XLVII Capitolo

1.8K 109 21
                                    


Spazio autrice:


Molti insulti per James e suo padre nello scorso capitolo e ci credo... diciamo che se lo sono meritati. Ma i colpi di scena non sono finiti e ovviamente non lascerò tutto per aria. In questo capitolo, quindi, suppongo nasceranno altri insulti! Ahahahah vi adoro tantissimo, davvero! Buona lettura, guerrieri!

Un bacione, a presto, Noemi :*

PS: meno 2 capitoli alla fine! :o




Tregua.


*Harry's Pov*



Preparai la colazione per tutti, approfittando del fatto che fosse domenica per fare qualcosa di più audace. Invece dei semplici e quasi abitudinari pancakes, mi azzardai a preparare una torta al cioccolato con dentro le nocciole. Ci sarebbe voluto di più, ma ero sicuro che sarebbe stata apprezzata da tutti.

Il primo a svegliarsi, con lo sguardo stravolto dal sesso consumato poche ore prima, fu ovviamente Louis che annusò l'aria come un segugio, fermandosi alle mie spalle e baciandomi il collo.

- Emana un odore invitante già così, nel forno -

Mi voltai tra le sue braccia e ricambiai il bacio - Ero sicuro avresti apprezzato-

- Apprezzo molto anche il cuoco -

- Ero sicuro anche di questo dopo stanotte -

Louis rise e si sedette sul bancone - Quanto manca? Sono affamato -

- Poco più di cinque minuti ormai, il tempo di portare queste cose in tavola - indicai l'altro bancone sul quale c'erano tovaglioli, piatti, bicchieri, biscotti e succo d'arancia.

-Louis... Louis... Lou! - lo chiamai tre volte fin quando non si voltò verso di me - Scusa, pensavo. Che succede? -

- A che pensavi? -

- Chissà com'è andata a Chris, ieri - alzai le spalle - Sarà andata bene. Adesso aiutami a portare queste cose sul tavolo -

Apparecchiammo tutta la tavola e proprio quando poggiai la torta ancora calda sul tavolo, vidi il primo mostriciattolo scendere le scale. Gli occhi ancora gonfi di sonno e una riga sul viso, lasciata come ricordo dalla federa del cuscino.

- Vieni qui - le dissi soltanto, sapendo che odiava parlare troppo di prima mattina. E fui costretto anche a stare cinque minuti in silenzio prima di poterle porre la fatidica domanda - Chris? - la piccola smise per qualche secondo di squadrare la torta e mi fissò - Boh -

- In che senso "Boh"? Non ha dormito con te stanotte? - Louis mi lanciò uno sguardo fugace e insicuro - No - rispose semplicemente Darcy. Mio marito, veloce come un fulmine si diresse al piano superiore e io rimasi in attesa.

- Ho fame! - mi distrasse la piccola. Le tagliai una fetta di torta, intimandola a soffiarci sopra perchè era ancora calda.

Louis scese pochi minuti dopo, il volto segnato dalla tranquillità - E' ancora in camera sua. - Lasciai che un sospiro abbandonasse le mie labbra e tagliai altre fette di torta.

Chris scese dopo poco tempo, quando Louis aveva già fatto il bis e io stavo per togliere le cose. Darcy ancora pizzicava la torta, fingendo di ustionarsi ogni due secondi perchè cercava la mia attenzione e le mie coccole, in quanto ogni volta le baciavo il ditino per far passare la bua. Solo che si era presa tutto il ditino, la mano e anche il braccio, affezionandosi a quel gesto!

- Buongiorno, guarda cos'ha preparato oggi Harry! - esclamò Louis. Il ragazzo non alzò lo sguardo, si sedette e versò del succo nel suo bicchiere. - Non ho fame - aggiunse poco dopo. Lo guardai con più attenzione e vidi Louis fare lo stesso.

- Chris... - iniziai ma lui alzò lo sguardo spento e mi fulminò con gli occhi stanchi e circondati da occhiaie nere - Non ho fame. -

Così capii che non potevo aggiungere altro. Gli avrei parlato dopo. Prima doveva sbollire tutta quella rabbia che lo torturava. Sicuramente la cena non era andata bene, ma mai mi sarei aspettato che andasse così male. Era distrutto. Si vedeva che non aveva chiuso occhio almeno per la maggior parte del tempo. Guardava sempre il cellulare come se appunto aspettasse qualcosa che non arrivava mai e lo stomaco chiuso dal nervosismo a indicare che mangiare era l'ultima cosa che voleva fare perchè era stato ferito, deluso e sicuramente anche umiliato. Colpito nel suo unico punto debole. Chris è un ragazzo meraviglioso, forte e travolgente. Ma tutti noi abbiamo una debolezza e la sua, era la famiglia. Speravo tanto di riuscire a cucire tutte le sue ferite, ma erano troppe e molte erano senza una cura. Il mio amore, avrebbe solo potuto fare in modo di tenere quella ferita pulita, asciutta e quasi cicatrizzata.

Sorseggiò lentamente il succo e poi appoggiò la fronte sulla mano, il gomito puntato dritto sul tavolo. Lo sentii sospirare lievemente e cercare di apparire forte agli occhi della piccola Darcy che di tanto in tanto fissava lui, mentre per la maggior parte del tempo dedicava le sue attenzioni alla fetta di torta.

Il campanello decise di suonare proprio in quel momento, quando Chris si era stancato di fingere a tavola e si stava dirigendo già su nella sua stanza. Aprii il portone e due voci in coro mi urlarono "Siamo tornati insieme". Sorrisi energicamente e abbracciai forte prima Liam e poi Zayn. Louis mi raggiunse come un fulmine, gettandosi sui nostri amici. Lo sguardo di Zayn vagò un po' per la casa. Era brillante e attivo come non vedevo da tempo. Poi si soffermò su qualcuno, su Chris, che gli sorrise come meglio potè e salì le scale.

- Che gli è successo? - mi disse subito, in un lieve sussurro.

- Credo che abbia litigato con James - non aggiunsi altro ma sapevo che Zayn aveva capito che, davanti a Darcy, non volevo farmi scappare cose di troppo.

- Su, entrate! Si vede proprio che oggi è una bella giornata! Harry ha preparato una torta, cioccolato e nocciole! -

- Entro solo per la torta, Louis - scherzò Liam. Ci sedemmo a tavola, Darcy reclamava una seconda fetta di dolce che le dovetti far rifiutare perchè okay una, ma due fette no! Erano troppe! Louis mi guardò, come a volermi far cedere ma lo ghiacciai sul posto e lui tornò subito a parlare con Zayn, facendo finta di nulla.

- Quindi? E' finalmente ufficiale la cosa? - chiesi ai ragazzi. Liam sorrise raggiante - Ci siamo stancati di rincorrerci! -

- Ehi! Io ho corso più di te, toccherebbe a me dirlo! - Zayn mise su un adorabile broncio che Liam fece sparire con un veloce bacio. Amavo vederli di nuovo insieme. Sapevo che erano fatti d'acciaio per superare tutte le intemperie. L'amore è questo. E' amarsi, litigare ma far pace. Superare insieme gli ostacoli. Farsi forza. Mica ci si ama o ci si sposa solo per il sesso!

- Vado su a giocare! - urlò Darcy, scappando come un fulmine. Naturalmente l'annoiavano i nostri discorsi da grandi e preferiva passare il suo tempo a giocare, nella spensieratezza dei cinque anni.

- Allora? Che succede a Chris? - mi chiese nuovamente Zayn, mentre Liam e Louis iniziarono a parlare di chissà cosa.

- Ieri è stato invitato a cena dai genitori di James. Stamattina si è svegliato così. Non è andata bene ma non abbiamo parlato. Voglio lasciarlo da solo ancora un po' e vedere se più tardi gli andrà di aprirsi con me - sospirai. Mai un po' di calma nelle nostre vite.

- Vuoi che gli parli io? -

Alzai le spalle - Al momento sarebbe inutile. Non ha toccato cibo, quindi la cosa è più seria di quanto possa immaginare. Quando era così i primi giorni, faceva comunque il possibile per non far preoccupare Darcy. Oggi proprio non ci ha nemmeno provato. Non l'ha nemmeno guardata. E' come se avesse il mondo sulle spalle e mi preoccupa perchè vorrei concedergli un po' di tregua -

- Immagino. Ma stai tranquillo Haz, con i primi amori è sempre un continuo soffri, dimentica o supera. Vedrai che questa batosta lo aiuterà più avanti. Lo renderà comunque più forte -

- Non credi che però, queste batoste, si siano fatte in tante? Non ha avuto tregua da anni -

- Sono sicuro che stia passando periodi terribili, ma ognuno di noi li ha avuti e superati. E lui è forte abbastanza da farcela. Chissà, magari domani risolverà tutto con James -

- Lo spero - sbuffai, lasciando cadere quel discorso e iniziandone un altro in cui Liam e Zayn raccontavano tutto quello che era successo in quel lasso di tempo in cui avevamo perso ogni loro traccia. L'importante era che fossero tornati insieme e soprattutto felici, vivi.

Tra una chiacchiera e l'altra, si era fatta ora di pranzo e così Louis aveva pensato bene di invitare i ragazzi a fermarsi da noi. Zayn mi aiutò in cucina, mentre la piccola Darcy faceva amicizia con Liam che aveva visto e conosciuto poco, un po' di più anzi durante il suo compleanno.

- Vado io a chiamare Chris - mi disse Zayn, quando ormai era tutto pronto. Annuii in accordo, sperando che almeno lui potesse risolvere la cosa ma, pochi minuti dopo stava già riscendendo le scale, segno che non avevano nemmeno avuto il tempo di parlare -Mi ha a stento fatto parlare. Ha detto che sta scendendo - sospirai per l'ennesima volta in quella giornata e attesi che scendesse e ci raggiungesse. Di nuovo, sul suo viso c'era solo una cupa rassegnazione che scacciava via ogni briciolo di felicità.

- C'è la pasta con pistacchio e speck... quanta ne vuoi? - gli chiesi. Lui si sedette e scosse il capo - Non ne voglio -

- Chris devi mangiare qualcosa, non hai fatto nemmeno colazione -

- Non ne voglio - odiavo quelle piccole frasette che ripeteva più di una volta. Cercai di mantenere la calma e Zayn prese parola - Mangerà il secondo allora! L'ho fatto io! Involtini di petto di pollo ripieni di prosciutto e mozzarella! - gli passò un braccio sulle spalle e Chris, delicatamente lo spostò - Credo che tornerò nella mia stanza. Non ho davvero fame - lo ammonii con lo sguardo e - Mangerò più tardi - disse lui, cercando inutilmente di rassicurarmi. Gli lasciai il tempo di raggiungere la sua stanza ma subito dopo mi decisi a seguirlo. Doveva parlarmi! Non poteva chiudersi nel suo mutismo!

Bussai alla sua porta - Chris, sono Harry. Sto entrando e non voglio sentire nulla - il ragazzo non mi rispose, ma proprio come gli avevo detto, entrai. Era sdraiato a letto, aveva le spalle poggiate al muro e lo sguardo fisso davanti a sè. Si girò, mi squadrò e tornò a fissare il vuoto.

- Voglio che mi parli. Voglio che tu mi dica tutto quello che hai dentro -

- Non mi va, Harry. Davvero, non ora... - mormorò flebilmente.

- E invece mi parlerai ora. Ti stai distruggendo, non posso permetterlo. Cos'è successo ieri? -

- Non è andata bene e basta - non aggiunse altro e andai a sedermi accanto a lui. -E poi?- chiesi spronandolo.

- E poi sono tornato qui e mi sono messo a letto. Può bastare? -

- No -

- Ti prego Harry... - notai gli occhi lucidi e mi fermai. A quel punto, visto che le parole non potevano aiutarlo, mi feci avanti e lo abbracciai quel tanto che bastasse a svuotare la mente e sentirsi un po' più leggeri. Dopo quello sarebbe crollato. E infatti, crollò sulla mia spalla, iniziando a singhiozzare di voler scappare via, di voler avere una vita decente e di voler avere una tregua.

Pianse per minuti interi fino a calmarsi ma alla fine non disse nulla e così, dopo circa mezz'ora, mi pregò di nuovo di lasciarlo solo, giurandomi che avrebbe mangiato e ringraziandomi per esserci stato. Mi disse "Almeno tu, ci sei" e questo mi fece piegare il cuore in due perchè significava che James non c'era e per lui, invece, era importante che ci fosse. Troppi vuoti erano stati segnati nella sua vita e quella del suo migliore amico, del suo confidente, del suo eroe, del suo primo amore, era il vuoto più doloroso.

Così tornai a mangiare. E passai tutta la giornata sperando di vederlo uscire dalla sua stanza ma non accadde. Gli salii qualcosa da mangiare e lui prese il vassoio ma non vidi se alla fine lo aveva mangiato o meno. Ci sperai, perchè me lo aveva giurato e perchè non volevo che stesse male, ma quel giorno, Chris, mi dimostrò tutte le sue debolezze, crollando. E crollò, chiudendosi in se stesso. Nella sua paura di rimanere solo come se si stesse punendo per qualcosa che non aveva mai fatto.



*Christopher's Pov*


Quel giorno a scuola fu il peggiore in assoluto. Solitamente James passava del tempo con me e non mi aspettavo che fosse lì, pronto a baciarmi, ma ci tenevo comunque alla sua presenza da amico, come lo era sempre stato. E invece no. James mi ignorava. Non mi guardava, se mi passava accanto mi evitava come la peste e non mi supportava più quando quel professore del cazzo infieriva su quanto fossi debole nella sua materia. Nessun "Stai calmo, tigre" quella volta. Solo la risatina di qualche deficiente e il silenzio della persona che mi aveva fatto innamorare di sè. Odiai James. Lo amai e lo odiai perchè mi aveva fatto innamorare, lottare per qualcosa per la quale invece lui non aveva intenzione di muovere un muscolo. Odiai il fatto che aveva imparato a ignorarmi mentre prima non lo aveva mai fatto. Mi era sempre venuto dietro quando aveva torto, scusandosi all'infinito. Quello significava che lui pensava di non aver torto... che io non contavo nulla.

Ignorai Cloris. Ignorai tutti perchè per la prima volta ero stanco di essere circondato dalle persone. La sera prima, fui raggiunto in giardino da Harry. Erano le due del mattino. Ero lì, a fissare il vuoto come un coglione e a fare mente locale di tutto quello che era successo. Non gli chiesi perchè lui fosse sveglio a quell'ora e lui non lo chiese a me. Rimanemmo seduti vicini, per minuti interi, e io mi godetti la sua presenza. Poi mi intimò a tornare nella mia stanza e ci provai davvero a dormire ma inutilmente. Ogni volta che chiudevo gli occhi, vedevo scorrere davanti a me la parola "solo". E sapevo di star agendo nella maniera sbagliata. Sapevo che il modo migliore di non essere soli è circondarsi di persone. Ma io non volevo vedere nessuno. Per la prima volta, la mia tregua la volevo in quel modo, godendomi la mia paura.

Quando vidi James da solo, vicino al suo armadietto, lo raggiunsi. Gli chiesi "possiamo palare?" solo per provarci e non pentirmene in futuro ma lui scosse il capo e andò via, sbattendomi in faccia la pura verità. Non gli interessava.

All'uscita cercai di fermarlo di nuovo, volevo parlargli, chiedergli che intenzioni avesse, ma lui scivolò nuovamente via dalla mia presa e non mi guardò nemmeno.

Così capì che se volevo davvero rimanere solo, senza Louis, Harry o Darcy, mi rimaneva un posto solo. E lo raggiunsi. Il portone della mia vecchia casa era sbarrato da un adesivo con della scritta nera. Mi avevano sequestrato casa? Lo strappai e al diavolo la violazione delle regole. Arrivai alla mia stanza, mi ci chiusi dentro, chiusi gli occhi e scivolai contro al muro fino a sedermi a terra. Qualche lacrima scappò, qualcun'altra invece riuscii a fermarla, ma quello era il posto giusto nel quale potessi trovarmi.

"Forse è meglio che resto qui. In fondo qui tutto è iniziato... tra queste mura e in una famiglia che non mi ha mai saputo amare" pensai, chiudendo di nuovo gli occhi e appoggiando la testa al muro alle mie spalle.

Finalmente non avevo paura di restare solo... io in quel momento volevo proprio esserlo

Lacrime di polvereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora