XVIII Capitolo

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Spazio autrice:

Ed eccomi qui con un altro capitolo. Oggi ho finalmente concluso la maturità sostenendo l'orale. Mi tremava ogni piccola parte del corpo, ma finalmente sono libera. In bocca al lupo a chi ancora non ha finito gli esami e a chi invece gli ha fatti chiedo "Com'è andata?".

Spero possa piacervi il capitolo, magari lasciate un commento. 

Vi amo, grazie per tutto, con amore, Noemi :*

PS: Il Nostro Christopher in foto *-*


La lite.


*Christopher's Pov*



- Una canna eh? Siamo passati direttamente a questo? -

- Non stavo fumando io... - mi arrivò il primo schiaffo che mi fece girare il volto. Strizzai gli occhi e calmai il respiro che stava già diventando pesante e rapido. Mio padre mi afferrò il viso e mi guardò dritto negli occhi. "Cazzo" pensai, prima che mi spingesse con la schiena al muro.

- Cosa odio più di ogni altra cosa, Christopher? Cosa odio? - mi urlò. Fui sicuro di aver perso la sensibilità della mascella.

- Le bugie - sussurrai. - E adesso dimmi che hai fumato! -

- Ho fumato... -

- Clis... - nonostante la ferrea presa di mio padre, mi voltai verso la piccola e con gli occhi le feci un segnale. Lei capì al volo ma non si allontanò comunque.

- Io odio tutte le tue fottute bugie! Sei un completo disastro ovunque ti metti! - mi spinse a terra e sentii il tonfo di qualcosa che cade. Il mio cellulare. Lo feci striciare verso Darcy prima che mio padre mi afferrasse e rialzasse. - Vattene via da qui, peste! - urlò verso mia sorella. Lei si chinò, afferrò il cellulare e scappò via.

- Quanto cazzo hai fumato, tu? E' la prima volta? - mi scosse per le spalle e io annuii frettolosamente - Si... -

- Christopher! - mi urlò, tirandomi un gancio ben assestato alla guancia destra. Indietreggiai pericolosamente, aggrappandomi al mobiletto vicino a me. Per poco non caddi a terra. Mi massaggiai la guancia, sentendo il ferroso sapore del sangue in bocca.

- Le tue fottute bugie mi fanno incazzare! Capisci perchè ti meriti ogni fottuto segno sul corpo? - mi colpì un'altra volta e questa volta caddi a terra, tenendomi lo stomaco. Tossii e sputai a terra. - Che me le domandi a fare le cose se dici che mento sempre? -

- Perchè voglio vedere fino a quanto riesci a mentire! E lo fai sempre, pure se mi fa incazzare - mi afferrò di nuovo per la felpa e iniziava ad annoiarmi tutto quel sali e scendi. Mi faceva male la testa e volevo solo chiudermi nella stanza e dormire.

- Sai cosa farai nella vita? Nulla Christopher! Nulla, sarai un maledetto depresso come tua madre! -

- Smettila, cazzo! Smettila! - urlai fuori di me, spingendo indietro l'uomo che continuava a inveirmi contro.

- E tua sorella invece? Diventerà una puttanella e metterà al mondo sgorbi come te! -

- Non parlare di Darcy, mai! - reagii tirandogli un pugno in faccia. Lo colpii in pieno e lui cadde. Riuscii a sovrastarlo con il mio corpo, ma essendo minuto, lui riuscì a invertire le posizioni e un paio di pugni mi colpirono lo stomaco facendomi arrestare il respiro.

- Mi ha chiamato la tua fottuta scuola. Non ci vai da due settimane. Si può sapere dove cazzo sei stato, eh? A chi la pago la tua retta ogni anno? - un altro pugno. Mi rigirai su un fianco, rannicchiandomi. Mio padre si alzò e portò le mani tra i capelli.

- Ti fai le canne, non studi e non vai a scuola. Se non così come devo farti capire che sei sulla cattiva strada? -

- Ah, di certo non così - borbottai, mettendomi seduto e strisciando fino al muro. Ci appoggiai la schiena e massaggiai lo stomaco.

- Devi lavorare di più e portare più soldi a casa -

- Lavoro già troppo! - sbottai.

- E invece no, non lavori affatto troppo. Non porti abbastanza soldi a casa, come dovrei pagare le cose? -

- Dovresti essere tu a lavorare di più. Sempre se non ti sei fatto di nuovo licenziare - ghignai ma fu una mossa sbagliata. Mi arrivò un altro pugno all'altezza del sopracciglio e sentii subito qualcosa di viscoso colare sulla palpebra e poi sulla guancia. "Merda". Mi sbattè al muro e la tempia collise con qualcosa di duro e spigoloso. Non dovevo stare vicino a quel mobiletto. Ci vidi doppio per qualche secondo, ma subito cercai di ricompormi.

- Clis, ho chiamato Harry - sentii la voce di Darcy e mi terrorizzai. "No no no".

Mio padre si girò verso di lei e le corse contro. Darcy retrocedetta terrorizzata e io mi feci forza, parandola con il mio corpo - Non un tuo dito sul suo corpo, mai! - urlai.

- Chi cazzo è questo Harry? Richiamalo e digli di non venire o giuro che uccido tuo fratello. Mi hai capito? Mi hai capito? - urlò fuori di sè.

- Harry è mio papà, non tu! - si difese lei e ricevetti uno spintone che liberò la visuale della piccola. Mi rialzai e spinsi mio padre a terra.

- Sali tu, subito e chiama Harry e digli di non venire. Corri! - ordinai e forse fu lì che notai veramente del terrore negli occhi puri di Darcy. Si sentiva sbagliata... Sapeva di aver fatto una cosa sbagliata. Scappò in camera e mi girai verso mio padre che mi colpì di nuovo. Caddi a terra e lo fissai in faccia. Mi sovrastava di nuovo e mi teneva il collo nella sua morsa. Riuscivo a respirare, ma faceva male.

- Non so cosa cazzo stai architettando, ma se qualcuno oserà ficcare il naso nella nostra famiglia, giuro che farò in modo di lasciare tua sorella sola oppure la ucciderò con le mie stesse mani. Sai di cosa sono capace, Christopher! Hai capito? -

- Non so chi sia Harry, forse un amico immaginario. Ti assicuro che nessuno si farà i fatti nostri - sussurrai, al limite delle forze.

- Sei sempre stato una delusione. Avevo pregato tua madre di abortire, di toglierti dai piedi il prima possibile e lei ci teneva a te. Guarda come l'hai ridotta! Depressione post-partum dicevano e invece non si è mai ripresa! Tu, sei solo un fottuto ragazzino e se rovini ancora di più questa famiglia, sarà l'ultima cosa che farai. Chiuditi in quella cazzo di camera e non uscire prima di domani! -

- Devo lavorare alle nove -

- E allora vedi di portare a casa dei soldi - un altro pugno allo stomaco, poi si alzò. Lo vidi mentre entrava in cucina e si sciacquava le mani. Asciugai un piccolissima lacrima di dolore e cercai di tirarmi su. Mi girò la testa e caddi di nuovo a terra. Rimasi immobile per almeno una decina di minuti, massaggiandomi tutte le parti possibile del corpo. Poi mi feci forza e mi alzai, raggiungendo Darcy che piangeva disperata.

- Piccola, ehi... scusami... scusami... hai richiamato Harry? -

Lei scosse la testa - Tu stai male, hai bisogno di Harry -

- No invece, non possiamo stare con loro. Dammi il cellulare - lo afferrai e poi mi chiusi in bagno, rassicurando ancora una volta mia sorella. Sobbalzai quando vidi il mio riflesso. Nello stesso momento Louis rispose alla chiamata.

- Cosa sta succedendo? -

- Ti prego non venire. Darcy ha pensato di chiamarti ma non è il momento. Promettimi che non verrai... -

- Non... okay. Ascoltami, cos'è successo? -

- Nulla di grave, stiamo entrambi bene. Devo chiudere. Ci vediamo domani nel tuo ufficio... - chiusi subito la chiamata prima che mio padre ci sentisse. Poi visualizzai il messaggio di James che citava "Scusami amico, non me lo perdonerò mai". Misi da parte i pensieri per un momento e mi concentrai a darmi una sistemata. Presi delle garze e dell'acqua ossigenata. Disinfettai le ferite ripensando alle parole di mio padre. "La chiamavano depressione post-partum". Disinfettai il taglio al sopracciglio. "Doveva abortire". Tolsi ogni parte di sangue dal viso. "Sei un disastro". Scoppiai a piangere, stringendo forte lo stomaco e lasciandomi scivolare a terra. Strinsi la testa tra le mani. "Devo resistere altri tre anni, posso farcela" mi sussurravo, stringendomi alla ricerca di calore umano.

Dovetti alzarmi solo perchè non volevo lasciare Darcy da sola.

Passai prima dalla camera da letto e notai mia madre dormire. Mi avvicinai e le tolsi il ciuffetto di capelli leggermente unti che le si erano appicciati alla fronte. Lei aprì piano gli occhi - Esci da questa fottuta stanza moccioso - Bruscamente tirai via la mano e feci dei passi indietro. Deglutii un amaro groppo di saliva e andai via.

Darcy era a terra e stringeva Poppy, il suo piccolo e mal ridotto orsacchiotto.

Mi sedetti accanto a lei e sentii altre due lacrime scorrere sul mio viso per il dolore. Darcy mi fissò e le asciugò via, poi recitò a memoria - Prima via le lacrime. Poi asciughiamo gli occhi. Tiriamo su con il naso. E poi sorridiamo così - premette due ditina sulle mie guancia e le tirò, facendomi spuntare un sorriso tirato. La abbracciai forte mentre pensavo all'effetto positivo che Harry aveva avuto su di lei. Forse l'unico problema da risolvere ero io. Avrei dovuto lasciare Darcy davanti la casa di Louis ed occuparmi da solo della mia famiglia e dei suoi problami, tirandone fuori il piccolo angelo dagli occhi verdi.

- Mi vuoi bene, Clis? -

- Te ne vorrò sempre piccola... sempre -

Lacrime di polvereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora