XLI Capitolo

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Spazio autrice: POSSIBILE TERZO LIBRO? LEGGETE!


Mi mancavano così tanto i nostri Larry che questo capitolo è dedicato interamente a loro! Quanto vi manca vederli sul palco a lanciarsi occhiatine? E soprattutto, alla fine di questo capitolo, quanto vorreste che tutto ciò accadesse davvero? Che le parole di Harry fossero parole sulla bocca di tutti?

Grazie mille per tutto, guerrieri, ci sentiamo al prossimo capitolo! Un bacione, Noemi :*

PS: meno 8 capitoli alla fine! Alcuni di voi mi hanno chiesto se ci sarà un terzo libro. Sinceramente da quando ho iniziato a scrivere questo libro ho pensato che fosse l'ultimo ma non so... potrei incentrarmi un po' su Christopher in un terzo libro, e se sempre sui Larry... che ne pensate?



Gelosia


*Harry's Pov*



Entrai in camera da letto e trovai Louis intento a cercare dei vestiti, con solo un asciugamano attaccato in vita. Se non fossi stato tanto curioso di sapere dove dovesse andare, lo avrei sicuramente trattenuto in qualche modo.

- Esci? - chiesi, inarcando un sopracciglio. Louis si voltò verso di me - Ti avevo mandato un messaggio prima di rientrare -

- Non ho visto il cellulare, sono arrivato ora. Dove vai? - mi tolsi la giacca e la posai sul letto, poi lentamente sbottonai la camicia. Avevo bisogno di un bel bagno caldo.

- Ho una cena di lavoro con Sam - Louis apparve insicuro e anche il mio sguardo lo divenne. Le mani restarono ferme a mezz'aria e la camicia ancora mezza abbottonata.

- Sarete solo voi due? -

- Sì, tesoro. E so già cosa stai pensando, ma non devi essere geloso -

- Be' è facile per te, ma non per me. Quel tipo non mi piace proprio. E' sempre pronto a puntarti con lo sguardo o a toccarti - mormorai, riprendendo a svestirmi.

- Ti prego Haz, non ricominciare o finiremo per discutere e non mi va proprio. E' solo una cena che non durerà nemmeno molto. Vuole solo sdebitarsi -

- Ti paga, perchè dovrebbe sdebitarsi? Al massimo potrebbe pagarti di più - pensai che Louis si fosse innervosito invece rise e indossò un jeans nero e una camicia bianca.

- Magari dopo questa cena, riuscirò a farmi pagare ancora di più -

- Devi proprio? Volevo cenare in famiglia questa sera. Chris voleva parlarci di qualcosa -

Louis tentennò ma continuò a prepararsi - Non posso disdire, non all'ultimo momento. Chris rimanderà a domani, oppure inizia a parlare con te, ma non posso proprio saltare la cena. Salterebbe l'affare e io perderei il caso più importante che abbia mai avuto -

- Non mi piace proprio che tu vada... il pensiero che tu rimanga solo con lui... -

- Prometto di non fare tardi - si chinò su di me, che mi ero sdraiato a letto mezzo nudo e mi baciò. Lo trattenni, avvicinandolo e facendolo cadere sul letto. Louis rise ma si rialzò - Vorrei tanto passare tutta la serata con te, ma devo proprio andare. Recupereremo-

Ruotai gli occhi al cielo e lo fissai mentre si spruzzava del profumo addosso e si metteva le scarpe.

- Sei troppo elegante - lo ammonii e mio marito rise di nuovo - Volevo andarci con la tuta, ma nel ristorante in cui andremo non mi farebbero entrare -

Feci il broncio - Vedi di farti pagare molto. Vorrei andare anche io in un ristorante del genere con te... -

- Ti ci porterò. Anzi, ti offrirò di meglio un giorno, ma devo riuscire a vincere questa causa -

- Okay... ma non fare tardi. Ti aspetterò sveglio -

Louis annuì, mi saluto di nuovo con un lungo bacio e poi andò via indossando la giacca. Sospirai e rimasi a letto per qualche altro minuto. Non avrei passato nemmeno un attimo in pace sapendo che era da solo con quel tipo che nemmeno mi piaceva.

- Ehi, stasera non si cena? - mi voltai verso un divertito Chris che teneva in braccio Darcy. Cazzo, Louis avrebbe cenato fuori, noi no!

- Oh, certo, mi ero perso un momento. Cosa volete mangiare? - cercai una tuta nell'armadio e nel frattempo pensai a cosa preparare.

- Hamburger e patatine! - affermò Darcy.

- Tanto per cambiare - sdrammatizzai. Indossai abiti comodi e scesi insieme ai ragazzi. Chris lasciò Darcy sul divano, così che lei potesse vedere un cartone animato mentre lui mi raggiungeva in cucina.

- Dove va Louis? - chiese, sedendosi sul bancone. Presi tutto l'occorrente per preparare una cena deliziosa.

- Cena di lavoro - biascicai, concentrandomi sugli hamburger ed evitando di bruciarmi con l'olio caldo.

- Geloso, eh? -

- E' con un tipo che non mi piace proprio... ma è per lavoro e deve farlo... -

- Come... come fai a fidarti di lui? - notai la sua insicurezza e mi voltai a guardarlo.

- Siamo sposati. Ci amiamo. In ogni caso, mi fidavo anche prima del matrimonio. Quando ami una persona, inevitabilmente ti fidi, tranne se ti porta a dubitare. Allora... non credo che ci sia più tanto amore se in mezzo pensi possa esserci un tradimento -

- Non ho mai avuto una lunga relazione... o comunque una relazione che potesse bastare per farmi fidare di qualcuno -

Misi le patatine nel forno e nel frattempo decisi di sganciare una bomba - Non sei geloso di James? -

Come pensavo, Chris si irrigidì ma sapevo che quella sera avrebbe potuto affrontare il discorso. In fondo, mi aveva detto che voleva parlarci proprio di quello e l'avrebbe confessato anche a Louis, se lui non avesse avuto quella dannata cena.

- Io... non lo so... i primi giorni in cui stavamo insieme... ho baciato una ragazza davanti a lui? -

Sgranai gli occhi -Perchè? Poi perchè proprio davanti a lui? -

Il ragazzo si strinse le spalle - Non lo so. Sentivo di doverlo fare. Volevo far capire a James che non stessimo davvero insieme. Non volevo affezionarmi o peggio ancora ingarbugliarmi in una relazione seria. Avevo paura -

- Di cosa? - girai gli hamburger e approfittai di quei cinque minuti d'attesa per potermi dedicare del tutto a Chris.

- Di stare con lui. Di stare con un ragazzo in generale -

- Perchè? Hai paura di quello che possano dire gli altri? -

- Forse... o forse no. Insomma tu e Louis state bene, state costruendo una famiglia e so che posso farlo anche io ma ho paura perchè è tutto nuovo e non mi è mai capitato di immaginarmi accanto a un uomo piuttosto che accanto a una donna. Sono sempre cresciuto pensando che un giorno mi sarei sposato e avrei avuto dei figli tutti miei. Poi James mi bacia e ogni mia convinzione crolla. Forse è solo un momento confusionario... forse non mi piace davvero lui, ma il modo in cui mi dedica attenzioni... forse potrei trovare lo stesso in una ragazza -

- Non devi negarti, Chris. Nè negarti, nè etichettarti. Devi essere libero di amare chi vuoi. Indipendentemente che sia uomo o donna. Se ti fa stare bene, se ti tratta bene, se ti ama, se ci tiene a te... amalo. E' vero, forse un giorno ti innamorerai di una donna o forse sposerai un uomo, non puoi prevederlo, ci sta che tu stia scoprendo un nuovo mondo e sia confuso, ma se James ti fa stare bene, allora vivilo -

- Dentro di me so che tu hai ragione -

Sospirai... avevo già capito la sua paura ma non mi andava molto di uscire quel discorso. Eppure, sapevo che era il momento adatto per farlo - Hai paura per Darcy. Hai paura di confonderla -

Chris sgranò gli occhi - Come... come... -balbettò.

- Hai le stesse paure di Louis - sorrisi - Quando aveva scoperto che gli piacevo io e che quindi non era attratto dal genere femminile, aveva paura di deludere le sue sorelle o sua madre perchè era l'unico maschio della famiglia. Si è sempre chiesto cosa dovesse fare per evitare che le cose gli rovinassero giù dalle mani ma quando ha imparato ad essere felice, ha capito che tutto veniva da sè. L'ho aspettato per molto, ma quando mi sono stancato di vivere una bugia, lui ha capito che avrebbe rinunciato a tutto per me e non si è fatto scrupoli. Ha ammesso di amarmi in un pub, davanti a tantissime persone e l'ha fatto nella totale tranquillità, senza pensare agli altri. Darcy ti ama. Ti amerà anche se un domani tu dovessi presentargli un ragazzo invece di una ragazza. Un marito invece di una moglie. Perchè tu la rendi felice, tu la rendi orgogliosa, tu la salvi in qualunque modo e la tua scelta sessuale non influenzerà la sua, perchè anche lei crescerà libera di amare chi la fa stare bene -

Chris respirò lentamente, come se finalmente si fosse tolto un peso dalle spalle - Ora capisco perchè fai il tuo lavoro. Tu aiuti davvero le persone. Mi hai tolto un peso che porto da quando ho iniziato questa cosa con James. Non dico che adesso urlerò a tutti di tenerci a lui, ma mi sto lentamente affezionando e se è così che dovranno andare le cose, allora gli donerò tutto me stesso. Imparerò ad amarlo anche io -

- Sono convinto che tu lo faccia già. Non te ne accorgi, ma dai sempre tutto te stesso nelle cose che fai - spensi il gas e poggiai gli hamburger pronti su dei piatti.

- Grazie, Haz - era la prima volta che mi chiamava in quel modo. Gli sorrisi e gli diedi un'affettuosa pacca sulla spalla.

- Puoi anche abbracciarmi sai! - sbottò e a quel punto, ridendo, ci abbracciammo. Ricordai vagamente quando mi odiava. Quando pensava che volessi solo rubargli la sorella e invece in quel momento mi aveva spinto ad abbracciarlo. Si fidava di me. Mi stava dando tutto se stesso.

Portammo le cose in tavola e cenammo tranquillamente. Passammo da un discorso all'altro e riuscii a distarmi abbastanza da pensare a Sam solo ogni tanto e non ogni minuto. Poi decisi di pulire la cucina e di dare anche una spolverata al salotto e verso le undici, quando ormai tutti erano andati a letto, mi incamminai anche io verso la mia stanza.

Riempii la vasca da bagno e mi ci immersi per almeno mezz'ora, gustandomi l'acqua calda che lentamente si raffreddava. Poi continuai con la solita routine fatta di fono e capelli in aria e per finire mi sdraiai a letto.

Attesi che fossero le dodici e mezza prima di mandare un messaggio a Louis chiedendo se avesse fatto tardi. Lui rispose verso l'una dicendo che no, non avrebbe fatto tardi.

Così lo aspettai, con i pensieri che nuovamente mi scorrevano attorno. Sapevo di potermi fidare di lui ma il fatto che avesse infranto una promessa non mi faceva stare tranquillo. Se per lui, l'una di notte non era già tardi, si sbagliava. Decisi che avrei fatto l'incazzato. Avrebbe dormito da solo per quella notte. Così imparava ad andare alle cene di lavoro. Anzi... imparava a cenare con Sam. Lui cenava con Sam? Bene, niente sesso!

Alle tre e quarantacinque del mattino gli avevo inviato già il settimo messaggio. Era da un paio d'ore che non mi rispondeva e quello mi faceva preoccupare più di qualsiasi altra cosa.

Ricordai quando era tornato tardi e io ero arrabbiato con lui, ma poi mi aveva spiegato la situazione e aveva fatto tardi solo per aiutare Chris. In quel momento sperai tanto che tornasse a casa sano e salvo per potermi dare un'altra sua spiegazione. Io mi sarei incazzato, avremmo discusso, ma poi avremmo fatto pace rotolandoci tra le lenzuola e al diavolo la sfida del niente sesso! Volevo solo che fosse vivo, che fosse sano, che tornasse da me il prima possibile.

I seguenti quindici minuti li passai nel panico totale. Lo avevo chiamato. Il cellulare aveva la segreteria. Che fosse scarico? Che non prendesse? Che fosse successo qualcosa?

Altri minuti passarono lenti come quando hai fretta o paura e speri che qualcosa passi subito ma le lancette iniziano a rallentare, quasi a fermarsi. Iniziai a sudare per la preoccupazione. Non potevo rimanere ancora a letto. Camminai in giro per la stanza, poi alle quattro e cinque del mattino scesi in cucina e preparai del tè caldo.

Fortunatamente per me e per il mio stato di salute mentale, il portone di casa venne aperto. Lasciai perdere il tè che avevo appena versato nella tazza e mi precipitai come un uragano alla porta d'ingresso.

Louis aveva i capelli scompigliati e lo sguardo stravolto.

- Che diamine ti è successo? Sai che ore sono? - sbottai, avvicinandomi ancora di più a lui.

- Lo so, Haz. E ti assicuro che ho una spiegazione per questo, ma ho bisogno di stendermi per qualche minuto -

- Sei ferito? C'è stato un problema? - Louis annuì semplicemente ma non capii a quale delle due domande. Preoccupato, lo aiutai a sdraiarsi sul divano.

- Hai guidato comunque in questo stato? Poteva succedere qualsiasi cosa per strada, avresti dovuto chiamarmi! -

Uscì il cellulare dalla tasca e me lo passò. Era scarico. Alzai gli occhi al cielo. Ovvio che non l'avesse caricato del tutto prima di uscire. Era proprio tipico di Louis!

- Okay riprendi fiato. Vado a prenderti una tazza di tè così ti calmi - notai che fosse pericolosamente stravolto così sperai davvero che non fosse successo nulla di grave. Tornai poco dopo da lui con la tazza di tè che avevo precedentemente preparato per me. Lo aiutai a togliersi la giacca e le scarpe. Sembrava così sconvolto da non ricordare come si facesse.

- C'è stato un incidente fuori dal ristorante. Il marito di Sam stava venendo da noi. Era incazzato perchè aveva scoperto che Sam voleva avviare le pratiche del divorzio e durante il tragitto si è investito con un'altra macchina. Lui non si è fatto nulla ma a quanto pare l'altro guidatore è in grave condizioni. C'era solo tantissimo sangue, Haz... - Louis portò le mani al viso e io lo abbracciai forte.

- La polizia ha dovuto interrogarti? -

- No, non ero un testimone. Sono arrivato dopo, quando già c'era chi aveva visto la scena. E' stato per andare verso il marito di Sam, che ho visto quell'uomo dentro l'auto. Non credo potesse farcela e magari era un padre di famiglia e stava tornando a casa da lavoro e forse non potrà farlo più -

- Ehi, calmati. Non è mica stato causato da te quell'incidente. Se può farti stare meglio, domani potrei chiamare un mio collega che lavora in ospedale e vedere se quell'uomo è stato portato lì ed è vivo. Ma adesso ho bisogno che tu ti calmi -

- Sono calmo... è che sento di dover vomitare da un momento all'altro -

- Vuoi che andiamo in bagno? -

Louis annuì semplicemente e io lo aiutai ad arrivare fino al bagno. Entrammo e lui si sedette sulla tavoletta del wc.

- Il marito di Sam è un uomo violento. Era per questo che Sam voleva chiedere il divorzio. Ha avuto problemi con la legge. Gli è stata trovata in casa della droga che apparteneva al marito ma è stato accusato lui e dovendo già competere contro le accuse di un'azienda, il caso si era complicato molto. Questa cena doveva servire a mettere in ordine le ultime cose così che potessimo richiedere l'udienza finale e portare a termine questo caso, ma a quanto pare il marito ha saputo tutto e ha combinato tutto questo disastro -

- Suo marito... è violento con lui? -

- Sì. Non ha voluto divorziare solo per non rovinare la sua immagine ma lo è... parecchio... -

- Santo cielo... quella volta allo studio avevo fatto una battutina sulla sua relazione e ho visto il suo sguardo vacillare ma non ne capivo il motivo - Louis sembrò riprendermi e mi sorrise - Ci invidia. Invidia la nostra relazione e il nostro amore ma non in senso negativo. Lo invidia e allo stesso modo lo stima e lo ammira. Non ci poteva essere nulla tra noi a prescindere Haz, perchè io amo te e lui lo vede e non si metterebbe mai in mezzo -

- Sono molto più tranquillo adesso... è brutto quello che sta passando ma sono più tranquillo sul fatto che non sia il tipo di uomo che pensavo io -

- Devo vomitare! - si mise in piedi e alzò la tavoletta, poco dopo rigettò tutto quello che aveva nello stomaco e io gli strinsi la testa per alleviare il dolore e confortarlo.

- Che schifo... - piagnucolò, emettendo conati vuoti.

- Tranquillo... è tutto a posto adesso... sei a casa e stai bene... -

- Se solo fosse successo qualcosa a voi, a uno di voi, la mia vita non avrebbe avuto più senso -

I miei occhi divennero lucidi - Lo so. Ti amo. Vi amo. Vale lo stesso per me e difenderemo questa famiglia ad ogni costo -

Mio marito annuì e sciacquò la faccia. Restammo chiusi in bagno per qualche altro minuto, giusto per essere sicuri che si fosse ripreso. Poi andammo in camera da letto e dopo una veloce doccia, ci addormentammo abbracciati.

Sì, era vero. Anche io sarei morto dentro se fosse successo qualcuno a uno di loro. Perchè Chris, Louis e Darcy si erano insidiati nel mio cuore e lo avevano reso forte e indistruttibile ma se solo uno di loro se ne fosse andato... il cuore si sarebbe rotto. Così, uno tra le braccia dell'altro, non servirono parole per sigillare quella promessa, una delle tante che nella nostra relazione avevamo fatto.

La famiglia Tomlinson-Styles l'avremmo difesa sempre e ci avrebbe reso vivi e felici... sempre!

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