Spazio autrice:
Ancora altri meravigliosi commenti che mi hanno riscaldato il cuore. Grazie mille! Sì, anche io trovo super teneri James e Chris ma... chissà fino a quando non inizierete ad insultare almeno uno dei due... nel frattempo, ecco un altro punto di vista di Zayn! Cosa vi aspettate che succeda alla fine? E cosa pensate di Liam?
Lasciate altri meravigliosi commenti e grazie anche per le stelline. Vi amo, guerrieri, un bacione, Noemi :*
PS: meno 9 capitoli alla fine!
Una scelta importante
*Zayn's Pov*
Mi svegliai a causa di un mal di testa atroce che mi stava facendo pulsare le tempie. Volevo solo liberarmene ma la paura di quello che avevo potuto fare mi fece essere attivo in pochi secondi. Combattendo contro i raggi di sole presenti nella stanza, mi guardai attorno e capii che non era la mia e nemmeno quella in cui di solito stavo quando andavo da Louis e Harry. Il panico, allora, si fece strada tra le mie ossa, togliendomi il respiro e facendomi capire che forse avevo fatto un'altra cazzata visto che non ricordavo nulla. Mi scoprii pronto a capire dove fossi ma subito notai di essere nudo. Imprecai centinaia di volta. Sgranai gli occhi e mi coprii di nuovo, buttandomi indietro e afferrando il cuscino. Lo premetti sul mio viso, sperando di soffocarmi mentre vi intrappolavo un urlo liberatorio.
Pochi attimi dopo sentii dei passi arrivare nella mia direzione e la porta che veniva aperta. Avevo paura di vedere un altro volto estraneo e di sentirmi di nuovo un traditore. Ci bastava già il divorzio a complicarmi la vita e io non imparavo mai.
- Vedi che non abbiamo fatto nulla, idiota, ma avrei voluto strangolarti! - tolsi subito il cuscino e fissai Eddie. Stava in piedi, appoggiato alla stipite della porta con le braccia incrociate al petto. Mi fissava come a voler ridere di me e allo stesso tempo sbranarmi.
- Ho fatto casini? - domandai, massaggiando le tempie. Eddie scosse il capo e con un cenno della mano mi fece notare che i miei vestiti erano tutti accatastati sulla sedia. Quasi arrossii perchè ero nudo, non potevo alzarmi.
- Direi che siamo riusciti a prendere la situazione in tempo. Mi hai chiamato mentre andavi al bar. Quando sono arrivato eri già partito, ma comunque eri solo. Ti ho portato da me, sotto tua costante preghiera perchè non potevi tornare da Louis e non doveva sapere nulla e quindi hai dormito qui, io di sotto - il mal di testa aumentò. Troppe informazioni!
- Mi basta sapere che non abbiamo fatto nulla -
- Volevi. Mi hai pregato una cinquantina di volte tanto che ho pensato di chiuderti a chiave in stanza, ma fortunatamente sei crollato appena ti sei sdraiato... non prima di esserti spogliato -
- Ho notato - biascicai - Credo di essere rimasto proprio nudo -
Eddie rise e seguii il suo sguardo. A terra, ai piedi del letto, c'erano le mie mutande. A quel punto arrossii davvero e imprecai, alzando gli occhi al cielo - Credi bene - disse il biondino dalla sua postazione. - Ma non ho assistito a quella scena, purtroppo aggiungerei -
Lo osservai e cercai di notare se fosse serio o meno... e sì... era proprio serio! Aprii la bocca per dire qualcosa ma lui scosse il capo, come a voler chiudere il discorso - Vestiti, ci vediamo sotto per la colazione. Fra mezz'ora devo andare a lavoro - scomparve chiudendosi la porta alle spalle e come un rincoglionito chiusi la bocca che era rimasta aperta.
Mi feci forza, raccolsi le mutande e tutti gli altri miei indumenti, indossandoli il più velocemente possibile. Dopo una breve ma intensa sistemata in bagno, lo raggiunsi in cucina. Si stava abbottonando i polsini di una camicia bianca. Mi persi nei suoi movimenti e mi sedetti alla sua destra.
- Grazie per ieri. Hai detto qualcosa a Louis? -
Eddie alzò lo sguardo - Ho dovuto. Ti hanno chiamato circa dieci volte e a un certo punto ho risposto, dicendo loro che stavi bene, che eri da me e che non ti avrei sfiorato nemmeno con un dito. Ma dovresti richiamarli per farglielo sapere - ridacchiò. Abbottonò il secondo polsino e poi mi passò un piatto con delle fette biscottate e la marmellata.
Colazione sana. Avrei tanto voluto un croissant... della nutella... del caffè... zuccheri di prima mattina!
- Non ho avuto tempo di fare qualcosa di elaborato. In realtà la mattina non ho mai voglia di svegliarmi presto per cucinare. Ma se vuoi puoi pure prepararti qualcosa -
- Oh no... hai già fatto molto, ti sono debitore per tutto -
Eddie mi sorrise e si avvicinò a me - So che stai passando un brutto momento, Zayn, ma fare quello che hai fatto ieri non ti aiuterà -
Rimasi in silenzio e per non parlare addentai una fetta biscottata. Il ragazzo accanto a me sembrò capire che non volevo prendere il discorso così si alzò e afferrò una giacca dal divano. Dio, non avevo notato quanto stesse bene in quegli abiti.
- Non dovresti indossare una divisa? -
- Sono nell'Intelligence. Indossiamo il giubbino solo quando usciamo dalla caserma -
- Intelligence? Wow... e... oggi dovete fare qualcosa di pericoloso? -
- Può essere. Dipende tutto dal caso che ci capita tra le mani. I tuoi progetti per oggi, quali sono? -
Mi guardai un po' intorno. Non ne avevo, veramente.
- Non lo so. Vorrei solo evitare di vedere tutti almeno per oggi. Compresa mia madre. La faccio preoccupare già molto -
Eddie guardò l'orologio alla parete e aggiunse - Io stacco alle 18. Puoi restare qui se vuoi e aspettare che ritorni. Prenotiamo una pizza e stiamo insieme questa sera. Poi deciderai se dormire qui o da un'altra parte -
- Posso davvero restare qui? - quasi mi bastonai per lo sguardo da cucciolo che sentivo di aver messo in atto.
- Certo, mi farebbe piacere sapere che tu sei qui, al mio ritorno -
Nuovamente mi zittii annuendo e mangiando. Cavolo, che stava succedendo?
- Bene, adesso scappo. Ci vediamo alle 18 -
Lo salutai alzando una mano ma poco prima che uscisse di casa aggiunsi - Stai attento! Torna tutto intero! -
Eddie rise, mi disse che sarebbe andato tutto bene e poi andò via.
Avrei avuto nove ore di piena libertà. Magari avrei potuto dormire ancora, pranzare e aspettare Eddie guardando qualcosa alla TV. Come programma non mi sembrava proprio male.
Pertanto ritornai in camera da letto. Mi addormentai stremato, come se avessi corso una maratona infinita.
Al mio risveglio, ovvero le quattro passate del pomeriggio, capii che ero stato un fottuto parassita per quasi tutta la giornata.
Affamato, mi feci cinque toast al volo anche perchè usare la cucina non mi sembrava il modo migliore per ringraziarlo della sua ospitalità. E poi avrei dovuto pulire e non mi andava proprio.
Così si erano fatte le 18 e con ansia aspettavo che lui ritornasse. Era strano, sentirmi vivo dopo chissà quante settimane a sentirmi morto. Sentire qualcosa dopo settimane di apatia.
Ricordai di non aver considerato per nulla il cellulare e proprio come pensavo, avevo trovato tante chiamate perse. Decisi di dire a Louis che fosse tutto a posto, prima di chiamare gli altri.
- Pronto? -
- Lou, sto bene davvero. Non mi ha toccato e non mi ha ucciso e tutte le minacce che hai scritto per messaggi potevi evitartele - risi. Lui sospirò - Ero preoccupato. Sai che potevi rimanere quando volevi -
- Tre giorni di ospitalità sono stati più che sufficienti. Avevo bisogno di cambiare, di distrarmi e di riprendermi da solo. Vi ringrazio per quello che state facendo tutti per me, ma ho anche bisogno di passare del tempo lontano da tutti... -
- Lontano da tutti... ma con Eddie... devo iniziare a pensare qualcosa? -
- Non che io sappia. Al momento non voglio proprio nulla, non dovresti nemmeno pensarle certe cose -
- Hai ragione. Va bene, se tu mi dici che è tutto okay e che non devo preoccuparmi, allora mi preoccuperò ma senza stressarti -ridacchiai di nuovo, ringraziando il cielo per avermelo fatto conoscere nel corso della mia vita.
- Grazie, Lou e ringrazia anche Harry, sono sicuro che sia disperato quanto te, ma non c'è motivo, davvero -
- Fingerò di crederci, fatti sentire! -
- D'accordo, ciao! - chiusi la chiamata e mi concentrai sugli altri messaggi. Risposi a mia madre, avvisandola di tutto (omettendo l'ubriacatina, ovvio) e poi lessi un altro messaggio che mi aveva totalmente paralizzato. Liam mi aveva inviato qualcosa. Liam si era fatto sentire dopo giorni...
Aprii subito la casella e lessi con attenzione. Quasi piansi per il modo in cui ancora era salvato il suo nome. Non avevo avuto proprio il coraggio di cambiarlo.
Da Lee:
Ho bisogno di parlarti. Possiamo vederci a casa mia?
Una speranza? Mi stava dando una speranza? Risposi con così tanta fretta da dover cancellare una parola e riscriverla 3 volte.
A Lee:
Certo. Quando?
Da Lee:
Oggi. Verso le 19?
A Lee:
Ci sarò.
Non mi rispose più ma ero carico e pieno di aspettative. Forse voleva tornare indietro nei suoi passi e bruciare quelle maledette carte che avevo perso chissà dove e decidere di darmi un'altra possibilità. Vidi che erano le 18 e 15 e mi sorpresi del fatto che Eddie non fosse ancora arrivato, ma non ci pensai e decisi di farmi una doccia, scrivendogli per messaggi la situazione e chiedendo se per lui andasse bene.
Alle 18 e 30 non avevo ricevuto ancora risposta ma avevo davvero bisogno di lavarmi così decisi di farlo. Mi sarei scusato dopo per la sfrontatezza ma non potevo andare da Liam tutto sudato e che ancora puzzavo di alcol.
Proprio nel momento in cui uscii dalla doccia, il mio cellulare squillò. Era Eddie. Risposi di fretta perchè avevo solo quindici minuti per cambiarmi e raggiungere Liam e dovevo farmela a corsa.
- Scusa se ho usato la doccia, ti giuro che pulirò tutto appena torno -
- Emh... Questo è il numero di Zayn Malik? - tremai.
- Sì? -
- Oh, mi dispiace disturbarla, ma è l'ultima chiamata di Eddie e dovevo proprio chiamare lei -
- E' successo qualcosa? Eddie sta bene? -
- Lo stanno operando. Ha avuto un piccolo incidente sul lavoro e io sono il suo capo. Ho dovuto avvisare un suo familiare. Lei è un amico? -
- Sì, posso sapere dove si trova? -
- Siamo al Centre Hospital. Stanza 117 nel caso in cui volesse raggiungerci. Scusi ma devo staccare. E' appena rientrato in camera e devo chiedere informazioni al medico. Buonasera - la chiamata fu chiusa e fissai il cellulare per qualche secondo.
Cosa diavolo era appena successo? Eddie aveva avuto un incidente? Stava bene? Era grave? Dio mio.
Mi vestii in tutta fretta e uscii di casa. Raggiunsi la prima fermata dell'autobus che era vicina e nel frattempo chiamai Louis. Mentre gli parlavo cadde la linea, ma fissando il cellulare mi ero accorto che si era scaricato. Diamine! Ci mancava solo quella. Quasi volevo colpirmi visto che evidentemente sarebbe morto dopo che non lo caricavo dal giorno prima. Ero proprio stato uno stupido. Arrivato in ospedale notai che fossero le sette e mezza. Tremai perchè non ero andato da Liam e non avevo nemmeno potuto avvisarlo. Nonostante sapessi già il numero della stanza, chiesi al banco delle informazione dove dovessi andare, prendendo l'ascensore per poi arrivare al secondo piano. Avrei potuto prendere le scale, ma dalla fretta mi sarei sicuramente rotto qualcosa, cadendo e precipitando giù.
Raggiunsi la stanza 117 e notai un uomo seduto proprio di fronte alla porta. Era massiccio, alto e dai corti capelli bianchi.
- Lei deve essere Malik -
- Oh, mi dia pure del tu. Comunque sì, sono io. Eddie sta bene? -
- Non sono ancora riuscito a vederlo. Fra una mezz'ora dovrebbe essere abbastanza sveglio da poter parlare con noi -
- Com'è successo? - chiesi, sedendomi accanto a lui. Sentivo il cuore uscire fuori dal petto. Come poteva essere ancora vivo quel bastardo che era stato stritolato miliardi di volte?
- E' stato beccato alle spalle - lui non disse altro. Io non feci altre domande. Ricevette una chiamata poco dopo e scomparve via da quel corridoio. Verso le otto e cinque minuti, finalmente un'infermiera mi disse che poteva ricevere visite una alla volta. Il suo capo mi disse che doveva solo dirgli una cosa veloce e mi sembrò anche più corretto far passare prima lui. Così, dopo pochi minuti, mi ero ritrovato a varcare la soglia di quella stanza. Avevo avuto molto a che fare con gli ospedali nella mia giovane vita e l'odore che c'era nell'aria non andava via facilmente dai miei ricordi, ma avevo sempre imparato ad andare avanti e lasciarmi qualcosa alle spalle. Era l'unico modo di sopravvivere. Se mi fossi trascinato sempre tutto dietro, avrei finito per non avere più le forze di andare avanti. E non potevo proprio permetterlo, mai. Qualsiasi cosa accadeva, mi feriva, ma poi andava via.
- Che ci fai qui? - mormorò Eddie, voltando la testa nella mia direzione.
- Ero la tua ultima chiamata. Hanno avvisato me per primo -
- Mi dispiace, ma non so nemmeno chi diavolo abbia preso il mio cellulare -
- Possibilmente il tuo capo, visto che mi ha chiamato lui -
- Oh... giusto. Me lo ha detto prima. Sono così confuso -
- E' l'anestesia. E' normale. Mi ha detto che ti hanno sparato alle spalle - Eddie fece una smorfia e cercò una posizione più comoda.
- Il mio collega doveva coprirmi. Ma qualcuno ci ha raggiunti alle spalle e hanno messo k.o prima lui e poi me. Ma sono vivo -
- Ti avevo solo raccomandato una cosa e non l'hai fatta - cercai di sdrammatizzare e fortunatamente il biondino rise.
- Mi piace sgarrare alle volte -
Parlammo per qualche altro minuto poi capii che avevo già fatto una scelta ma che dovevo farne un'altra. In quel momento, pesate su due bilance avevo avuto due scelte: andare da Eddie o da Liam. E constatando la gravità della prima situazione non avevo dubbi sulla prima scelta importante. Ma adesso che sapevo che stava bene, avevo bisogno di fare la mia seconda scelta, quella decisiva. Liam, comunque sarebbero andate le cose, rimaneva sempre la mia unica scelta. Perchè qualsiasi cosa facessi, prima o poi tornavo dritto da lui. Io una calamita e lui il mio campo magnetico. Avevo bisogno di lui e di ogni sua essenza.
- Senti, devo scusarmi infinite volte e ti spiegherò tutto stasera, ma devo andare da Liam. Dovevo raggiungerlo oggi ma sono accaduti questi imprevisti e, non te ne faccio una colpa, ma ora devo proprio andare da lui. Dopo torno a casa ma prometto domani verrò a trovarti e a farmi perdonare -
Eddie scosse il capo - Non saresti nemmeno dovuto venire. Vai ad aggiustare le cose con Liam, scommetto che andrà tutto bene - sorrisi e scappai via. Presi un altro autobus e odiai non avere la macchina con me in quel momento. Alle nove in punto, mi trovavo a pochi passi dalla casa di Liam. Mi avrebbe ucciso, ne ero sicuro, ma speravo che potesse capirmi e capire la situazione.
Suonai il campanello e attesi i secondi più lunghi della mia vita. Lui avrebbe parlato, io l'avrei ascoltato e da lì sarebbe dipeso chissà quale passo importante, quale decisione imminente e scelta fondamentale.
Liam aprì la porta. Il suo sorriso scomparve e non si decise a farmi entrare.
- Meglio tardi che mai, giusto? Il tuo ci sarò, implicava le sette di sera o le nove? Ho un altro impegno adesso -
- Un mio amico ha avuto bisogno di me... - Liam mi interruppe - Io, avevo bisogno di te. Avevo bisogno di parlarti, di chiarire le idee, di capire cosa fare e devo dire che il tuo comportamento mi ha reso la cosa piuttosto facile -
- Di cosa parli? - sentii nuovamente il panico farmi battere il cuore. Ci aveva ripensato e il mio ritardo gli aveva fatto cambiare di nuovo idea su di me?
- Sono stato il tuo secondo posto ultimamente Zayn e se prima mi sentivo indeciso, adesso non lo sono. Voglio che tu firma quelle carte e le voglio entro due settimane. Questa storia deve finire e prima rompiamo i legami, più facile sarà per tutti -
- Più facile? Ma di che diavolo parli? Mi dispiace se sono arrivato in ritardo ma... -
- Ma cosa? Ti avevo solo chiesto di esserci e mi hai nuovamente dimostrato di non esserci, non quando ne ho bisogno io ma in base a quando ti liberi tu! E non potrei più ricominciare sapendo di non essere la tua prima scelta! -
Quasi piansi a quelle parole - Tu sei sempre stato la mia prima scelta! - urlai. Un cane abbaiò poco distante da noi. Liam mi trascinò dentro casa per evitare che i vicini si preoccupassero e chiamassero la polizia. Ma che la chiamassero pure. Non mi importava più di nulla. Mi stavo nuovamente mettendo in gioco o in ridicolo.
- Sei sempre stato la mia prima scelta, in ogni decisione della mia vita. Ho sempre messo te, prima di me, prima della mia famiglia, prima del mio lavoro. L'ho perso, lo sapevi? Mi hanno licenziato, Liam e non ho avuto nemmeno il coraggio di dirlo perchè ho perso te e mi sono perso anche io. Sei sempre stato il mio punto di riferimento... come puoi pensare di non esserlo più? -
Liam mi fissò ma vidi qualcosa vacillare nei suoi occhi. Un guizzo di speranza apparve nei miei. Mi avvicinai a lui - Ogni secondo di queste settimane mi sono odiato perchè ti avevo ferito. Mi sono messo in gioco perchè tu eri il mio obiettivo e per quanto ridicolo potessi apparire, avrei fatto di tutto per averti di nuovo. Ti ho dimostrato che non ti ho tradito quella sera. Ti ho dimostrato che nell'incoscienza, nell'alcol, nel pallore più assoluto, tu sei stato la mia decisione. Lo sei stato quando ci siamo messi insieme, quando ci siamo sostenuti a vicenda e quando ci siamo sposati. Sei stato la mia scelta quando ho detto "Sì, lo voglio". Quando ho promesso di amarti sempre, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finchè fosse stata la morte a separarci. Mi sono sempre lasciato gli errori, le paure, gli incubi e i terrori alle spalle ma non posso lasciarmi alle spalle te, perchè sei l'unica gioia che la vita mi abbia potuto dare con costanza. E ho bisogno di te sempre, in ogni mia scelta -
Avanzai fino a prendere il suo viso tra le mie mani. Gli occhi di Liam erano lucidi, confusi ma sì, qualcosa stava cambiando. Avvicinai i nostri visi lentamente. Se avesse voluto spostarmi, avrebbe avuto tutto il tempo di questo mondo per farlo. Ma rimase immobile. Fissai i suoi occhi fino a quando la vicinanza li rese sfocati.
- Tu, sei sempre stato la mia unica scelta importante - sussurrai quella frase contro le sue labbra. Sentii il suo respiro infrangersi con il mio. Il suo odore mi inebriava le narici. Non lo sentivo da tanto... troppo. Quel bastardo dentro al petto battè così forte che presto avrebbe rotto le costole per raggiungere il cuore di Liam e lo sentivo... sentivo il suo battito contro il mio. Ne avevamo bisogno. Io avevo bisogno della sua certezza e lui della mia.
Solo un soffio ci separava. Un ultimo respiro che catturato, avrebbe unito le nostre labbra. Poche molecole ancora e avrei riassaporato il suo sapore che ogni notte mi faceva addormentare con dolcezza. Liam chiuse gli occhi e a quel punto sapevo che era vinta. Chiusi i miei. Un altro centimetro ancora e sentii le sue labbra sfiorare le mie. Piegai leggermente la testa e pressai di più le labbra. Era ancora troppo poco ma volevo godermelo così tanto.
Qualcuno suonò alla porta. Liam fece un balzo indietro. Lo sguardo paonazzo, spaventato, traditore. Si portò una mano sulle labbra e mi fissò terrorizzato.
- Vai via Zayn. Ti prego, va' via adesso... - c'ero riuscito. Gli avevo fatto capire quell'elettricità che ancora ci univa.
- Dimmi che non ti importa più di me - affermai. Liam si toccò ancora le labbra e fissò la porta.
- Va' via, ti prego - vacillava. La sua inutile paura vacillava. Lui mi voleva. Io ero ancora la sua scelta.
- Dimmelo -
Il campanello suonò ancora.
- Vai! - mi ordinò, spingendomi verso la porta.
- Lui non sarà mai me! - aprii la porta soddisfatto e notai quello che forse era il suo ragazzo che attendeva sulla soglia. Lo sorpassai e mi girai un'ultima volta. Liam mi guardava ancora e lo sapeva. Sapeva che io sarei stato sempre la sua unica scelta importante.
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Lacrime di polvere
FanfictionSequel de " Il Grido della libertà", primo libro della trilogia. Terzo libro della trilogia: Come la prima volta. Sette anni dopo, le cose sono parecchio cambiate. Louis e Harry sono sposati e di solito dopo il matrimonio si pensa subito ad allargar...