il libro, ripeto, si intitola COME UN BATTITO DI ALI.
Un caloroso abbraccio a chi l'ha già letto o lo leggerà e a chi non l'ha ancora letto o non lo farà. Auguro a tutti di trovare la propria via di fuga che è per me è la scrittura! Grazie per aver condiviso questo momento con me, buona lettura. Un bacione, a presto, Noemi :* |
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Passione
Aspettai che Louis tornasse a casa. Ero rimasto tutto il pomeriggio sdraiato sul divano, a pensare e cercare di capire quello che leggevo. Purtroppo la mia mente volava sempre su quel Sam. Ero sicuro al cento per cento che Louis mi avesse detto quelle cose per non farmi ingelosire, di certo non poteva dirmi "E' un tipo stupendo"... però cavolo, era davvero un tipo affascinante e non si poteva negare. Il classico uomo con il quale avere una relazione. E quella cosa mi preoccupava più di ogni altra. Avevo fiducia in Louis ma un pizzico di paura si faceva sempre largo in me. E se gli fosse venuto in mente di lasciarmi per mettersi con quel tipo? Cosa ne sarebbe stato di me? Che fine avrei fatto? In quante briciole mi sarei frantumato?
Mi alzai appena sentii il campanello. Mi passai una mano fra i capelli e sbuffai, i miei pensieri dovevano cambiare rotta, assolutamente.
- Amore, mi fai entrare o restiamo qui a guardarci? - ridacchiò Louis. Lo fissai e niente sembrava fuori posto. I capelli erano un po' spettinati, proprio come quando era uscito dallo studio, ma i vestiti erano stirati addosso, senza segni di imperfezioni. Sospirai ancora, ma quella volta ero molto più tranquillo.
Louis non mi tradisce, mi ama.
Lo ripetei mentalmente almeno cinque volte, mentre baciavo Louis e poi mi spostavo per farlo entrare.
- Hai già cenato? - mi chiese, poggiando la sua cartella sul divano.
Cavolo! La cena!
-Veramente non sono stato molto bene e ho preferito stare sdraiato... possiamo ordinare qualcosa però -
- Cosa avevi? -
- Semplice mal di testa. Allora, prenotiamo? -
- Ho bisogno di una doccia prima, ti andrebbe di ordinare? Quello che vuoi tu, a me sta bene tutto - mi baciò delicatamente tre volte le labbra e sentii il cuore farmi una capriola nel petto. Le labbra di Louis portavano solo il suo sapore. Niente di diverso o che mi avrebbe complicato la vita. Louis profumava del solito profumo che si spruzzava la mattina misto a quello che emanavano i suoi vestiti. Il mio Louis era semplicemente il mio Louis e non poteva tradirmi. Dovevo avere fiducia non in tutte le persone ma almeno in lui. Lo avevamo promesso mentre indossavamo le nostre fedi. Un amore eterno e felice, un amore che ci avrebbe unito nel bene e nel male, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà.
- Vai, io prenoto due pizze - composi subito il numero della pizzeria e ordinai. L'impiegato mi rispose che sarebbe passata più o meno una mezz'oretta così quando riattaccai mi venne un'idea in mente. In un modo o nell'altro, quando la passione ardeva nello studio di Louis, c'era sempre qualcosa a interromperci. Casa nostra, invece, era il nostro rifugio e lì nessuno poteva entrare senza il nostro permesso.
Salii le scale e iniziai a sfilarmi la maglia e sbottonarmi i pantaloni. Arrivato in bagno, ero solo in boxer e avevo messo tutti i vestiti a lavare. Sentii il rumore dell'acqua scorrere e capii che Louis non aveva perso proprio tempo. Aprii la porta, fortunatamente non chiusa a chiave e mi tolsi i boxer.
- Lo speravo, sai? Che lasciassi tutto e mi raggiungessi qui - mormorò Louis, facendo scorrere la porta in vetro della doccia. Afferrai la sua mano ed entrai nel piano doccia, rilassando i muscoli al contatto con l'acqua tiepida.
- Non ho mai ordinato così in fretta. Ci mancava poco che mi scordassi di dire la via al fattorino - ridacchiai e Louis sorrise dolcemente.
- Mi sei mancato. E non uscirtene col classico "Non ci vediamo solo da sei ore" perchè mi sei ugualmente mancato - sussurrò, avvicinandomi al suo corpo e baciandomi il collo.
- Non lo dirò, perchè non ho fatto altro che aspettarti tutto il pomeriggio. E' noioso stare a casa senza di te -
- Bene, allora direi che questa è una scusa in più per riprendere quello che abbiamo lasciato in sospeso oggi e per riempire il vuoto che c'è stato in te - si lasciò scappare un sorrisetto che mi fece ridacchiare - Che doppio senso originale, Lou -
Mio marito rise e incollò le sue labbra alle mie giusto prima che potessi dire altro. Era arrivato il momento di lasciare da parte tutti i nostri problemi e di richiuderci nel nostro luogo. Nel nostro infinito attimo di passione e amore.
- E così facciamo l'amore più volte in studio che a casa? - domandò il ragazzo di fronte a me, passando le mani su ogni parte del mio corpo. Partì dal collo e poi con la mano destra scese sulla spalla, sfiorò il torace e si posizionò sul fianco. Rabbrividii mentre sentii la mano sinistra soffermarsi sul petto e scendere lentamente, fino a togliermi il fiato.
- Guarda, non m'importa più - gemetti e con le braccia mi aggrappai al suo collo perchè le mie gambe non avrebbero retto ancora per molto. Louis si lasciò scappare un'altra risatina. Aveva capito che non avevo nemmeno la forza di sostenere quel dibattito in quell'istante.
- Lasciami rimediare - mi sussurrò all'orecchio, per poi afferrare il lobo con i denti, ma in una morsa delicata. Gemetti e mi inarcai verso di lui, chiudendo gli occhi e godendomi i suoi tocchi. L'acqua ancora scorreva su di noi e nemmeno il tempo di pensare allo spreco, mi ritrovai in aria, con le gambe che circondavano la vita di Louis, le sue mani a tenermi ancorato da sotto le cosce e la parete fredda della doccia a contatto con la mia schiena. Sospirai eccitato. Adoravo quei nostri momenti di intimità, perchè ognuno era diverso dall'altro e ognuno di loro mi trasmetteva nuove scosse che mi avrebbero solo potuto far star bene.
- Rimedia tutte le volte che vuoi - aggiunsi, decidendo che era arrivato il momento di prendere l'iniziativa. Feci forza sulle gambe e aiutai Louis nella manovra, lasciando che si immergesse in me, sia con l'anima e soprattutto... sì, soprattutto con il corpo. Gemetti ancora ancorato a lui, mentre si muoveva veloce dentro di me, mentre mi mandava in ebollizione e la pelle ardeva, bruciava. L'acqua sembrava creare uno scudo attorno a noi, evaporando quasi al tocco della nostra pelle. Sembravamo due fiamme e Louis sfavillava ogni volta che il mio tocco si posava su una parte del suo corpo. Gemeva come me, alle volte più forte. Mi inarcai ancora verso di lui e quasi non percepivo più la fredda parete alle mie spalle. Tutto si era di nuovo azzerato. Il fiato era rapido, asincrono, spezzato. Sembravamo voler urlarci tante frasi, ma non riuscivamo a farlo. In compenso lo dimostravamo con i gesti, con le carezze, con i baci che si scontravano sulla pelle o sulle labbra. Il suo bacino che collideva con il mio. Il rumore della sua pelle a contatto con la mia. L'acqua che aveva fatto anche da lubrificante. E avevamo consumato lì quell'atto passionale. C'eravamo amati anche lì, perchè come diceva Louis, non importava affatto il luogo.
Quando venni, mi sentii al settimo cielo. Avevo lasciato che un gemito più forte degli altri uscisse fuori dalle mie labbra. Louis non si trattenne anche perchè potevamo permetterci di farlo. Seppur le pareti dello studio di mio marito fossero insonorizzate, quel luogo non era intimo come la nostra casa, il nostro nido, il nostro rifugio.
- E con questo a quanto stiamo? Cos'è in vantaggio adesso? - mormorò Louis, facendomi ritornare a terra e cercando di prendere il respiro. - La casa, decisamente - ridacchiai e afferrai lo shampoo - Che dici, utilizziamo questa doccia ma per il motivo per la quale è stata progettata? -
- Mi sa di si, sicuramente tra poco arriveranno le pizze e se nessuno va ad aprire al fattorino, possiamo pure dimenticarci la cena - disse Louis.
Continuammo a parlare mentre sfioravamo i nostri corpi e dovetti dire ben due volte a Louis di non esagerare e soffermarsi troppo in alcuni punti o avremmo finito per non uscire più dalla doccia e consumare pure tutta l'acqua.
Il fattorino consegnò le pizze giusto quando io avevo appena finito di asciugarmi i capelli. Ci pensò Louis, però, a pagare. Io ne approfittai per apparecchiare la tavola.
- Haz, hai dimenticato l'acqua, la porti mentre sei lì? - mi urlò Louis. Gridai un "Sì" di rimando e presi la bottiglia dal frigo. Tornai al tavolo e iniziammo a cenare.
- Quel Sam... non era poi così male... - borbottai. Proprio non riuscivo a stare zitto. Avevo bisogno di rassicurarmi sotto quel punto di vista.
- Non hai motivo di essere geloso, Haz. Sono solo il suo avvocato e amo te. Ne abbiamo passate così tante che non mi azzarderei minimamente a fare una cavolata che potrebbe portarti via da me. Mi piace però, la tua gelosia -
Sbuffai e morsi la pizza - E' solo che... insomma è un uomo davvero affascinante e... -
- Tesoro, non m'importa, okay? Potrebbe essere stupendo agli occhi di tutti, ma io amo te. Ci sta la gelosia, sarei geloso pure io, ma devi fidarti di me. E poi, se ti può tranquillizzare, anche lui è sposato -
- Con una donna? - chiesi genuinamente.
- Emh... no, con un uomo... ma non importa, è comunque sposato -
- Questo non mi rassicura! - gemetti frustato e Louis rise.
- Fidati di me e basta - mi baciò e continuammo a cenare. Aveva ragione, Sam poteva essere affascinante, ma ero io che avevo sposato Louis. Mio marito aveva scelto me, sia da giovani che da sposati. Nonostante gli ostacoli aveva scelto me. Nonostante tutto e tutti, ero stato io la sua scelta. E attorno a quel tavolo, con la fede che mi brillava al dito, avevo la perfetta testimonianza che sì, tra tutti, Louis aveva scelto proprio me.
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Lacrime di polvere
FanfictionSequel de " Il Grido della libertà", primo libro della trilogia. Terzo libro della trilogia: Come la prima volta. Sette anni dopo, le cose sono parecchio cambiate. Louis e Harry sono sposati e di solito dopo il matrimonio si pensa subito ad allargar...