XXXIV Capitolo

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Spazio Autrice:


Ciao Guerrieri! Ho notato che nello scorso capitolo ci sono stati tanti commenti soprattutto rivolti a Chris ahahaah vi adoro, tantissimo e mi sono divertita a leggerli quindi grazie, davvero! In questo capitolo, Chris farà una bella cosa quindi mi aspetto tanti altri commentini *-*

Al prossimo capitolo, un bacione, Noemi :*



Un regalo significativo.


*Christopher's Pov*




-Oggi non c'eri a scuola - affermai, guardando le spalle di James. Non si era ancora voltato nella mia direzione e quel giorno avevamo parlato davvero poco. Gli avevo chiesto se potevamo incontrarci nel pomeriggio e lui aveva risposto con un semplice okay. Così avevo chiesto a Zayn di accompagnarmi a comprare qualcosa e devo dire che mi aveva consigliato la cosa migliore del mondo.

- Jay? - lo richiamai e lui finalmente si girò. Teneva il viso basso e aveva un cappello in testa. Quello con la visiera che ogni volta copre mezzo viso.

- Che hai? - mi avvicinai ancora di più, alzandogli delicatamente il viso. Sgranai gli occhi. Aveva delle occhiaie davvero profonde e un piccolo livido sullo zigomo. Scostò il viso e si andò a sedere su una panchina a destra. Lo seguii, sentendo il cuore battere davvero velocemente e mi sedetti accanto a lui.

- Che cosa è successo, Jay? -

- Niente -

- Da quanto in qua non mi racconti qualcosa? -

- Da quanto non mi va, Chris. Te lo dirò, ma non oggi. Non insistere, per favore -

- D'accordo... volevo chiederti scusa per ieri. Sapevo che fosse domenica ma non avevo tenuto conto dei giorni. Mi dispiace. Ti ho comprato una cosa però... spero ti piaccia -

Gli porsi la scatolina azzurra e lui la guardò esitante. - Non avresti dovuto. Davvero, va tutto bene. E' stato un giorno come gli altri - quella frase mi fece rimpicciolire il cuore nel petto, ma sperai che il regalo potesse piacergli comunque e migliorargli il resto della giornata. Addolcire un po' quel Lunedì sempre amaro.

- E' un aeroplanino? E' davvero stupendo, Chirs... chissà quanto ti è costato! - gli si illuminarono gli occhi e automaticamente anche i miei presero vita.

- Ecco... avrebbe un significato -

- E qual è? -

Lo fissai e sospirai, facendomi coraggio.

- Allora... Harry ha una collana così. Gliel'ha regalata Louis anni fa. E dopo qualche anno, Harry ne ha comprata una uguale per Louis. Un amico mi ha detto che mi sarebbe stata regalata una collana così per il mio compleanno e anche a Darcy, così ho pensato che potresti far parte anche tu della mia famiglia, visto che la tua fa abbastanza schifo. Non siamo uniti col sangue ma... sei sempre stato importante per me, Jay. E questo regalo è stato il consiglio migliore del mondo che mi avessero mai dato -

Stavolta la luce nei suoi occhi si trasformò in gocce d'acqua. Non pianse ma si buttò su di me, abbracciandomi forte. - E' un regalo così significativo Chris... davvero grazie, vale così tanto per me! -

Restammo abbracciati ancora qualche minuto, poi ci fu qualche bacio e infine aiutai James a indossare la collana.

- Ora mi dici come ti sei procurato questo livido? -

Sbuffò e si agitò un po'. - Dovevo prendere dell'erba. Ne avevo bisogno ieri. Ma ci sono stati dei problemi con Kelly e non è finita molto bene -

- Problemi? Perchè eri da Kelly, poi? Avevi detto che non ci saresti andato più -

- Perchè l'altro mio amico non c'era e sono dovuto tornare da lui. Quando ha saputo che ho comprato della roba da qualcuno che non era lui, si è infuriato, mi ha colpito e mi ha mandato via. E insomma basta... ho chiuso con quella schifezza -

- Spero davvero che sia così... non mi piace sapere che ti metti in questo modo nei casini -

- Mmmh, protettivo, mi piace - si sporse verso di me, baciandomi un'altra volta.

- Come ci si sente ad avere diciassette anni? Ancora uno e potrai portarmi in giro con la macchina -

- E chi ti ha detto che ti vorrò attaccato al mio culo ancora per un altro anno? -

- Sarà così, fidati - ridemmo per il doppio senso ma subito dopo il cellulare di James squillò.

- Papà? Sì lo so che ho il coprifuoco... ho solo comprato del tè alla pesca, adesso ritorno! - staccò la chiamata e mi fissò dispiaciuto.

- Devo andare. Mio padre non ha reagito bene a questo livido e non si è bevuto il fatto che mi avessero aggredito quindi oggi non sarei dovuto uscire, ma mi ha lasciato un'oretta per comprare del tè. Che odio. Fidati che non è cambiato nulla, ma non vedo l'ora di averne diciotto per iniziare una vita autonoma e lontano da casa -

- D'accordo, non preoccuparti. Arriveranno anche questi diciotto. Ci sentiamo per messaggi -

- Sì - si sporse e ci baciammo per qualche minuto. Assaporai il suo gusto di menta e la lingua che si intrecciava alla mia. Non importava nulla quando le nostre labbra collidevano. Spariva tutto e mi sentivo bene, e questa era l'unica cosa che potesse davvero importarmi.

Lo salutai un'ultima volta e poi andai a casa. Zayn era già andato via prima di pranzo, sicuro di voler tornare a casa propria, ma aveva detto che sarebbe venuto presto a farci visita e mi piaceva perchè la sua compagnia mi dava un sostegno immenso.

Aperto il portone di casa, c'era un silenzio assurdo. Sicuramente Harry e Louis erano a lavoro e Darcy in giro con Johannah. Chiamai quest'ultima giusto per assicurarmene e infatti erano al centro commerciale perchè voleva fare un regalo sia a me che alla piccola. Darcy avrebbe compiuto 5 anni dopo un mese. Io diciassette ma dopo ben quattro mesi. E tutti già sembravano intenzionati a preparare chissà quale festa. Io non ne avevo mai ricevuta una. Mi andava benissimo pure un semplice muffin con una candelina.

Decisi che nell'attesa avrei potuto studiare qualcosa, giusto per farmi due interrogazioni il giorno dopo e non essere del tutto sotto terra.

Studiai fino alle otto, quando la casa fu nuovamente invasa da tutti. Louis e Harry, Darcy e Johannah. Lottie a quanto pare era in giro con la sorellina Phoebe.

- Ehi, ci aspetti da molto? -

Alzai le spalle - Ne ho approfittato per studiare qualcosa -

- Oh, mi fa piacere sentirtelo dire - disse Harry.

- Sì, visto che non lo dici mai - aggiunse Louis, dandomi il cinque quando Harry lo guardò male. Risi a quella scena e mi sedetti sullo sgabello, prendendo Darcy in braccio.

- Avete bisogno di aiuto? - chiesi, ma nessuno voleva che facessi qualcosa quindi restai lì a fissarli mentre preparavano la cena e ne approfittai per assaggiare un po' di tutto. Come cuoco, avrei fatto fallire il mio ristorante visto che mangiavo più cose io che i miei clienti. Avrei finito per non avere più nulla da cucinare prima della fine della serata.

- Stasera pesce? Che delizia - annusai come un cagnolino tutto il buon profumo che proveniva dalle pentole e padelle. Non vedevo l'ora di assaggiare tutta quella bontà.

- Sì, così mangiamo qualcosa di sano che non siano humburger e patatine! - e a dire questa frase ovviamente fu Harry, deluso di non aver ancora fatto mangiare delle verdure a Darcy. Aveva provato a camuffarle una volta, ma era stato comunque sgamato da Darcy, proprio mentre cercava di trasformarle in polpette. La scena è stata epica. Darcy sembrava una donnina arrabbiata, con le mani sui fianchi, l'espressione accigliata e accusatrice. Mentre Harry aveva alzato le mani in aria e sgranato gli occhi non appena aveva sentito dire:" Che cosa vuoi fare? Io non le mangio comunque". E forse... e dico forse... Louis potrebbe centrare qualcosa con tutto questo. Aveva detto a Darcy di andare in cucina quindi... non me l'ha mai raccontata giusta.

Però mi piaceva il clima familiare. Mi piacevano le piccole liti e la famiglia che pezzo dopo pezzo stavo creando. Mi piaceva sentirmi parte di qualcosa, di un gruppo... mi piaceva far parte di un branco.

Lacrime di polvereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora