XVI Capitolo

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Spazio autrice:

Al solito, vi auguro una dolcissima lettura! Buona giornata, non voglio dilungarmi troppo e ringrazio chi commenta o lascia una stellina, vi amo immensamente! Per qualsiasi cosa, un consiglio o un dubbio o un supporto, ci sono per voi! Non una scrittrice, ma una vostra amica, ecco come voglio che mi vediate! A presto, un bacione, Noemi :*



Io ci sono



-Oh Lou... ti prego n-non... non smettere - gemetti, inarcando la schiena. Rabbrividii quando toccai nuovamente la parete fredda della doccia. Louis ridacchiò e affermò - E chi smette... cazzo! -

Quella era stata una vera e propria improvvisata. Avevamo fatto colazione ed eravamo rimasti fino all'ora di pranzo in salotto. Non avevamo parlato molto, almeno non con Chris visto che si era nuovamente addormentato, ma avevamo fatto giocare Darcy, avevamo visto un film delle principesse e poi avevamo pranzato tutti insieme. Dopo pranzo Chris era tornato a dormire, Darcy era a fare il suo sonnellino pomeridiano tra le braccia del fratello e per non disturbarli io ero andato nel secondo bagno, quello lontano da loro, al secondo piano. Louis avrebbe dovuto pulire la cucina e invece dopo pochi minuti me lo ero ritrovato alle spalle, sotto il getto di acqua calda, mentre mi baciava ogni porzione della schiena. Non ne avevamo potuto fare a meno. Abbiamo ceduto alla passione. Mi ero rigirato tra le sue braccia, avevo incollato le nostre labbra e lo avevo pregato di farmi suo. Pochi minuti ancora e lui mi aveva accontentato, completandomi con la sua presenza.

- Adoro questi momenti - gemetti ancora, ancorando maggiormente le gambe al suo bacino. Le sentivo così molli che se non fosse stato per le braccia di Louis che mi reggevano, mi sarei già spappolato al suolo.

- Anche io li adoro. Sto venendo amore, dimmi che ci sei anche tu -

- Si, ci sono... ci sono! - strinsi la presa sui suoi bicipiti e gettai la testa all'indietro. Mi lasciai completamente travolgere dall'orgasmo e dopo un po' poggiai i piedi a terra. Avevamo entrambi il fiatone ma cavolo, si poteva benissimo leggere sui nostri visi quanto fossimo appagati.

- Se non fosse che siamo chiusi in bagno da mezz'ora, credo... resterei qui per un secondo round. Ma è meglio se usciamo -

- Ah, ah! Dove vai? Dobbiamo prima lavarci -

- Lo so, stavo solo prendendo lo shampoo -

Ridacchiai, pensavo seriamente che stesse uscendo dalla doccia e invece aveva messo un piede fuori solo per prendere la bottiglietta dello shampoo che avevo dimenticato sul mobiletto accanto alla doccia.

Ci insaponammo e sciacquammo, ovviamente non tralasciando toccatine fugaci, baci roventi e carezze sensuali. Ma non ci fu un secondo round. Non eravamo soli in casa e non volevamo seriamente che ci prendessero per pervertiti o altro.

- Mi passi i boxer? - chiesi a mio marito. Annunciò un veloce sì e me li passò, mettendo poi i suoi. Il bastardo aveva pensato pure di portarsi il cambio dietro, prima di intrufolarsi nella mia doccia. L'avrei volentieri lasciato nudo, mentre camminava per casa come spesso capitava in eventi del genere. Ma solitamente eravamo soli, in quel caso no e mi sarei volentieri proibito certi eventi pur di avere quella compagnia.

- Oggi non doveva venire tua mamma? - domandai, indossando una felpa calda e delle calze.

- Si, ma sapendo che abbiamo ospiti non voleva disturbare e ha detto che ne avrebbe approfittato per portare i bambini in campeggio. O una cosa del genere -

- D'accordo. Sei pronto? - Louis scosse la testa - Non vai da nessuna parte con i capelli bagnati. Ti becchi l'influenza con un semplice colpo di freddo, non ti permetterò di beccartela di nuovo perchè ti secca asciugarti i capelli. Siediti sullo sgabello, te li asciugo io -

- Davvero? - chiesi con gli occhi a cuoricino, metaforicamente parlando.

- Solo perchè prima mi hai fatto un delizioso pom... -

- Lou! Cazzo, modera le parole - mio marito prese il phon e ridacchiò - Io non posso dire pom... -

- Lou! - lo rimproverai di nuovo.

- Okay. Io non posso dire quella parola ma tu puoi dire cazzo? -

- Mi è scappata! -

- E a me non poteva scappare? -

- No! Dire quella parola con la p non mi piace e qualcuno potrebbe sentirci. Mi asciughi i capelli oppure no? -

- Devi sempre averla vinta! - iniziò ad asciugarmi i ricci ribelli e poi asciugò i suoi. Gli diedi un'aggiustata veloce e poi dissi - Li voglio tagliare corti di nuovo -

- Mi piacciono sia corti che lunghi. Falli come più piacciono a te -

- Voglio che ritornino corti per poi vederli allungare di nuovo. E poi ci sono un po' di doppie punte -

- Dio, amore, mi sembri una donna in questo momento - Louis buttò tutti i panni sporchi nel cesto, posò il phon e aprì la porta del bagno che aveva chiuso a chiave.

- Hai sempre da ridire su qualcosa! -

Rise ma non aggiunse altro. Decidemmo di controllare Darcy e notammo che dormiva profondamente abbracciata a Chris. Il ragazzo però, si era sicuramente svegliato da poco. Aveva ancora gli occhi socchiusi.

- Ti abbiamo svegliato? - chiese Louis.

- Oh no. Darcy mi ha dato un calcio pochi secondi fa. Deve aver fatto un brutto sogno -

- Le capita spesso? - mi sedetti accanto a loro, nell'altro divano. Chris mi guardò e mi rispose - Quasi ogni notte -

- Pensi che siano incubi inerenti a quello che vede ogni giorno? -

Chris sospirò - Non me ne parla mai. Una volta ha urlato il mio nome, ma poi mi ha detto che non ricordava nulla. So solo che si agita per minuti, poi quando l'abbraccio smette. Ma si, sono sicuro che la nostra famiglia sia la causa dei suoi incubi -

- Penso che sia meglio che restiate qui - annunciò Louis. Lo guardai di scatto. In che senso?

- Almeno fino a quando vi va, ovvio - si corresse subito e un po' mi rilassai. Pensai che stesse nuovamente prendendo in considerazione qualcosa senza avere la mio opinione. Mio marito mi guardò ansioso, forse pensava quello che pensavo io.

- Si, credo sia un'ottima idea. Darcy avrebbe qualche giorno di tranquillità. Tu pure. Noi non abbiamo problemi a farvi rimanere qui -

Christopher titubò per qualche secondo - Io... forse solo qualche giorno - si arrese, guardando la piccola che aveva una strana espressione beata sul volto - Ma non più di qualche giorno. Mio padre mi verrebbe a cercare, potrebbe denunciare la scomparsa. Ancora gli servo. Fra qualche anno avrò tutta la libertà che voglio -

- Non puoi aspettare qualche anno ancora, Chris, fidati di me. Prima scappi da lì, prima cominci a vivere la tua libertà - ammisi, dal profondo del mio cuore. Il ragazzo mi guardò sospetto.

- Qualche tuo paziente ha avuto casi come il mio? -

- Anche peggio. Ricordo vagamente un ragazzo, di diciassette anni che veniva abusato e picchiato dal padre da un bel po' di anni. Aveva perso pure il conto. Il padre era sempre ubriaco e si approfittava di lui e il ragazzo subiva perchè non c'era nessuno a difenderlo. Poi le cose si sono messe davvero male. E' finito in ospedale, qualcuno ha denunciato il padre. Il ragazzo si è armato di coraggio e ha capito che non gli importava il luogo in cui sarebbe finito, ma gli importava scappare via da quell'uomo che gli aveva rovinato la vita. E' stato adottato da una famiglia meravigliosa. Adesso è felice, sposato. Ha una famiglia. Ha tutto. Se avesse aspettato ancora un altro po', sono sicuro che non sarebbe arrivato a questo punto - parlai tenendo gli occhi bassi. Louis si sedette accanto a me e senza farsi vedere mi strinse la mano forte come a urlarmi "Io ci sono".

- Ma questo ragazzo era solo? Non aveva fratelli? -

- No Chris, non ne aveva -

- Forse è per questo che non gli importava di nulla. Se facessi come lui perderei mia sorella, ne sono sicuro. Adotterebbero solo lei che ancora è piccola e non potrei proprio rischiare tutto questo -

- Potresti trovare qualcuno pronto ad adottare entrambi -

- Davvero? - chiese sarcastico - E chi, sentiamo? -

Guardai Louis che era rimasto in silenzio fino a quel momento. Ci leggemmo negli occhi, ci studiammo.

- Noi - dicemmo. Chris spalancò gli occhi. Noi spalancammo i cuori.

Lacrime di polvereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora