XXX Capitolo

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Spazio autrice:

Solo solo per il numero del capitolo ( XXX), ci sarà una sorpresina finale! ;)

In ogni caso, eccomi qui. Ieri è iniziata l'università (infermieristica) e quindi mi sono ambientata. Sono in una città in cui non sono mai stata ed è tutto nuovo! A voi come vanno le cose?

Inoltre, voglio approvare il nome alla coppia James/Chris, ovvero: Chrames! Fino ad ora è il mio preferito *-* grazie harryandlouisaregay (spero di averlo scritto bene!)

- Che ne pensate di Cloris?

A presto guerrieri, un bacione, Noemi :*




Inaspettatamente... inaspettato!*Christopher's Pov*




Quel giorno dopo scuola,considerando che Louis e Harry erano a lavoro e che Darcy non poteva andare da nessuna parte, decisi di portarla a casa con me. Di solito quando io uscivo dopo, lei era costretta ad andare a casa di una sua nuova amichetta oppure alle volte c'era Johannah ma quel giorno volevo trascorrerlo un po' con lei.

- Allora, ti sei divertita oggi? -

- Sì. Simon ha colorato con me - aggrottai le sopracciglia. - Simon? - le tolsi il giubbotto e lo appesi insieme al mio.

- Il mio nuovo amichetto - affermò genuinamente. Chiusi le labbra in una smorfia. - Si comporta bene con te? -

- Sì, sì -

- Me lo diresti se ti facesse del male, vero? -

- Ovvio, Clis - rise e mi beccai pure uno schiaffetto sul braccio.Aveva quattro anni. Non poteva permettersi amici maschi già a quattro anni!Assolutamente no!

- Guardiamo un cartone? - mi distrasse.

- Sì, sceglilo tu, io vado a preparare dei toast -

Dopo venti minuti, mi sedetti sul divano con mia sorella. Aveva scelto Pinocchio e aveva aspettato affinchè potessi aggiustare tutto per poi far partire il film. Le passai un toast con la nutella e mangiai il mio. A metà film e tre toast dopo, mi squillò il cellulare. Deviai la chiamata. Era James, ma non volevo rispondere in quel momento. Avevo le mani tra i capelli di Darcy, la stavo coccolando, le stavo dedicando attenzioni, non volevo che qualcuno ci distraesse. Parlammo un po' di tutto mentre il film scorreva sotto i nostri occhi che avevano finito per conoscerlo a memoria. Era già la quinta volta in un mese che lo vedevamo, soprattutto la sera, con Harry e Louis.

Darcy, poco prima della fine, si addormentò su di me. A quel punto decisi che potevo rispondere al cellulare. Volevo ritornare il fratello protettivo e presente che ero sempre stato e negli ultimi cinque giorni avevo passato tutto il mio tempo libero solo con lei.

- Ehi scusa, stavo vedendo un film con Darcy -

- Immaginavo avessi da fare. Si è finito il film? - sentii un leggera musica oltre alla sua voce.

- Sì, ma non posso mettere piedi fuori casa finchè non si sveglia e arrivano Louis e Harry. Tu dove sei? -

- Nella mia stanza. I miei sono fuori paese per tre giorni. Vorresti stare da me stasera? - il fiato mi si fermò in gola. Non era nulla che non avessi fatto. Una o due volte mi era capitato pure di portare Darcy con me, pur di tenerla fuori casa.


- Intendi... -

- Come al solito. Se vuoi dormire a casa però, poi ci torni. Non ti costringo mica a restare qua - rise, sicuramente per smorzare l'aria gelida che si era improvvisamente fatta sentire. Avevo la gola arida,come se improvvisamente avessi perso tutta la saliva.

- Penso di sì... vediamo a che ora tornano gli altri e mi faccio sentire, va bene? -

- Si, certo. A dopo allora -

Lo salutai e staccando la chiamata fissai l'orologio. Erano le cinque e mezza. Avevo la schiena a pezzi perchè avevo cercato di non muovermi assolutamente pur di non svegliare Darcy e mi scappava pure di andare in bagno. Mi alzai delicatamente e feci tutto il più velocemente possibile, per paura che si svegliasse con un altro incubo.Ma fortunatamente, quando tornai in salotto, lei dormiva ancora tranquillamente. Ripresi la mia postazione e vi rimasi fino alle sette e quindici minuti. Avevo parlato con James e anche con Cloris, visto che finalmente mi ero deciso di non dimenticare il suo numero. Glielo avevo chiesto tre volte e tanto ci siamo messi a parlare di altro, che alla fine lo dimenticavamo sempre. Sentii un piccolo peso sul cuore quando pensai a ciò che era successo quel giorno a scuola. Cloris mi aveva detto che aveva litigato con il ragazzo e siamo rimasti fuori mezz'ora a parlare, approfittando di un'ora buca. Poi senza sapere cosa diavolo mi fosse successo, l'avevo baciata. Ma ciò che più di ogni altra cosa mi frastornava è che sapevo ci fosse James lì. Che mi stesse guardando e quella cosa mi aveva spinto a non staccare il bacio. Poi Cloris mi aveva spinto amichevolmente e fissato come se fossi un mostro. Si era asciugata le labbra e mi aveva detto cosa diavolo mi prendesse. Le acque si erano improvvisamente calmate quando aveva seguito il mio sguardo.Puntava su James e quello di James puntava su di noi. Alzò la sua mano in segno di saluto e sgattaiolò via. Cloris mi chiese almeno quattro volte, in tutto l'arco della giornata, che cosa mi fosse successo, ma non avevo una risposta da darle. Sosteneva che volessi fare ingelosire James e chissà magari era questo o forse volevo baciarla e basta.

Però mi chiedevo:" Se fossimo stati da soli, senza gli occhi di James addosso, l'avrei baciata comunque?" e non sapevo proprio rispondermi. E se tentennavo, era più un no che un sì. Mi aspettavo che James facesse l'evasivo e che tornasse a fare il geloso e invece no, si era comportato come al solito. Così avevo mezzo chiarito con entrambi... almeno credo.

- Sono a casa - la voce di Harry mi arrivò piano alle orecchie.Si era sicuramente accorto di Darcy visto che aveva parlato piano.

Gli sorrisi come saluto e mi chiese di Louis. Quest'ultimo rientrò in casa circa mezz'oretta dopo. Aveva almeno sette cartelle in braccio e lo fissavo dispiaciuto. Io avrei perso il senno della ragione dietro a tutti quei documenti.

- Giornataccia? - s'informò Harry, aiutandolo con tutti quei fogli.

- Abbastanza. Stanotte dovrò dare un'occhiata a tutte queste cose e tu? -

- No, piuttosto soft. Tre persone hanno annullato i loro appuntamenti così ho avuto tre ore da dedicare solo a dei documenti, immagina che bello - ovviamente scherzava. Chi amava stare dietro a dei documenti e assicurarsi che tutto fosse a regola? Non io, certamente.

Mi sedetti di nuovo e notai che piano piano Darcy si stava svegliando,sicuramente perchè iniziava a sentire odore di cibo nell'aria visto che Harry stava preparando la cena.

- Ehi, dormigliona - le allontanai tutti i capelli dal viso e la presi in braccio. Ancora mezza assonnata, posò la testa sulla mia spalla e non disse nulla. Odiava parlare subito dopo essersi svegliata.

- Ho fame - annunciò, ma dopo dieci minuti che la coccolavo pur di farla svegliare dolcemente.

- E' quasi pronto - annunciò Harry. Louis si era chiuso in stanza e si era portato dietro la pila di documenti.

- Stasera non mangio qui, sono da un amico ma non tornerò tardi -

- Va bene, vuoi che ti accompagni qualcuno? -

- No, no. Vado a piedi -

- Come vuoi -

Darcy non parve molto contrariata alla notizia. A quanto pare ero riuscito a farla svegliare con il piede giusto. Avvisai James che presto sarei arrivato da lui e nel frattempo andai in camera. Feci una doccia veloce e quando scesi di nuovo per uscire erano tutti a tavola. Darcy si era del tutto svegliata e parlava a raffica mentre Louis portava ancora gli occhiali da vista, forse troppo stanco pure per toglierli.

- Io vado, torno tra qualche ora, tanto domani è Sabato -

Baciai Darcy sulla fronte - Stai attento -

- Lo farò - uscii quindi di casa e mi incamminai verso il quartiere di James. Ci volle un pochino di strada prima di poter scorgere la sua "piccola" villa immensa. Solo tre stanze erano illuminate, segno che fosse da quelle parti. Il giardino era curato e vivo di colori. I lampioni illuminavano l'infinita distesa di prato e fiori.

Suonai due volte e venne ad aprirmi lui.

- Sei proprio solo in casa? -

- Sì, Maria ha preso tre giorni di malattia - Maria era la domestica/cameriera/tutto fare. Fortunatamente aveva ancora trentacinque anni quindi sapeva stare al passo con tutti coloro che lavoravano per la famiglia di James.

Poggiai la giacca di pelle sul divano del salotto, poi lo seguii in cucina.

- Cucinavi tu? - si morse il labbro e scosse il capo - Ho ordinato messicano. Sai che sono negato in cucina -

- Per questo ero già con un piede fuori casa, pronto a scappare - risi.

- Ma quanto sei spiritoso. Non hai cenato, vero? -

- No, eravamo rimasti che avremmo mangiato qualcosa insieme e poi avremmo giocato un po' in giardino -

- Giusto, giusto. Sediamoci allora - era così nervoso che mi trasmetteva gli stessi impulsi.

- Che hai? Mi sto innervosendo anche io solo vedendo quanto nervoso tu sia - si morse di nuovo il labbro e il mio sguardo ci finì sopra.

- I-io... emh... ceniamo okay? Magari dopo ne parliamo - sbuffai e mi avvicinai a lui.

- Che succede, Jay? - lo chiamai con il suo abbreviativo. A quello non poteva proprio sottrarsi.

- V-volevo... mhh... baciarti ma non sapevo se fosse il caso o se dovessi tipo chiedertelo o come funziona visto che non stiamo insieme o se stessi con Clo... - lo interruppi poggiando le mie labbra sulle sue.Non ci baciavamo da giorni e mi era terribilmente mancato. Aprii le sue gambe e mi posizionai nel mezzo, portando una mano alla sua vita e l'altra alla guancia. Il bacio parve zittirlo definitivamente, anche dopo averlo interrotto visto che mi guardava e non diceva più nulla.

- Straparlavi - aggiunsi - E volevo baciarti anche io - si rilassò visibilmente a quelle parole e cominciammo a mangiare,tra una chiacchierata e l'altra.

Dopo un po', finimmo nel suo vasto giardino. C'era una piccolo campo da calcio nel quale James si allenava spesso. Gli piaceva come sport, gli teneva la mente libera quando andava dietro al pallone, così almeno mi ripeteva fino alla noia. E così, avevo finito per giocare con lui. Un po' per tenergli compagnia, un po' per liberare anche la mia mente. Non ero una cima, lui era decisamente più bravo di me e faceva palleggi assurdi, ma sapevo stargli dietro e gli davo anche un bel po' di filo da torcere. Ci rincorremmo per minuti interi. Ero terribilmente sudato e faticavo a togliergli la palla dai piedi. In un attimo di sorpresa, me la fece passare tra le gambe e urlando un "Tunnel" andò a segnare l'ennesimo goal della serata.Corsi verso di lui, prendendo il pallone dalla porta e dirigendomi verso quella dell'avversario. -Non vale- mi urlava mentre mi rincorreva e ridendo cercai di andare oltre l'impossibile, spingendo a limite i polmoni che mi chiedevano pietà. A mezzo metro dalla porta, mi sentii buttare a terra. Sopra di me, col suo petto a battere sul mio,rideva a crepapelle.

- Hai barato - dissi senza fiato.

- Solo perchè hai barato pure tu -

Lo fissai. I nostri volti erano vicini, il suo fiato si scontrava con il mio, addensandosi in un'unica nuvoletta bianca. Fu lui quella volta a baciarmi, ma sentivo che le cose erano un po' diverse. La mia mano vagò sul suo petto e la sua sul mio. A un certo punto sgranammo entrambi gli occhi e i respiri cessarono. Le mani erano entrambe in punti in cui non dovevano stare. Ma le muovemmo piano, in sincronia,guardandoci negli occhi per minuti interi finchè, con due respiri spezzati, ognuno venne nei propri pantaloni. James si alzò di scatto, io lo seguii a ruota. I nostri volti seri,scossi e ancora avvolti dal piacere.

- Non dovrebbe essere una cosa sbagliata, no? - mi chiese, sperando in una rassicurazione.

- Io... no, non credo ma... - lanciai un'occhiata all'orologio - E' tardi, è meglio che vada -

- Chris, senti, non voglio rovinare tutto... -

Lo bloccai dicendo che andava tutto bene ed entrai subito in casa.Sentii qualcosa cadere fuori, possibilmente a causa di uno sfogo da parte di James, ma io scappai via, afferrando il giubbotto e tornando verso casa. Ero terrorizzato. Era tutto nuovo quello che avevo provato ed ero maledettamente terrorizzato perchè sì, cazzo. Mi era piaciuto. E faceva paura. Fa paura quando inizia a piacerti qualcosa che hai sempre valutato "sbagliato".   

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