SPAZIO AUTRICE:
Questo titolo non dovrebbe suonarvi nuovo visto che è già presente in: "il Grido della libertà" ed è un capitolo che più che altro si basa su Liam e Zayn. Questa volta però si concentra sui nostri Larry e sui loro tre respiri ahahah Buona lettura, guerrieri! A presto, Noemi :*
- Come procedono le vostre vacanze?
- Qual è il vostro più grande sogno/obiettivo?
Tre respiri*Harry's Pov*
- Mi ha chiamato Liam, oggi - confidai a mio marito, mentre mi coccolava passandomi una mano tra i capelli ormai divenuti corti. Quel giorno avevo deciso di tagliarli mentre Chris era fuori con un suo amico. Mi ero trascinato la piccola Darcy dietro che quasi era scoppiata a piangere vedendo i miei ricci finire a terra. Io invece avevo provato sollievo. Un po' di nostalgia si, ma sollievo perchè ci sarebbe voluto di meno per asciugarli e sentivo pure la testa più leggera. Comico ma vero.
- E che ti ha detto? -
Sbuffai, baciandogli il collo e portando una mano alla sua nuca. - Che è dannatamente confuso e non sa più cosa fare - Louis piegò ancora di più il collo in modo da potermi baciare le labbra. Uno, due, tre volte.
- Mi dispiace un po' per Zayn. Capisco la situazione, ma era totalmente fuori di sè e non ricorda nulla. Potrebbe non averlo tradito davvero e ho la necessità che mi dica chi è quel tizio. Devo parlare con lui e sincerarmi di come siano davvero andate le cose -
- Lo chiamerò, magari mi spiegherà meglio ancora i dettagli. L'ultima volta, dopo la cena con Trisha, non abbiamo più preso l'argomento - stavolta fui io a baciarlo, rubandogli uno, due, tre respiri.
- D'accordo. Ma ora ho bisogno di un momento solo nostro -
- Sono tutto tuo -
Mi baciò più appassionatamente, spalmandosi direttamente sul mio corpo. Il mio petto contro il suo. Il suo fiato che mi accarezzava la pelle quando poteva prendere il respiro. Le mie mani a vagare curiose ovunque, come se stessi toccando quel corpo per la prima volta. Volevo tantissimo sentirlo mio, di nuovo. Oppure lasciare che lui mi sentisse suo, ancora. Eppura quel groviglio di braccia e gambe su quel divano era già abbastanza per sentirmi bene e a casa.
Continuammo a baciarci per minuti, forse ore, finchè non sentii che la situazione si stava sicuramente riscaldando. Avevamo il fiato corto, quasi inestistente. Le mani adesso stringevano la pelle bisognose di un tocco più profondo. Il corpo di Louis si amalagamava perfettamente al mio, in ogni punto. I nostri due corpi erano intrecciati come se stessimo giocando a tetris, riempendo ogni spazio vuoto.
Ci staccammo di botto quando il portone di casa venne aperto. Spinsi Louis un po' lontano, così che potessi cercare di darmi un'aggiustata. Avevo la maglietta leggermente alzata, i capelli li sentivo tutti scompigliati e le labbra pulsavano ancora di baci. Nonostante avessimo cercato di darci una calmata e nonostante Louis si stesse ancora lisciando gli abiti stropicciati, Christopher ci fissò facendoci capire che aveva comunque capito tutto.
- Ehi Chris... -
- Ehi... - fissai il suo viso leggermente stravolto. Per la nostra scena? Poi si avvicinò e lo fissai meglio. Labbra gonfie, guance arrossate e occhi lucidi ma non di lacrime... qualcuno lo aveva baciato!
Lo scrutai così tanto da metterlo in soggezione.
- Darcy? - chiese frettolosamente, dirigendosi già al piano di sopra. - In camera tua! - arrivai a dirgli prima che scomparisse.
- Possiamo riprendere? - mi sussurrò Louis, nuovamente attaccato a me. Mi baciò il collo mentre cercavo di fare due più due.
- Mi aveva detto che sarebbe uscito con un amico... -
- E allora? - scese più giù baciandomi la clavicola e spostando la maglietta per poter agevolare i baci.
- E sembra che questo amico lo abbia baciato molto -
Louis si bloccò e mi fissò - Dici che ha una ragazza? -
- O un ragazzo, non saprei se l'amico era una copertura o se è l'artefice della sua espressione. Era stravolgentemente stato stravolto di baci -
- Mi piace quando giochi in questo modo con le parole. Mi eccita -
- Lou, siamo in salotto -
- Lo so, e non immagini nemmeno quanta fatica stia facendo per trattenermi dallo sco... -
- Shh, okay, ho capito - gli tappai la bocca con le mie labbra. E se Chris ci avesse sentito? Volevo proprio evitarlo.
- Stanotte sarai soltanto mio -
- E di chi altro dovrei essere sennò? Vado a preparare la cena. Vuoi darmi una mano? -
- Vorrei fossi tu la mia cena - ridacchiai e lo allontanai un po'. Abbassai lo sguardo al cavallo dei suoi pantaloni - Hai bisogno di una doccia fredda? - chiesi, prendendolo un po' in giro. Lo avevo stuzzicato così tanto da fargli effetto, mentre io avevo cercato di regolare un po' i miei bollenti spiriti, anche se inutilmente.
- Spiritoso. Vai a preparare qualcosa prima che ti tenga seriamente occupato - mi schiaffeggiò una natica quando mi alzai e senza voltarmi gli feci il dito medio. Già, grande maturità, me ne rendo conto da solo.
- Mi vuoi dare una mano o no? - urlai dalla cucina. Mi voltai di scatto sentendo la sua mano che massaggiava il cavallo dei miei pantaloni. Sgranai gli occhi e trattenni un gemito. - Dove la vuoi? -
- Sul r-ripiano! Dannazione, Lou! - mi allontanai di nuovo, sia da lui che dal suo sorrisetto compiaciuto. Poi mi fece il verso guardando verso il cavallo dei miei pantaloni - Hai bisogno di una doccia fredda, amore? -
- Ma quanto sei spiritoso! Prendimi della verdura dal frigo. E degli hamburger dal congelatore -
- Agli ordini! -
Per mezz'ora assecondò ogni ordine che gli diedi e riuscimmo a preparare una cena decente. Non eccellente perchè gli avevo chiesto di osservare gli hamburger mentre pensavo alla verdura e lui si era distratto palpeggiandomi il culo e facendo quindi bruciacchiare ciò che c'era in padella.
- Dovevi guardare gli hamburger e non me! -
- Dai, sono buoni comunque solo perchè li ho fatti io - esclamò, facendo ridere Darcy che, appena sveglia e con lo sguardo ancora assonnato, prendeva posto a tavola. Chris non era ancora sceso, così pensai di salire per chiamarlo. Lo trovai sdraiato a letto, con le cuffiette alle orecchie. Mi dava le spalle. Bussai per farmi sentire ma, ovviamente, non percepì nemmeno la mia presenza. Mi avvicinai quindi al letto e la mano mi restò bloccata in aria. Una, due, tre lacrime gli scesero sul viso, bagnandolo. Le scacciò via con la mano e tirò su con il naso. Darcy era scesa tutta tranquilla... lui perchè piangeva? Avrei dovuto fargli capire che ero lì oppure sgattaiolare via e fare finta di nulla? Sapevo che odiava farsi vedere debole, perciò uscii dalla stanza e persi una decina di minuti in bagno. Poi ritornai da lui e bussai nuovamente alla porta. Stavolta si voltò e notai che aveva già asciugato il viso e tolto le cuffie ma c'era una traccia di pianto che lo caratterizzava.
- Tutto bene? - domandai dolcemente, rimanendo sulla soglia.
- Sì, sì... è già pronto? -
- Sì, ero proprio salito a chiamarti -
- D'accordo, due minuti precisi e arrivo -
- Certo -
Raggiunsi gli altri e notai che c'erano delle verdure a terra. Louis rideva a creapapelle e Darcy manteneva un dolce broncio e le braccia incrociate al petto.
- Cos'è successo qui? -
- Oh, ti prego, non pulire. Siediti e mangia, dopo ci penso io! Diciamo che a Darcy davvero non piacciono le verdure -
- Bleah - disse lei, per ribadire che seriamente non le adorava.
- Ma... - cercai di ribattere ma la piccola mi zittì con un'occhiata. Poi avvicinò il piatto con le verdure al mio ed esclamò - Mangiale tu! - a quel punto risi anche io e qualche secondo dopo il broncio era sparito dalla faccia di Darcy che iniziò a sorridere complice.
- Darcy mangia senza farie storie - aggiunse Chris, prendendo posto accanto a lei.
- Le verdure no! -
- Va bene, va bene. L'hamuberger ti va? -
- Sì - trillò entusiasta. Senza perdere il sorriso, servii sia lei che Chris. Lo osservavo ogni tanto, con la coda dell'occhio e mi sembrava così distante e distratto. Aveva tre volte perso il filo di ciò che Darcy diceva, infastidendola a tal punto che lei non gli voleva più raccontare nulla. Inoltre spulciava il cibo mangiando solo qualche boccone. Iniziai a preoccuparmi. Magari non era pronto per tornare a scuola oppure in giro aveva sentito qualcosa che lo aveva mortificato e distratto.
- Il tuo amico è di queste parti? - chiesi, giusto per potergli fare qualche domanda.
- No - rispose. Bene.
- Ah... - capii che quel discorso non sarebbe continuato quindi cercai una via di fuga. Ci pensò Louis ad aiutarmi vedendomi in difficoltà. - Domani mattina devo uscire presto per andare a lavoro, vuoi che ti accompagni io o preferisci prendere l'autobus? Harry sicuramente accompagnerà Darcy, che è più vicina al suo studio -
- Prendo l'autobus, non è un problema -
- Non è un problema nemmeno che io ti accompagni -
- Louis, per quanto possa farmi comodo un passaggio, non mi piace l'idea di essere accompagnato a scuola. Sono sempre stato indipendente, capiscimi -
- Giusto, giusto. Ti darò allora i soldi per l'autobus e per il pranzo -
- Ho qualche risparmio ottenuto con il lavoro -
- A proposito... io e Louis ne abbiamo parlato e crediamo sia il caso che tu lasci il lavoro. Insomma ti daremo una paghetta e potrai benissimo chiedere ciò che vuoi. Così potrai avere più tempo da dedicare a te stesso che al lavoro -
- Non è un problema il lavoro per me. Sono solo tre orette che servono pure a distrarmi e ciò che metto da parte può servirmi, davvero, vorrei continuare -
- D'accordo allora -
- Okay -
Ritornò il silenzio e le uniche cose che si sentivano erano le forchette che sbattevano sui piatti, l'acqua versata nei bicchieri e i sospiri di Christopher che aveva finito per non mangiare molto. Gli avrei parlato quella sera, a costo di farmi urlare in faccia di farmi gli affari miei.
- Ho sonno Clis - mormorò Darcy, accucciata al suo fianco, sul divano.
- Vieni, ti porto su e ti faccio addormentare -
- Chris dopo puoi scendere giù dopo? Devo dirti una cosa -
- Va bene -
- Di cosa vuoi parlargli? - mi chiese Louis quando fu sicuro di non poter essere sentito.
- E' strano in questi giorni. Più chiuso del solito, mangia poco... è distante. Ho paura che possa essere successo qualcosa o che l'idea di ritornare a scuola l'abbia fatto incupire. E se fosse vittima di bullismo? -
- Lo escluderei. Prenderei piuttosto in considerazione che lui sia il bullo - ci scherzò su ma io ero tremendamente serio. - Va bene, hai ragione, fai bene a parlargli. Io finisco di pulire la cucina -
- Grazie amore -
Rimasi a guardare la TV per altri venti minuti prima che Chris scendesse e si sedesse accanto a me - Che c'è? -
- Voglio farti la stessa domanda. Okay che non vuoi raccontarmi ogni passo della tua vita ma sei strano in questi giorni e potrebbe non intaccare me, ma il tuo atteggiamento ha delle ripercussioni su Darcy. Oggi pomeriggio mi ha detto che non l'ascolti più e che sei sempre distante. Hai mangiato poco sia a pranzo che a cena. Se c'è qualcosa che non va, anche a scuola, puoi liberamente parlarmene -
- A scuola? - chiese, ignorando tutto il resto del discorso.
- Si insomma... sei vittima di bullismo? -
Mi rise in faccia - Secondo te sono un tipo che si lascia prendere per il culo facilmente? Andiamo Harry, potrei essere il bullo più che altro. Prima che qualcuno mi metta un dito addosso, io faccio già la mia prima mossa - e alzai gli occhi al cielo perchè mi sembrava tanto Louis in quel momento.
- Ecco, parlando di questo, il tuo preside mi ha aggiornato delle tue frequenti liti. Magari sono avvenute per buone cause, ma devono diminuire. La scuola potrà pure farti schifo, ma vedi di finire almeno il college. -
- Va bene, okay, abbiamo finito con questa paternale? Ho solo voglia di chiudermi in stanza, il terzo grado me lo farai domani -
- C'è qualcosa che ti turba? Qualche domanda alla quale posso rispondere magari sulla tua famiglia? - s'intromise Louis, entrando in salotto con uno straccio bianco in mano.
- Ci sono mille domande e mille pensieri che voglio superare e affrontare da solo. Davvero, mi sento solo stranito da tutto questo e ho bisogno di restare solo e non sentirmi sotto pressione. Ho passato una vita venendo ignorato e tutta questa attenzione adesso mi manda fuori di testa. Tutto questo dover tener conto a qualcuno, chiedere il permesso, non sentirmi a casa o libero di fare ciò che voglio mi opprime ed è una cosa che devo fare da solo, okay? Mi devo abituare da solo -
- Questa ormai è casa tua, Chris! Okay, è strano ambientarsi all'inizio, lo so, ma se non inizi a sentirti a tuo agio qui e adesso, non lo farai più -
- Ma che ne sai tu di sentirsi a proprio agio in case estrane? - ribattè fissandomi. Feci per dire qualcosa ma mi zittii.
- Voglio solo aiutarti -
- E l'hai fatto fino a due secondi fa, ma ora voglio solo che mi lasciate in pace per qualche giorno - andò via senza girarsi più. Sentii Louis avvicinarsi per poi abbracciarmi. -Stavi per dirgli di te? -
- Sì -
- E perchè non l'hai fatto? -
- Perchè al momento non gli serve sapere la mia storia. Ha solo bisogno di qualcuno che gli apra le braccia e ascolti la sua -
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Lacrime di polvere
FanfictionSequel de " Il Grido della libertà", primo libro della trilogia. Terzo libro della trilogia: Come la prima volta. Sette anni dopo, le cose sono parecchio cambiate. Louis e Harry sono sposati e di solito dopo il matrimonio si pensa subito ad allargar...