XX Capitolo

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Spazio autrice:

Eccomi qui con un altro capitolo, penso anche prima del previsto. Come potete notare ho aggiornato l'altra mia storia "La maschera di Ferro" che non aggiornavo da moolto tempo per mancanza d'ispirazione, ma vi ringrazio con tutto il cuore perchè continuate a seguirmi e starmi dietro. Vi amo per questo! Buona lettura guerrieri, e grazie per ogni stella e ogni commento.

 - Da dove venite?

- Cosa vorreste chiedere a Christopher?

Spero troviate del tempo per rispondere. Un bacione, a presto, Noemi :*



*Harry's Pov*
Cambiamenti


- Allora? Come sta? - chiesi per la centesima volta all'infermiera che mi guardò esasperata - La prego, aspetti il medico, io non so ancora nulla - e quella frase, poverina, l'aveva già ripetuta sette volte.

- Mi scusi, è che sono davvero in ansia -

- Lo so, immagino e mi dispiace, ma non posso far... oh, ecco il medico! - sbottò entusiasta. Andai subito verso di lui. Louis entrò nella stanza per poter parlare con Chris.

- Allora? -

- Diciamo che tutto sommato sta bene. Ha parecchie contusioni, troppe per un semplice caduta dalle scale. Lei ne sa qualcosa? -

- Quando ho ricevuto la chiamata mi sono precipitato da lui, ma non so ancora come siano andate le cose. Mio marito sta parlando con lui in questo momento. Per il resto va tutto bene? Nessun trauma o nessuna frattura? -

- No, fortunatamente no. Ha riportato solo delle contusioni più o meno superficiali eh... Signor Tomlinson giusto? - annuii come conferma.

- Ho trovato segni di dita sul suo corpo. Si assicuri come siano andate le cose. Se parliamo di violenza domestica ho il dovere di far intervenire la legge -

- Me ne assicurerò immediatamente - dissi e nel frattempo Louis uscì dalla stanza, con il volto completamente sconfitto - Una caduta dalle scale! E una vecchia lite con compagni di scuola. Nessuna violenza domestica - disse. Smisi di respirare per un solo secondo. Il medico annuì con sollievo e si congedò.

- Cosa vuol dire tutto questo? Non vuole denunciare suo padre? - mio marito scosse il capo. - Vieni, entra con me. Dobbiamo fargli cambiare idea e ho bisogno della tua laurea per farlo -

Senza farmelo ripetere, entrai subito nella stanza. Christopher era davvero conciato male e Darcy era seduta accanto a lui, come se stesse prendendo il posto che un genitore in quel momento dovrebbe occupare.

- Fammi parlare da solo con lui. Porta Darcy a prendere una cioccolata - la piccola non appena sentì queste parole si alzò subito contenta e promise al fratello che avrebbe preso un dolcetto pure per lui. Aspettai che fossimo realmente soli e poi mi avvicinai al ragazzo.

- So cosa vuoi. E' solo un'assurda pazzia che ti porterà dentro un vortice più potente di adesso. Non farlo Christopher. Hai la grande opportunità di poterti liberare di lui, non gettarla via -

- Non so di cosa tu stia parlando. Sono caduto dalle scale e basta -

- Ti ha minacciato di dar fuoco alla casa con la tua famiglia dentro. Non fare finta di nulla, non con me -

- Ripeto: non ho la più pallida idea di ciò che stai insinuando -

- Guardati, Christopher. Guarda il tuo corpo pieno di lividi, la pelle su di essi ruvida. Guarda allo specchio come ti ha ridotto la faccia. L'occhio gonfio, il sopracciglio tagliato, un livido violaceo sullo zigomo e sulla mascella. Guardati allo specchio e immagina su quanti gradini ancora dovrai cadere per anni. Immagina su quanti gradini potrebbe cadere Darcy quando tu non sarai con lei per difenderla. Se le vuoi bene e se vuoi tenerla lontano da lui, non devi farle da scudo ma da guida. Portala in un luogo sicuro invece di lasciarla circondata dalle fiamme in una bolla di sapone. Scoppierai prima o poi e tu non sarai lì per difenderla. Denunciando tuo padre, dai la possibilità a tua sorella di farsi una vita migliore, più colorata -

Il ragazzo non rispose e quindi mi avvicinai ancora, scrutando le espressioni del suo viso. Stava cedendo. Il labbro inferiore tremò debolmente.

- Arriverà il momento in cui le minacce di tuo padre avverranno. E se tu non sarai con lei quando le fiamme si impadroniranno di casa tua? Vuoi fare la scelta giusta e apprezzo che vuoi prenderti la piena responsabilità di lei e vuoi proteggerla fino alla morte, ma se prima ti succede qualcosa, non potrai proteggerla più. Non pensare ad ora che ti stai prendendo cura di lei, pensa piuttosto a un domani quando tu non potrai. Nonostante raggiungerai la maggior età sai quanto tempo e quanto lavoro ci vorrà affinchè tu possa avere la custodia di tua sorella? Ci vorranno anni e soprattutto soldi. Dovrai assicurare alla legge uno stipendio mensile che permette a te e tua sorella di vivere in condizioni modeste. Non potrai farle avere solo un tetto sulla testa, ma una casa vera e propria e senza nemmeno il completamento degli studi sarà impossibile. Lo so che ti sei creato un progetto e che te lo sto distruggendo ma solo perchè ora, davanti a te, hai un altro progetto migliore e più facile da ottenere. Vuoi far vivere tua sorella in quella casa per altri cinque anni minimo invece che portarla al sicuro? Ti sto offrendo un tetto. Per te e per Darcy. Non voglio che mi chiamerai papà. Voglio solo che tu sia al sicuro. Che tu possa proteggerla senza rischiare la vita. Ci saranno solo regole di sopravvivenza e se vorrai, tra tre anni potrai prendere tua sorella e Louis ti aiuterà con la custodia ma adesso, liberati di lui. Denuncialo. E' la cosa migliore -

Christopher scoppiò di nuovo a piangere, portandosi le mani sugli occhi come a non volersi mostrare.

- E' tutto vero quello che hai detto o lo hai detto solo per farmi cambiare idea? -

- E' tutta la pura verità, Christopher. Venite da me e Louis. Vi offriremo un po' di pace, ti prego, ne avete bisogno -

- Io... non lo so, ti assicuro che non so più cosa fare. Voglio proteggerla ma se la legge non punisse mio padre? Se dopo qualche anno lui uscisse dalla galera? Ci verrà a cercare, me lo sento -

- Louis si occuperà di tutto, non sarete mai da soli e mai in pericolo -

Il ragazzo chiuse gli occhi per qualche minuto, tranquillizzandosi. Poi li spalancò, deciso e mi fissò - D'accordo allora. Voglio denunciarlo -

- Sappi che sono fiero di te - e dopo quelli parole lessi qualcosa nei suoi occhi e dei frammenti si ruppero. Come se nessuno glielo avesse mai detto.

- Ed anche Louis lo sarà -

Annuì senza dire altro e mi precipitai da Louis, lasciandoli poi da soli in stanza. Giocai con Darcy mentre i poliziotti facevano domande e come previsto fu chiamata l'assistenza sociale, ma mio marito mi rassicurò dicendo che aveva tutto sotto controllo.

- Amore, ci vorranno almeno delle ore qui. Sicuramente Christopher e Darcy verranno a stare da noi quindi perchè non vai a comprare qualcosa? Qualche vestito o magari la fai tu la spesa oggi così tieni impegnata la piccola fino a questa sera -

- D'accordo. Fammi sapere però - lo baciai e poi presi in braccio la piccola. - Clis starà bene? - mi domandò e io subito le sorrisi - Certo, finalmente saremo io e Louis a prenderci cura di voi. Ti piace come idea? -

Urlò un continuo di "Sì" e ognuno di essi mi stonò le orecchie e mi fece ridacchiare.

- Allora... vediamo un po'... qual è il tuo colore preferito? -

Ci pensò su mentre io entravo in macchina e mi dirigevo al centro commerciale.

- Boh... Rosa? -

- Non lo sai? - scossi la testa ridacchiando e lei sembrò imbronciarsi - Rosa! - affermò decisa.

- Allora vuol dire che ti comprerò qualcosa di rosa. Il rosso ti piace? -

- Tanto tanto! -

- Più del rosa? -

- Si! -

-Allora mi sa che è il rosso il tuo colore preferito -

- Da ora si. E il tuo? - svoltai a destra e ricordai quella volta in cui confessai il mio colore preferito a Louis. Lui teneramente (si fa per dire) mi confessò il suo.

- Il mio è il blu -

- Come gli occhi di Lou? -

- Esatto - le sorrisi dolcemente. Le feci qualche altra domanda e poi parcheggiai la macchina. Scorrazzammo un po' in giro per in negozi alla ricerca degli abiti perfetti e dopo un'ora e mezzo ero parecchio soddisfatto degli acquisti. Avevo anche preso delle lenzuola nuove e pulite da mettere nella camera degli ospiti. Purtroppo avevo comprato solo due felpe per Chris, non sapendo la sua taglia. Ma a breve anche lui avrebbe preso qualcosa. Ricordai quando Johannah mi aveva fatto trovare tutte quelle magnifiche cose nuove a casa sua e volevo poter offrire altrettante cose a quei ragazzi che avevano attraversato momenti difficili.

Usciti dal centro commerciale andammo a fare la spesa e perdemmo un'altra oretta. Avevo acquistato degli yogurt con gli smarties che avrei voluto provare subito. Altro che per Darcy... li avevo comprati per me!

- Hai comprato tante cose, Harry -

- Lo so piccola, ma oggi è un giorno meraviglioso, non trovi? Arrivati a casa facciamo una bella torta. Mi aiuti? -

- Siii! - saltellò sui sedili posteriori ma le dissi subito di stare ferma. Non dovevano esserci altre complicazioni.

-Harry, il cellulare -

- Adesso rispondo, devo prima liberare le mani - posai tutte le buste sul tavolo, non appena arrivai a casa. Vi trovai dentro Johannah che cucinava qualcosa.

- Sorpresa!- gridò entusiasta, fissando poi la bambina e spalancando la bocca. - E lei chi è? - fece in tempo a chiedere, prima che Lottie si precipitasse ad abbracciarmi. Fizzy, Daisy e Phoebe ci raggiungessero.

- Ragazze, vi presento Darcy. Sicuramente stasera vi spiegheremo meglio tutto. Chi mi aiuta ad ordinare la spesa? - Darcy si ammutolì tutta in una volta. Amavo la sua dolcezza e la sua timidezza.

- Ehi piccola, io sono Lottie. Loro sono le mie sorelline. Quanti anni hai? - iniziarono a farle domande pur di farla parlare, ma lei si incollò alle mie gambe e per poco non persi l'equilibrio.

- Ci penso io alla spesa, tu falla ambientare - mi sorrise Johannah, facendomi un occhiolino e iniziando ad ordinare le cose.

Presi in braccio Darcy e portai il cellulare all'orecchio - Lou, dimmi -

- Indovina un po' chi vivrà con noi per un bel po'? - domandò entusiasta e io mi lasciai sfuggire un grande sorriso.

- Davvero? E' tutto a posto? Oddio quasi non ci credo -

- Sì, bellezza. Tra mezz'ora siamo lì. Siamo stati ad aggiustare tutto! -

- Perfetto, vi aspettiamo qui. Ci sono tua mamma e le tue sorelle. Stiamo preparando una cenetta deliziosa e una torta! Vero Darcy? -

- Si! - disse più sicura, strappandomi il cellulare dalle mani per dire a Lou che doveva sbrigarsi. Risi e poi chiusi la chiamata.

Feci il possibile per far ambientare la piccola, aggiustando anche i suoi vestiti nell'armadio, facendole una doccia e aiutandola a indossare abiti nuovi e profumati.

Quando scendemmo in salotto, Fizzy aveva appena aperto a Louis e Chris che ancora zoppicava dolorante. Gli si illuminarono gli occhi quando vide la sorellina e lei subito gli andò incontro.

- E questo vestitino rosa? - le chiese. Lei felicemente disse - Li ha comprati Harry -

Il ragazzo mi guardò come se volesse dirmi che ci avrebbe pensato lui, ma probabilmente cambiò idea all'ultimo poichè mi sorrise. Johannah sbucò fuori e invitò il ragazzo ad andare a farsi una doccia così poi avremmo cenato. Ci aveva pensato lei al dolce alla fine.
-Tenetevi pronti, dai! - disse dopo una mezz'ora. Aveva messo due candeline sulla torta al cioccolato e la reggeva con le mani. - Vi voglio subito davanti alle scale. Fizzy dimmi se arriva! -

- Johannah... cosa? - lei mi zittì con un bacio sulla guancia e prendemmo postazione. Louis teneva Darcy in braccio e mi affiancava. Fizzy scese le scale dicendo che Christopher stava arrivando. Lottie e le gemelle si posizionarono vicino alla madre e subito un'immagine mi affiorò in mente. Mi salirono le lacrime agli occhi quando vidi Chris fermarsi a metà scala e guardare tutti con un'epressione sconvolta. Darcy corse dal fratello per farsi prendere in braccio e Louis ne approfittò per abbracciarmi forte. Tutti urlarono "Benvenuti" e Louis mi sussurrò all'orecchio "Sii fiero di quello che hai fatto. Loro rappresentano te anni fa. E come te diventeranno forti, coraggiosi e liberi". Lo baciai per poi asciugare due lacrime. In quel momento capivo l'occhiolino di Johannah. Quello era stato il tipico Benvenuto dei Tomlinson.

- Fatevi abbracciare adesso, dai! - Christopher si fece coinvolgere dagli abbracci e dalle presentazioni. Anche Darcy sembrò più ambientata e meno timida.

Sorrisi perchè Louis aveva ragione. Sarebbero diventati forti e liberi, come me. Mi auguravo che lo diventassero pure di più.

E quello era stato il miglior cambiamento della loro vita e della mia.

Lacrime di polvereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora