-3-Il prof. fa un salto a casa mia

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Mangiammo la pizza, e guardammo una puntata di una serie tv. Poi mi chiusi in stanza a studiare.

Ripassai chimica, e la storia di omero, per l'esame dopo natale.

Alle 3 e mezza scesi per andare a fare la spesa. Avevo preso 25 euro, che era il budget nella lista di kate.

Arrivai al supermarket e presi la roba gettandola nel carrello: latte, uova, salsa, insalata e altre verdure, mele e carne.

Andai alla cassa e una ragazza dark con il completino rosso e bianco del negozio iniziò a passare la spesa.

-23 e cinquanta-
Disse masticando una gomma
Cercai i soldi nella giacca e non c'erano, mi perquisii le tasche dei jeanz e di nuovo del giubbotto. Ma niente.  Cazzo.

-ho..ho perso i soldi- dissi diventando rossissima.
Lei sbuffò ma poi una mano le passo venticinque dollari.

-pago io-
-come vuole- rispose lei.
Mi girai ed era il professore. Il viso sfumò diventandomi viola, o almeno credo dato che sentivo le guance andare a fuoco, che figura! Volevo sprofondare, scavarmi una fossa e morire. Gli diede il resto e mi aiutò con le 2 buste, e lui ne aveva una con solo pizza surgelata.

Uscimmo dal supermercato e stava portando le mie buste.
-vi devo restituire i soldi-
-riportameli domani elizabeth-
-no, ci sono tutti e ho vergogna-
-hai perso dei soldi, non vergognarti-
-si che mi vergogno, lei è il mio professore-
-ora sono solo dave-

Annuii
-mi può dare le buste?-
-ti accompagno a casa-
-non...beh...va bene, così posso ridare i soldi-

Andammo verso la sua macchina, mercedes. Bella e grande. Entrai e sembravo una statua, ero paralizzata, stavo salendo nell'auto del mio professore, dio.

Con il prof. Hedge succedeva spesso, ma tutti andavano con lui, accompagnava a casa almeno 7 ragazzi. Sorrisi al pensiero.

-tu sei di qui? -
Chiese
-si-
-io invece sono di boston, e poi all'università ho preferito venire qui a brooklin-
-bene, ottima scelta-

Arrivammo a casa.

Salimmo con l'acenzore. Lui mi fissava, sorrideva e mi fissava. Mi vergognavo.  Finalmente al mio piano, uscimmo da quella scatoletta di ferro inventata per mettere in imbarazzo le persone.

-grazie-
Andai ad aprire la porta e quando lo feci lo ritrovai al mio fianco che guardava l'atrio.

La stanza aveva le pareti verde petrolio, chiaro, spoglia, solo un appendi abiti accanto la porta, a sinistra invece una finestra che illuminava la stanza. Guardai la pila di giornali e buste di bottiglie alla mia sinistra.

-vuoi una mano a portarli giù?-
-no! Ehm...volevo dire che io faccio riciclaggio e beh li riuso.-
-ma che brava-
Ammiccò

Entrammo nel salotto,  le pareti lime, i divani azzurro scuro, una libreria di legno, con tutti i libri che io avevo letto.

-quali sono quelli tuoi?-
Disse
-tutti, kate preferisce il tablet-
si avvicinò alla libreria e sorrise
-paulo coelho, jane austen, wulf dorn. bene signorina-

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