XXIX Capitolo

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Spazio autrice:

Nascosta nel mio angolino (al momento imbarazzata per quello che leggerete) voglio dirvi che oltre allo scenario... caldo... verso la fine capirete un po' il personaggio di Sam. Forse non è così cattivo come tutti pensavate! In ogni caso, rimango nel mio angolino, nascosta, fino a quando qualcuno di voi non mi dirà cosa ne pensa di questo capitolo ahahaahah. Solitamente, scrivere certe scene, mi mette sempre ansia. "E se non piacciono?" "E se esagerano?" "E se invece non sono scritte bene?" e se invece bevessi della camomilla per calmarmi? Ahahahaha. Ci tengo molto al vostro parere, grazie per tutto.

A presto, un bacione, Noemi :*



Tra cause e scartoffie


*Louis' Pov*



Tracciai i contorni della sua schiena nuda e il dito si fermò sulla cicatrice sulla spalla. Rabbrividì un poco quando percorsi tutta la linea e poi ci posai sopra le labbra, mentre il ricordo piano piano mi affiorava in mente.

- Uno stupido taglio che mi ha lasciato la cicatrice... - mormorò mio marito dopo un po'.

- Il medico ci aveva avvisati. Alcuni tagli, seppur superficiali, possono lasciare cicatrici per anni. Ma ti assicuro che è molto più sbiadita. Ci faccio caso solo perchè osservo ogni piccola parte di te -

- Amo avere il tuo sguardo addosso -

- Perfetto, visto che io amo guardarti - si rigirò sotto alle mie braccia e si passò una mano tra i capelli corti. Dio, era incantevole anche in quel modo. Fissai ogni riccio che veniva spostato, poi fissai i suoi occhi verdi che avevano preso di mira le mie labbra e per finire fissai le sue. Gonfie a indicare la notte piena di baci e altro che avevamo passato. Posò una mano sulla mia guancia e poi fece scontrare le nostre labbra. Le lingue subito a rincorrersi come se fossero due pezzi di calamita pronti ad attrarsi. Mi morse il labbro inferiore alla fine del bacio e gli sorrisi, poggiando la fronte nell'insenatura del suo collo.

Le sue mani scivolarono giù per le clavicole, le spalle, la schiena... ogni piccolo centimetro fino ad arrivare al sedere. Ridacchiò mentre lo stringeva delicatamente. - L'ho sempre amato -

- E sai cosa amerei io adesso? - mi accorsi di avere il fiato corto. Tutte quelle piccole coccole mi avevano fatto riprendere alla grande. Mi sentivo carico ed eccitato. Soprattutto eccitato.

Harry mi scrutò per qualche secondo, dal basso verso l'alto. Poi spalancò gli occhi quando iniziai a muovere il bacino su di lui. - Serio? Non lo facciamo da un po' - affermò, portando comunque le mani sui miei fianchi per non fermare il movimento.

- Be', credo sia tempo di rimediare - annuì dolcemente e capovolse la posizione.

In pochi minuti mi ritrovai sotto di lui, con le mie mani che stringevano le sue braccia, gli occhi strizzati per tutto quello che provavo, le sue dita dentro di me, il respiro quasi assente e il calore che mi bruciava ovunque.

- V-vai, ti prego -

- Sei... -

- Sì... sì, vai! - portai la testa all'indietro quando un scossa particolarmente diversa mi colpì lo stomaco. Era davvero bravo con le mani.

-Proviamo qualcos'altro? - mi disse invece, staccandosi dal mio corpo e sdraiandosi supino. Lo osservai curioso - Su di me - feci per salirgli a cavalcioni ma bloccò le gambe. - La tua schiena, sul mio petto - ridacchiai eccitato, eseguendo ogni suo piccolo ordine. La mia schiena, nuda e sudata, aderì perfettamente con il suo petto. Potevo sentire il suo battito, in corrispondenza del mio.

-Apri le gambe -

- Dio, Harry, mi farai impazzire - sospirai, aprendo le gambe. Le sue mani arrivarono fino alle mie cosce. Se lo avessi visto in faccia in quel momento, sarei arrossito nonostante le avessimo provate tutte in quegli anni. Ma mai in quel modo. Da dove gli era venuto quel pallino?

Zittii i pensieri quando sentii distintamente qualcosa farsi lentamente spazio dentro di me. Biascicai un - Cazzo - alzando un braccio verso la testiera del letto e inarcando leggermente il corpo. Harry mi lasciò abituare ma non serviva. Quella posizione mi aveva dannatamente eccitato... infinitamente.

- Puoi muoverti - biascicai con il fiato corto. Sentivo il suo bacino, in corrispondenza del mio, muoversi ondeggiando verso l'alto e ogni scatto era un brivido di puro piacere. Sì, era da troppo che non mi concedevo a lui e mi mancava.

- Ti piace? - mi chiese, dopo qualche spinta che andava a diventare più veloce, più bisognosa, più accesa.

- Da rifare assolutamente - rise e spinse più forte fino a farci arrivare al limite. Quando venni su me stesso, mi accorsi di avere il braccio ancora legato alla testiera. Mi staccai, buttandomi a peso morto sul lato libero del letto.

- Ti avrà sentito tutto il quartiere verso la fine. Hai emesso gemiti divini -

- Tutto merito tuo, dovrebbero saperlo ormai - mi avvicinai a lui, gemendo quando casualmente i nostri bacini si scontrarono. Eravamo ancora sensibili. - Non rifarlo se non vuoi un altro round -

- Sarebbe il terzo -

- Pazienza. Non rifarlo. Sono già le quattro -

- Agli ordini, capo -

Ci addormentammo uno tra le braccia dell'altro, com'era giusto che fosse.

Lacrime di polvereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora