XXXVIII Capitolo

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Spazio autrice:


Ho notato che nello scorso capitolo siete stati molto attivi e la cosa vi giuro che mi ha fatto tantissimo piacere *-* continuate ad esserlo! Molti stanno iniziando a perdere le speranze sugli Ziam ma davvero, abbiate fede in me che saranno felici, insieme o lasciati ahahahaah sono cattiva vero? Buona lettura guerrieri, a presto, Noemi :*


PS: Che ve ne pare di Chris e James alla fine di questo capitolo? Fatemi sapere!


Prendere le difese



*Christopher's Pov*





Da un paio di giorni non mi vedevo con James. Dopo quello che stava passando Zayn, Louis ed Harry preferivano stare da lui alle volte e io preferivo tenermi Darcy per non dar loro anche quel peso. Più di una volta avevano insistito per farci andare con loro ma non mi sembrava esattamente il caso. Probabilmente Zayn avrebbe voluto sfogarsi senza freni e la mia presenza, o peggio ancora quella di Darcy, avrebbe potuto ostacolarlo. Quindi, in quel preciso momento, stavo guardando qualcosa di noioso alla TV e messaggiavo con quello che, sempre mi straniva dirlo, era il mio ragazzo. Darcy dormiva accoccolata al mio fianco, sul viso un'espressione serena che ultimamente mi capitava di vederle spesso e mi piaceva l'idea di aver fatto qualcosa che finalmente la faceva stare bene. Stava vivendo la sua infanzia e ringraziavo chiunque per averle dato un agio che io non avevo mai avuto.

La serratura scattò e mi girai verso le voci che arrivarono dall'entrata. Louis e Harry erano tornati, ma non erano soli. Il viso di Zayn mi comparve poco dopo. Era pallido, si vedeva che non stava affatto bene e stringeva fin troppo la fede d'oro bianco che portava al dito, come se volesse strapparla e allo stesso tempo agganciarla più forte per non perderla.

- Ehi... - ricambiai quel saluto morto e gli feci capire che poteva tranquillamente sedersi accanto a me, cosa che fece poco dopo.

- Abbiamo pensato di venire qui e Zayn passerà la notte da noi, almeno cercheremo di... cambiare argomento - chiarì delicatamente Louis, togliendosi la giacca e stringendo una mano sulla spalla del marito, come quando stai per cadere ma ti aggrappi fortemente ad una ringhiera. Amavo il loro modo di esserci sempre, l'uno per l'altro e speravo anche io di trovare qualcuno che sapesse infondermi sicurezza, gioia, amore, protezione e anche un sorriso in mezzo al dolore.

- Certo, noi non abbiamo ancora pranzato, quindi potremmo ordinare qualcosa - proposi. Zayn alzò le spalle indifferente ed Harry annuì dandomi corda - Ottima idea, così evitiamo di cucinare, pulire e quant'altro. Sushi? Messicano? Cosa ordino? -

- Sushi! Ho tanta voglia di sushi! - esclamai. Louis sorrise - Mi hai tolto le parole di bocca. Zayn? Sushi va bene? - come se non sapesse già la risposta.

- Va bene, è lo stesso - appunto.

Darcy si mosse leggermente e subito mi affrettai a posarle le mani sulle spalle. Volevo che sapesse che ero io, che poteva svegliarsi tranquillamente e senza paure o incubi.

- Parlate troppo - biascicò dopo qualche istante. Ridemmo tutti, non aspettandoci quel rimprovero da una bambina piccola.

- Lo abbiamo fatto apposta, così ti svegliavi e noi vedevamo se ti andava del Sushi! - Louis le si sedette accanto e lei si buttò sulle sue gambe, stropicciandosi gli occhi.

- Okay - disse semplicemente, ricordandoci che non avremmo dovuto chiederle nulla o darle fastidio se prima non si fosse svegliata del tutto.

- Vado ad ordinare - Harry sparì in cucina e Zayn fissò il suo cellulare, in attesa di qualcosa. Lo guardai sperando che ricambiasse lo sguardo, per capirlo o per capirci come l'ultima volta e per aiutarlo come lui aveva fatto con me ma non lo fece. Non mi guardò. Gli occhi si fecero quasi più scuri, come se volesse incenerire quell'aggeggio che aveva tra le mani perchè non suonava, non vibrava o non si illuminava.

- Che ci fa lui qui? -

- Dormirà da noi per stasera. Ricordi Zayn, no? -

- Sì, certo. Ha giocato con me la scorsa volta -

- Esatto, ma oggi non è giornata per giocare. Magari posso farti compagnia io -

- Sì - la piccola si illuminò ed ero davvero, davvero fiero di aver trovato il posto giusto e le persone giuste.

- Andiamo in cucina da Haz, ti va? - i due si alzarono e scomparvero nello stesso luogo in cui si era rifugiato Harry poco prima. Li avevo sentiti ridere e ne approfittai per guardare ancora Zayn. Quella volta mi fissava e fu così inatteso che me ne pentii. Avrei voluto non farmi beccare o nascondermi o essere più sfrontato per ricambiare lo sguardo senza sentirmi in soggezione.

- Hai una domanda che ti gira in testa da quando ho messo piede in questa stanza. Dimmelo o rischio di non poterti più guardare in faccia - sdrammatizzò e io ne approfittai subito per dire - Non te l'ho fatta perchè è scontata -

- Be', non sto bene. Mi sembrava ovvio e chiedermelo non avrebbe potuto cambiare le cose, ma passerà -

- Se vuoi parlare... - sulle sue labbra comparve un sorrisetto nervoso - Grazie ma sono giorni che ne parlo e fidati, non è proprio cambiato nulla -

Mi zittii di nuovo e cadde il silenzio nella stanza.

Senza rendermene conto dissi qualcosa e poi me ne pentii di nuovo notando lo sguardo distrutto di Zayn. Mi ero lasciato scappare:" Per come Harry e Louis mi hanno parlato di voi, non pensavo potesse mai accadere"

Lui scosse il capo amareggiato - Forse doveva andare così. Non ha voluto sentire nulla e non gli è importato nemmeno che non l'avessi tradito. Ha solo... ha solo deciso di andare via, di non volermi più e non posso cambiare ciò che prova per me, ho fin troppo cercato di cambiare tutte le carte che c'erano in tavola -

- Non ti merita -

- Forse sono io che non merito lui, Chris, ma davvero, non voglio parlare o rischierei di esplodere, scusami -

- No, non devi scusarti, va bene così. Possiamo stare in silenzio o raggiungere gli altri -

- Preferisco stare qua in silenzio - annuii e afferrai il cellulare, osservando il messaggio che minuti prima mi era arrivato.

Da James:
Oggi hai da fare? Ho casa libera, potremmo stare da me e potrei aiutarti per l'interrogazione di domani.


Aggrottai le sopracciglia. Quale interrogazione? Mi avrebbero dovuto interrogare?

A James:
Credo di potermi liberare oggi perchè Zayn è a casa e Darcy potrebbe stare qui. Ma di quale interrogazione parli?


Da James:
D'accordo allora, verso le 17:00? Sei proprio fuori dal mondo Chris, domani c'è letteratura inglese, interroga tutti i cognomi dalla C alla F. Sbaglio o il tuo è nel mezzo?


Cazzo. Cazzo. Cazzo. Ovvio che il mio si trovasse tra quelle lettere ma lo avevo totalmente dimenticato.

A James:
Sono nella merda. Mi è sfuggito proprio.


Da James:
Lo so, ci vediamo da me. Ti aiuto.


Sorrisi e sentii uno sguardo addosso. Zayn sorrideva e dallo sguardo avevo già capito la domanda.

- Sì, è sempre la stessa persona - mentre rispondevo al mio ragazzo dicendogli che sarei stato puntuale.

- Bene bene -

Il discorso cadde di nuovo ed io tornai a messaggiare fino a quando non tornarono gli altri e poi arrivò la nostra ordinazione. Mangiammo in tranquillità e tutti noi almeno una volta su due lanciavamo degli sguardi a Zayn per capire se stesse bene o per incitarlo a mangiare qualcosa in più ma lo capivo. Nemmeno io avevo appetito quando tutto mi stravolgeva la vita.

- Io fra mezz'oretta vado da un mio amico, Darcy rimane con voi? -

- Sì, nessun problema. Vai e vedi di studiare! -

- E' proprio lo scopo per cui vado lì, Louis - ridacchiai, omettendo qualche dettaglio, infatti Zayn non perse tempo a guardarmi con un sorrisetto scettico come a dire " Solo per studiare?"

- E scommetto che è lo stesso amico che ti ha aiutato a superare ogni anno, giusto? -

- Ottima osservazione. Frequento solo buone amicizie, io -

Louis rise e scosse il capo - Meno male! Vai allora, ma non fare tardi -

- D'accordo -

Salii in stanza e andai a prepararmi. Mezz'ora dopo ero in ritardo perchè l'autobus aveva deciso di farmi perdere tempo. Proprio come mi aspettavo, quando suonai il campanello della casa di James, quest'ultimo mi aprì e diede un'occhiata al suo orologio. Ruotai gli occhi al cielo e dissi - Lo so che sono in ritardo, ma è stata colpa dell'autobus. Lo sai che decidono di farti perdere tempo solo quando non vuoi e mai quando vuoi - Jay rise e mi fece entrare in casa. - Volevo solo darti fastidio - notai che fece una smorfia, come se provasse dolore e subito lo costrinsi a guardarmi, prendendo delicatamente il suo viso e girandolo verso di me - Che cazzo hai fatto al viso? - lui tolse la mia mano e chiuse il portone di casa. - Andiamo in camera mia -

- James, ti ho chiesto che cazzo hai fatto al viso! -

- Ho capito. Non sono mica sordo. Nulla comunque, è il livido della scorsa volta -

Mi passai una mano tra i capelli e per poco non urlai per la frustrazione - Stesse identiche scuse che dicevo a mia sorella. Sono Chris non un rincoglionito che non capisce le cavolate che spari. Ora o mi rispondi, o me ne vado! -

- Sei frustante. Perchè io mi devo accontentare delle tue risposte del cazzo e tu non ti puoi accontentare delle mie? -

- Perchè siamo diversi. Io mi incazzo se vengo messo alle strette, tu alla fine cedi. Quindi, parla! -

Il ragazzo sospirò e si sedette vicino alla scrivania. Io andai a sedermi sul letto, proprio di fronte a lui.

- Ho litigato con una persona -

- Okay... va' avanti -

James pensava di scamparsela con così poco? Sbagliava.

- Dovevo qualcosa a questa persona... -

- Cazzo... Kelly? -

Alzò le spalle ed ero davvero sul punto di incazzarmi.

- Ho detto: Kelly? -

- Si, Chris, sì! Okay? Adesso che te l'ho detto mi spieghi cosa cazzo cambia? Avrei preferito sotterrare l'accaduto - lo fissai stranito.

- Sotterrare l'accaduto? Ma mi prendi per il culo? E poi... aspetta... dovevi qualcosa a questa persona? Cosa? Tu non fai mai in modo di avere debiti con questo tipo di persone -

- Questa volta sì... -

- James, Dio mio, smettila di farti strappare dalla bocca una parola per volta e raccontami tutto - era frustante. Perchè non me lo diceva e basta invece di girarci attorno?

- Dovremmo studiare, domani hai un'interrogazione e se non la fai, sarai messo male dopo - mi alzai e mi parai di fronte a lui. Poi lo costrinsi a stare alla mia altezza in modo che potessimo guardarci negli occhi - Secondo te, me ne frega un cazzo della letteratura? Hai un livido sul viso e un presunto debito con qualcuno e ti giuro e sai che mantengo le mie promesse, che se non mi racconti tutto per filo e per segno, io spacco la faccia a quel tizio! Quindi a te la scelta: puoi studiare mentre io vado da Kelly o puoi iniziare a raccontarmi tutto -

James sbuffò e si sedette di nuovo. Iniziò a parlare ma evitò totalmente di guardarmi negli occhi. Così, per stare più vicino a lui, mi appoggiai alla scrivania.

- Ero ad una festa e c'era anche Kelly. Ho preso della roba, non avevo soldi con me e quindi ho detto che gliel'avrei pagata ma non ne ho avuto la possibilità di farlo e quando ci sono andato era passato un po' di tempo e lui per farmi capire la lezione, mi ha colpito - risi, totalmente deluso dalla sua bugia. Si vedeva da un miglio che fosse una totale cazzata.

- Okay: studia. Me ne vado! - mi diressi verso la porta della sua stanza ma lui mi si precipitò addosso, fermandomi per la manica della giacca - Ti prego Chris, voglio solo tenerti fuori da tutto questo. E' un problema mio -

- E' anche un problema mio allora - dissi infuocato. Poi mi accorsi di aver fatto capire quanto ci tenessi a lui e sentii ogni rumore scomparire per qualche secondo. Cercai di riprendere la palla in balzo - Voglio che tu mi racconti tutto e non stai facendo altro che dirmi cazzate su cazzate. Lo capisco sai? Per ovvi motivi tra i quali ci sei tu che fai schifo a mentire e Kelly che non venderebbe mai della roba a chi non ha soldi con sè -

- D'accordo... ti racconto la verità ma voglio che tu stia calmo e soprattutto che mi lasci raccontare tutto, senza arrivare a conclusioni affrettate -

- Va bene, parla -

Si grattò la nuca e si sedette di nuovo. - Ero davvero ad una festa, lo sai, Lindy ne aveva organizzata una delle sue e degli amici mi avevano invitato... - lo interruppi - Quali amici? -

- Ti avevo detto di non interrompere... - lo guardai male e lui aggiunse: - Olly e Xander -

- Diavolo... li odio quei due... -

- Lo so... sono andato con loro alla festa e abbiamo fatto obbligo o verità... -

- Spero tu non abbia scelto obbligo... -

- L'ho fatto... - e se gli fosse stato detto di baciare qualcuno? Non frenai quel pensiero e subito glielo chiesi.

- Lo so, è stata una mossa stupida ma non mi permettevano di scegliere verità. Dovevo baciare Lindy e mi sono rifiutato così hanno iniziato a dire che fossi gay e ho cercato di andarmene ma poi è arrivato Kelly. Olly ha discusso con lui e io sono finito in mezzo alla rissa. Ho pregato Kelly di smetterla e quando lui ha lasciato Olly in pace, mi ha detto che avevo un debito con lui e che dovevo seguirlo a casa sua. Mi sono rifiutato di nuovo, ma mi ha obbligato a venire e ricattato e non potevo lasciare che dicesse tutto a mio padre così l'ho seguito - disse tutto in un fiato.

Sospirai frustrato ma lui proseguì comunque - Voleva che mi unissi alla sua banda, che spacciassi con lui e in quel momento mi sono davvero infuriato e ho cercato di scappare. Abbiamo lottato un poco e questo segno è l'unica cosa che mi sia rimasta. Lui si è arreso e mi ha lasciato in pace -

- Io lo ammazzo ti giuro che vado lì e lo ammazzo - mi alzai e lui mi fermò di nuovo - Ti avevo chiesto di non impicciarti... -

- Lui non poteva fare una cosa del genere! Avevamo un patto! -

- Di che patto parli?- feci finta di non sentirlo e pensai a tutti i modi in cui potevo uccidere quella testa di cazzo. Avevamo un fottuto patto!

- Devo andare da lui - annunciai, uscendo dalla stanza e iniziando a correre verso l'uscita.

- Chris dove diavolo stai andando? Ti prego, fermati! - senza ascoltarlo andai dritto verso casa di Kelly. Avrei dovuto camminare per almeno venti minuti, ma stavo correndo più che camminando quindi sarei arrivato prima del previsto e anche con il fiatone.

- Lascia almeno che ti raggiunga. Sai che ti seguirei comunque - a quel punto dovetti dargli ragione e lasciai che mi raggiungesse ma senza considerarlo più di tanto. Camminai spedito fino a casa di Kelly. James mi seguiva silenziosamente, non aveva detto nemmeno una parola e anche se mi sembrava strano perchè non era da lui, decisi di non farci caso. Pensavo a cosa sarei andato incontro, pensavo a cosa dire e anche a come agire nel caso in cui le cose si fossero messe male. Non volevo che James venisse ma da una parte era meglio, così Kelly avrebbe osservato bene il suo volto e capito che non doveva toccarlo in nessun modo. James era off limits, per lui e per tutti.

Quando arrivai davanti alla sua villetta, iniziai subito a suonare il campanello con insistenza. Con tutta la droga che spacciava, il bastardo si era messo da parte un bel po' di soldi.

- Chi cazzo è che rompe così tanto? - Kelly in persona aprii la porta e mi fissò per qualche secondo. Non gli diedi il tempo di fiatare che lo spinsi dentro, non curandomi di nulla.

- Avevamo un fottuto patto o sbaglio? - gli gridai, tenendolo per il colletto della felpa.

- Non mi sembra di averlo infranto - ghignò. Mi girai e notai che James ci stava fissando dalla porta. Tremava perchè aveva solo una maglietta a maniche corte e io non me n'ero assolutamente reso conto durante il tragitto. Faceva abbastanza fresco quel giorno e senza una felpa era inevitabile tremare.

- Sai chi è lui? - sputai in faccia a Kelly che guardò James. Annuì ma non aggiunse altro.

- E' un mio amico Kelly e questo significa che è nella bolla delle persone che non devi toccare e tu non solo lo hai toccato, ma gli hai anche proposto di spacciare per te! -

- Non sapevo che fosse un tuo cazzo di amico, non me l'ha mai detto. Per me è un cliente come tutti gli altri. Viene qui, vuole qualcosa e gliela do. Tienilo a bada se è il tuo cucciolino! -

- Non è il mio cucciolino - ringhiai - Osserva bene il suo volto e mantieni le distanze da lui! -

- Senti, io non voglio avere nulla a che fare con tutto questo. Digli che la roba se la procura da qualcuno dei miei amici, ma non voglio più vederlo. Ti va bene così? -

- Sì, sono soddisfatto -

Gli lasciai la felpa e mi girai verso James. - E' vero comunque, quello che si dice in giro? - mi voltai di nuovo verso Kelly, guardandolo con un sopracciglio inarcato - Che si dice in giro? -

- Che voi due siete tanto intimi quanto froci - non appena vidi un altro dei suoi soliti ghigni sul viso, un mio pugno si scontrò contro la sua mascella. Lui reagì subito colpendomi al viso due volte e non capii bene da che parte venisse il dolore ma riuscii a liberarmi dalla sua presa e da ogni suo pugno e mi bastò sbatterlo contro la parete per poterlo bloccare.

- Metti in giro cazzate del genere e sai che saranno le ultime parole che dirai. Sei rovinato Kelly. Attento a quello che fai - il ragazzo si asciugò il labbro dal quale usciva qualche goccia di sangue e mi fissò senza dire più nulla. James si era avvicinato, pronto a intromettersi, ma gli feci capire che non serviva. Uscii da quella casa e mi tolsi la giacca di pelle.

- Mettila. Si vede che senti freddo -

- Non ho avuto il tempo di prendere qualcosa. Tienila tu comunque, sei anche ferito - mi tastai il naso e sentii del liquido denso bagnarmi il labbro.

- Al momento sono così agitato che sento pure caldo. Dai prendila, devo asciugare il naso - afferrò la giacca e la indossò senza dire più nulla, ma si notava che stava senz'altro meglio. Tastai le tasche e fortunatamente vi trovai un pacchetto di fazzoletti.

- Fermiamoci un attimo, così ti aiuto -

- Non è il posto migliore per fermarsi, continuiamo a camminare prima che si faccia tardi - conoscevo bene quel quartiere. C'ero cresciuto e sapevo che dopo le sette diventava terribile tanto quanto il mio. Soprattutto se tutti vedevano un ragazzino ricco come James. Pensavano subito ai soldi facili. Asciugai il naso nel miglior modo possibile. Avrei voluto avere dell'acqua e soprattutto uno specchio. Louis mi avrebbe ammazzato. Io avrei dovuto studiare e non fare a botte quel pomeriggio. Come se non bastasse mi stava squillando il cellulare. Lo afferrai e lo sporcai un po' di sangue. Che schifo.

- Pronto? -

- Torni per cena? - allontanai il cellulare e notai che fosse Harry. Cosa cazzo era, telepatia?

- Emh... che ora è? -

- Le sette, volevo solo sapere se fosse possibile per te venire a casa stasera -

- Serve una mano? - sentii di nuovo il sangue arrivare a bagnare le labbra e James, prontamente, prese un fazzolettino per asciugarlo.

- Darcy vorrebbe che tu venissi. Dice che le manchi. Quindi non so, ho pensato fosse giusto avvisarti e vedere se magari tu e il tuo amico foste disposti a venire a cena qui. Così siamo tutti felici -

- Mmh...- pensando a come ero conciato avrei voluto dire di no, ma per Darcy non avevo altre scelte.

- D'accordo, il tempo della strada e sono a casa. James mangia da noi, ti va bene? -

- Sì, certo. L'ho proposto io. C'è qualcosa che non mangia? -

- Va bene qualsiasi cosa -

- Okay, a dopo -

Ricambiai il saluto e staccai la chiamata. -Merda- mi lasciai sfuggire.

- Che succede? - James stava ancora tamponando il naso e il dolore iniziava a intensificarsi perchè l'adrenalina stava sparendo del tutto, sostituita dalla rassegnazione.

- C'è che ceniamo a casa mia, stasera. E Louis e Harry impazziranno non appena mi vedranno! -

- Perchè devo venire pure io? - lo fissai e notai che non stava scherzando. Era davvero serio e confuso mentre mi tamponava il naso.

- Scherzi? Io ho salvato il tuo culo, tu ora salvi il mio! -

Lacrime di polvereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora