XIII Capitolo

1.8K 111 52
                                    


* Di nuovo qui! Questo mese ho aggiornato più volte! Mi sono sentita ispirata e ho scritto di più. Grazie davvero a tutti voi per il sostegno. Vi amo. A presto, guerrieri. Un bacione, Noemi :*

Ps: ci tengo a voler pubblicizzare due storie di una mia amica. Si intitolano: "College e #Ruggelaria" di Andrydiana13 su Wattpad.

Lasciate una stella o un commento se vi va!*

Anche a voi Wattpad unisce le parole? Ogni volta sono costretta a pubblicare il capitolo e modificarlo quindi scusatemi se trovate qualche errore!


Ancora Sam.





- Vincent! - salutai il segretario, poggiando la borsa sulla sua scrivania.

- Harry! Tutto bene? -

- Alla grande, tu? -

- Stanco, ma tutto bene - gli sorrisi e con un cenno indicai la porta chiusa dello studio di Louis. - Con chi è? -

Il segretario ruotò gli occhi al cielo e - Sam - disse con disprezzo.

Sbuffai - Non sta a genio nemmeno a te? -

Si guardò attorno, forse per paura che potesse sbucare da qualche parte e poi mi confessò quello che gli era successo.

- Direi di no, visto che mi ha fatto preparare tre caffè nel giro di cinque minuti. Uno era con poco zucchero. Uno ne aveva troppo.Il terzo non aveva il latte, ma lo ha bevuto comunque perchè Louis si era spazientito tanto quanto me -

- Un riccone di quelli che pretendono troppo anche da un caffè - ammisi, passandomi una mano tra i capelli.

- Direi proprio di sì -

- E' da tanto che è con lui? -

- Tre quarti d'ora -

- Quanto? - quasi urlai. Fortunatamente da lì dentro nessuno poteva sentirmi.

- E' un affare grosso quello che hanno per le mani. Pare che Sam voglia denunciare la "Enterprising smart individuals" o meglio nominata come ESI, perchè hanno messo in rete un filmato davvero compromettente nel quale Sam insulta il capo della società.Ovviamente questo può essere denunciato come querela e Sam l'avrebbe vinta e Louis con il suo studio legale diventerebbe davvero molto famoso se vincesse la causa -

- E' bello sapere che ci sono cose che tu mi dici e mio marito no! Ti ringrazio molto Vincent! - diedi una pacca al ragazzo che però spalancò la bocca.

- Cazzo... emh scusa! Ma queste cose proprio non dovrei dirtele Harry! -

- Non ti ho mica chiesto io di farlo. Ma stai tranquillo, tutto quello che mi dici è al sicuro -

Vincent fece per ribattere, ma Louis e Sam uscirono dallo studio.Quest'ultimo, sicuramente mi notò, ma portò le mani alla cravatta di Louis, aggiustandola.

- Dovresti indossarne una rossa. Anzi, rosso mattone. Ti starebbe d'incanto - gli disse, lisciandogli la giacca.

- Provvederò subito, allora - mi intromisi. Louis mi guardò in modo strano, ma di certo non potevo stare a vedere Sam che gli toccava continuamente il petto, istigandomi.

- Ah, tu saresti? -

- Suo marito, Harry. Piacere di conoscerti -

- Sam Jonah Montgomery, proprietario della catena Montgomery's shop! -

- Styles, proprietario di quest'uomo che ti trovi davanti! - la buttai giù ironicamente. Sam rise e io accompagnai la sua risata con qualcosa di più finto. Louis, invece non sorrise affatto, anzi mi guardò con le sopracciglia alzate.

- Mi dispiace averti ingelosito, Harry -

- Oh tranquillo. Credo fosse lecito. Insomma so che sei sposato e che non sarebbe piacevole se qualcuno lo facesse con chi ami -

- Harry smettila - mi interruppe mio marito. Mi zittii. Forse avevo esagerato. Sam mi rivolse un sorriso di circostanza, molto freddo.Scostai subito lo sguardo dal suo.

- Ma certo. Scusatemi, ho degli impegni che non posso proprio disdire.Grazie della disponibilità Louis e grazie dell'ottimo caffè, Vincent! - lasciò lo studio e rivolsi un'occhiata scettica a Vincent. Ottimo caffè? Davvero?

- Mi prendi in giro? - sibilò Louis.

- Come, scusa? - chiesi stralunato. Afferrai la mia valigetta e lo seguii nel suo studio, chiudendomi dietro la porta.

- Che cazzo ti passa per la testa Harry? Mi hai fatto passare come un bambino di tuo proprietà? Ho fatto una figura pessima e poi eri serio con la battutina sul marito e sulla fedeltà? -

- Sei serio, Louis? Aveva le sue fottute mani sul tuo petto e ti dava consigli di moda. Mi ha ingelosito la cosa, quindi dove sta il problema? -

- Dove sta il problema? "Styles, proprietario di quest'uomo che ti trovi davanti!" mi hai fatto passare per un bambino con il suo padrone,anzi, tu sei passato per un bambino capriccioso! -

Sentii le lacrime pizzicarmi gli occhi - Senti sono passato da qui solo perchè volevo chiederti di andare a cenare da qualche parte, ma se hai intenzione di sfogare le tue frustrazioni su di me, possiamo lasciar perdere! -

- Ti sto dicendo che quella sceneggiata lì potevi pure risparmiartela davanti a un cliente così importante, Harry! - mi urlò.

- Mi dispiace, okay? Scusami se sono geloso! - urlai a mia volta.Asciugai una lacrima che mi era sfuggita dalla frustrazione e poi scossi il capo.

- Senti, lascia stare. Ci vediamo a casa stasera, non ho voglia di cenare fuori - indietreggiai e aspettai che Louis mi dicesse qualcosa o quantomeno mi salutasse ma nulla... non disse nulla.

- Ciao Vincent - lo salutai al volo, uscendo di corsa dallo studio e rifugiandomi nell'auto. Guidai fino a casa, poi restai sdraiato sul divano per qualche minuto, cercando di far sbollire la rabbia.

Alla fine decisi di darmi da fare, di farmi perdonare e di preparargli una cena deliziosa. Mi ero seriamente comportato un po' da bambino,rivendicando ciò che era mio come se Louis fosse un giocattolo e passando immaturo agli occhi di Sam, facendogli quella battutina sul matrimonio. Non sapevo nemmeno se le cose col marito andassero bene e io gli avevo gettato addosso una battuta patetica. Inoltre Louis aveva un certo comportamento da assumere con i clienti e lo avevo messo in imbarazzo. Dio, che idiota.

Sospirai e preparai tutto entro le nove e mezza. Louis, però,non era ancora arrivato. Coprii le pietanze con dei coperchi, per evitare che si freddassero e poi mi sedetti sul divano. Chiamai Louis ma mi rispose la segreteria telefonica. Accesi la TV per passare il tempo.

Alle dieci mi decisi a chiamare Vincent, era impossibile che fosse ancora allo studio.

- Pronto? -

- Ehi Vincent, sei allo studio? -

- No, abbiamo chiuso due ore fa... come mai? -

La delusione mi dipinse il volto e il tono di voce.

- Oh nulla... Louis aveva dimenticato una cosa lì. La prenderà domani. Grazie comunque -

- Figurati. Buona serata -

- Si, anche a te -

Misi un film qualunque e chiamai Zayn, parlando un po' del più e del meno. Poi chiamai anche Liam che non aveva voluto prendere il discorso del matrimonio e del tradimento. Alla fine chiamai Johannah che mi passò tutte le figlie che piano piano stavano andando aletto, considerata la tarda ora. Staccai il cellulare alle undici e mezza, con l'orecchio in fiamme per avervi tenuto contro il cellulare per ore. Poi chiamai di nuovo Louis. Il cellulare squillava a vuoto e nessuno rispondeva. Rimasi sul divano fino a mezzanotte e mezza. Ero preoccupato che gli fosse successo qualcosa. Poi spensi la TV. Lasciai il cibo in tavola e salii su per le scale. Mi spogliai e andai a letto. Qualche lacrima mi bagnò il volto perla disperazione e la rabbia, poi passò. Cercai di chiudere occhio ma non vi riuscì fino alle quattro del mattino, quando sentii il portone di casa che veniva prima aperto e poi chiuso.Ascoltai attentamente tutti i movimenti di Louis, fino a quando non entrò in stanza. Pensò che stesse dormendo, visto che non mi vedeva il volto. Fece tutto in silenzio e quando appoggiò le spalle al petto mi incoraggiai a farmi sentire.

- Buonanotte comunque... o direi meglio Buongiorno, visto la tarda ora -

Mio marito sobbalzò e si girò a guardarmi. Gli occhi colmi di sorpresa.

- Harry... -

- Non fa niente. Ho sbagliato, hai ragione. Mi sono comportato da idiota. Ma stare in giro fino alle quattro del mattino senza neanche farmi sapere dove cavoli eri... questo potevi pure risparmiartelo,Louis! Non ho chiuso occhio, pensando al peggio. Un incidente! Un problema grave! Cazzo ho pensato pure di chiamare gli ospedali a un certo punto perchè per ore non ti sei fatto vivo. Il cellulare squillava a vuoto e non sapevo che fare. Ma vedo che stai bene. Mi fa piacere! - mi alzai dal letto, non riuscendo più a restarvici dentro con Louis accanto.

- Harry, fammi spiegare almeno! -

- Senti Louis, non mi sento proprio in vena di parlare, okay? In caso me lo dici domani -

Afferrai il cuscino e una coperta dall'armadio, sotto lo sguardo attento di Louis.

- Dove vai? -

- Sotto. Goditi pure le ultime ore di sonno che ti restano -

-Harry... -

- Fanculo! Avevo pure preparato la cena per chiederti scusa! Cazzo,dove sei stato almeno? Che cosa hai fatto? Eri con Sam? Che cavolo è successo? Sono stato ore a dannarmi chiedendomi che cosa avessi sbagliato, Lou! - scoppiai a piangere, non riuscendo più a trattenere le lacrime.

Mio marito si alzò di scatto, venendomi incontro e abbracciandomi - Dio, tesoro, mi dispiace così tanto. Non hai fatto nulla tu, davvero. Mi ha chiamato Christopher e sono corso da lui. Suo padre lo ha colpito al volto e lui voleva solo che andassi a comprargli dei cerotti per non farsi vedere in giro in quello stato.Sono stato fino a tardi nei pressi del suo quartiere e lì il cellulare non prende e poi lo avevo silenziato per evitare che ci scoprissero. Mi dispiace non averti avvisato. Volevo farlo, ma se avessi preso il cellulare, Christopher avrebbe pensato che avrei chiamato la polizia. Ti prego, non piangere! -

Tirai su con il naso chiedendo - Quindi non mi hai tradito? -

Louis sorrise e mi trascinò fino al letto - No. Porto ancora il tuo profumo addosso, da stamattina. E vorrei riaverlo nelle mie narici,se mi è concesso -.

- Mi ha fatto preoccupare a morte - aggiunsi baciandolo.

- Perdonami - ricambiò il bacio e sì, aveva ragione. La sua pelle portava impressa il mio profumo.   

Lacrime di polvereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora