-45-perdonare

2.8K 108 23
                                    

3 settimane.
3 settimane, che non parlavo con Dave. La cosa mi infastidiva e allo stesso tempo mi rattristava.

La vita con michael era una passeggiata, non litigavamo mai, a lavoro andavamo d'accordo, la classica coppia felice.

Ma...qualcosa dentro di me non andava. Per quanto mi sforzassi di amarlo con tutta me stessa, non ci riuscivo, pensavo solo a stare al sicuro.

Quel giorno, pioveva a dirotto, tipico di marzo, e in aula eravamo davvero pochi. Nessuno aveva voglia di bagnarsi o prendersi un raffreddore per una lezione, anche se solo di 2 ore. Ma io, mancando già a quelle pomeridiane non potevo non andare.

Aspettavamo tutti il professor mattew, e, essere pochi, poteva diventare un vantaggio.
-buongiorno a tutti ragazzi-
Biascicò il professore entrando in aula.

Tutti i ragazzi che fino a quel momento stavano alle file dietro, lanciandosi sguardi a vicenda, si spostarono più avanti.

-parliamo di Shakespeare. Lo so, il vostro programma per ora riporterebbe solo un pezzo di un suo brano, ma ripassare non vi farà male. -
Disse Dave senza lasciar trapelare nessun'emozione. Iniziò a parlare dello scrittore britannico e intanto, mentre ascoltavo, scarabocchiavo qua e là.

Solo quando la lezione finì mi resi conto che Sarah manvava in aula. Strano, era sempre appiccicata a Dave, tranne davanti la preside Coin, che flirtava ancora con il professore.

Decisi di vederlo come un segno del destino, così andai a parlare con Dave Mattew. Portandomi il quaderno e il libro al petto com'era mia abitudine fare, raggiunsi la cattedra dove lui era intento a scrivere, e mi morsi il labbro incerta. Sembrava quasi come la prima volta che c'eravamo visti. Quando avevo consegnato il mio tema.

Sono Elizabeth Hole. Ho 22 anni, studio, all'università di lettere di Brooklin. Sono nata nella medesima città, ma poi con i miei genitori siamo andati a vivere qualche anno a Boston. Ho i  capelli castani chiari, gli occhi castani, ma cangianti, ovvero che cambiano colore. Di solito somo appunto castani, ma in base alla temperatura e alle stagioni possono diventare verdi, o marroni/verdi. Non credo di essere una ragazza che segue le varie "mode" mi adeguo, ecco tutto. Non mi dispiacciono né amo cambiamenti, purché non siano radicali, a me vanno bene. Credo che adattarsi, sia il verbo che mi descrive di più,  e altri, potrebbero essere: divertirsi, mangiare, dormire, guardare (la tv è chiaro) etc. Amo leggere. Tutti i libri, dai fantasy ai thriller, dai romanzi rosa ai classici intramontabili di Jane Austen o Edgar Allan Poe. E amo guardare le serie, amche queste, di tutti i generi, ho visto serie di tutti i tipi e mi son sempre piaciute. Le mie preferite sono Game of Thrones, Gray's Anatomy, Lost e American Horror Story. Credo di poter avere gusti vari anche in campo di musica, anche se da poco mi sono "fissata" se posso azzardare, con i Red Hot Chili Peppers. Snow e Othersaide le amo, ma la mia preferita tra le loro canzoni rimarrà Dani California.
Harry Potter ha segnato la mia infanzia, e ho fatto conoscere questa serie meravigliosa alla mia migliore amica. Si chiama kate, è fantastica. Ha i capelli biondi, color caramello, è alta e magra, e ha tutto al suo posto. Siamo amiche da anni ormai. Lei è la migliore. Lei adora andare al cinema, ma io no. Non amo andarci per il semplice fatto che preferisco guardare i film spaparanzata sul divano in pigiama. Ho deciso di fare lettere per scrivere libri, o, perlomeno diventare insegnante. In fine, non so che potrei dire di me, sono solo una semplice ragazza ordinaria.

Queste erano state le parole di quel tema descrittivo. Non credo che sia uno dei miei migliori, ma mi ero descritta al massimo. E me ne ero accorta solo in quel momento, guardando Dave seduto alla cattedra, concentrato sui suoi fogli.

-ehi..- sussurrai sommessamente
lui alzò lo sguardo, spento e stanco, e quando i suoi occhi incrociarono i miei mi guardò, probabilmente sorpreso.

-Elizabeth...-
-Dave, volevo solo uhm...io..- non sapevo bene neanche io cosa volessi da lui.
Piegò la testa di lato, e L'ombra di un sorriso gli contornò il viso.

-volevo sapere se stai bene-
-si, signorina Hole, è solo che questo tempo mi rattrista, per questo non ho fatto una lezione fantastica, la prego di scusarmi, se ha bisogno di chiarimenti ma posso aiutarla io, per rimediare a questa spiegazione-
Disse per poi tornare con lo sguardo sui fogli che aveva sulla cattedra.

Non sorrideva più, al posto del piccolo sorriso chr aveva di solito in volto, regnava una smorfia perenne di disappunto.
-Dave...io... mi dispiace-
-di che si sta scusando signorina Hole? Perché le giuro che non capisco-

Mi fulminò con lo sguardo.
-scusa per tutto.- sospirai
-è troppo semplice- disse avvicinandosi a me
-Dave...- sussurrai vedendolo alzarsi

-ti chiedo scusa per tutto, per averti fatto soffrire, per non essermi fidata di te.-
Dissi, anche se, non sapevo bene di cosa stessi parlando, perché ero semplicemente immersa nei suoi occhi. Mi scrutò per un po', poi, aprì la bocca e disse
-ho sofferto un sacco, tu mi hai fatto soffrire liz-

Abbassai lo sguardo pronta a dirgli ancora scusa, ma continuò il discorso
-ma, anche io ho fatto soffrire te. Forse anche troppo. Non lo meritavi, e ti capisco se non sei riuscita a fidarti di me, io...sono stato uno stronzo. Hai scoperto della Coin, di sarah, e anche se lo facevo controvoglia, qualsiasi cosa...l'ho fatta. E tu sei stata male. Se permetti ora mi scuso io.-

Rimasi a fissarlo. Ero stata sobbalzata di qua e di là dalle sud parole. Aveva sputato la verità nuda e cruda. Ci eravamo fatti del male a vicenda, alternamente. Io ferivo lui e lui me, così via.

Non potevo, e non volevo permettere che accadesse di nuovo. Io stavo con Michael, e io e lui non soffrivamo. Stavamo bene.

-non devi chiedermi scusa, è tutto okay, okay?- sorrisi timidamente
Lui mi guardò trovo
-okay- sorrise poi.

Tornando a casa, dopo, mi resi conto di quanto fosse stato facile esprimere le proprie emozioni. Avevo proprio bisogno di lui. E già. Anche se solo come "amico" se si può definire così.

Chiamai mitch ma non era da me, e non rispondeva al telefono, così decisi che gli avrei fatto una sorpresa.

Presi alla pasticceria vicino il mio palazzo dei muffin ai mirtilli, i suoi preferiti, e andai verso casa sua con la macchina. Arrivai più o meno in 10/15 minuti, e salendo le scale continuavo a sorridere come una scema, solo perché quella giornata stava andando di bene in meglio.

Presi la chiave di riserva che teneva nascosta in un vaso, e apriinla porta regendo la scatola di muffin con la sinistra. Stavo per urlare il suo nome, così che potesse venire in soggiorno, ma lo stava già facendo.

Letteralmente. Era con Stace, la sua ex ragazza. Lo stavano facendo sul divano. Coprii subito gli occhi, per non assistere a quella scena.
Era così terribilmente straziante.

Mentre gli occhi mi si inumidirono, sentì lui sussurrare imbarazzato, e mi cadde dalle mani la scatola con i muffin a terra. Ero sconvolta. Non volevo crederci.

"bastardo" fu l'unico sospiro disperato che riuscì ad esalare.

Non meritava neanche di sentire ciò che avevo da dire.

Angolo autrice♥
Buongiorno ragazze ♡
Sono riuscita, anche se con difficoltà ad aggiornareeeee
Spero questo capitolo vi piaccia, e per scoprire cosa succederà, dovrete aspettare il prossimo :c
(Volevo lasciare liz davanti alla porta e continuare nel prossimo capitolo, ma era troppo meschino quindi ho anticipato)
A presto☆

Professore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora