-34-San Valentine's day

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La festa di San Valentino.
La confraternita aveva fatto proprio un bel lavoro, non mancavano decorazioni rosa di ogni genere, luci soffuse sulla pista da ballo che si era formata cacciando i divani e ammassandoli contro il muro, dove delle coppie pomiciavano indisturbate.

Su un tavolo non troppo grande, ricoperto da una tovaglia rosa, con sopra 3 grosse scodelle di punch, c'erano perfino i bicchieri di plastica rossi da liceali, che non vedevo dal 5° anno.
-vieni- urlò jason per sovrastare le note di una canzone messa a palla.

Mi prese per mano conducendomi in quella che sembrava una cucina, ricoperta da cartoni di pizza aperti. Entrambi mangiammo uno spicchio di pizza che aveva preso il sapore di fumo.
Ormai come tutta la confraternita.

Quell'odore mi dava letteralmente alla testa. Io e jason, nonostante il mio animo da funerale per quello che era successo, parlammo del più del meno, e dopo aver bevuto un po' di birra, ci ritrovammo in pista a scatenarci.

Aveva ragione, la maggiorn parte non erano coppie, ma gruppi di ragazze o ragazzi che andavano lì con la speranza di rimorchiare.
-che dici, abbiamo fatto bene a venire?- urlò jason
-direi di si- mostrai uno dei miei sorrisi migliori, e continuai a muovermi a ritmo di musica.

Tutti accanto a noi ballavano tenendo un bicchiere in mano, con birra o punch, molti ragazzi facevano i 'gentiluomini' portando da bere alle ragazze sedute da sole o ai gruppi di amiche, alcuni venivano respinti, altri invece si ritrovavano senza saperlo a pomiciare spudoratamente.

Scorsi tra la folla Lucy, che raggiunsi in un batter d'occhio.
Era...con uno? E stavano pomiciando anche loro alla grande.
Quando mi vide mi abbracciò forte. Sapeva un po' troppo di alcool.

-lucy? Stai bene?- le domandai all'orecchio.
-certo!- disse barcollando.
Indossava uno splendido completo da cocktail rosso fuoco, solo chebi tacchi neri stonavano il tutto, ma a quanto pareva nessuno se ne accorgeva, essendo impegnati in ben altro.

All'improvviso il tipo che stava con lei la trascinò dentro un corridoio mentre lei cercava di salutarmi con la mano.

-bene- dissi tra me e me, ma jason sembrò avermi sentito che si mise davanti a me sorridendo.
-benissimo- continuò ridendo.
-torniamo in pista?- domandai.

Dopo almeno quindici minuti di balli sfrenati, ero letteralmente sudata, e non sentivo più brividi di freddo di quella notte invernale.
Jason mi prese per i fianchi, avvicinandosi di più a me.

Sembrava un po' brillo, ma con l'alcool se la cavava bene. Iniziò a baciarmi il collo, mentre io sorridevo per quel suo gesto.
Ma il pensiero tornò a Dave, che mi aveva fatto del male.

-jas...voglio andare via- sussurrai al suo orecchio fin troppo vicino alle mie labbra.
Lui mi guardò trovo, poi mi scorto dolcemente verso l'entrata, dove sostammo un po' mentre cercavamo i nostri cappotti.

Quando trovai il mio, presi il telefono per guardare l'ora. Mezzanotte e un quarto.
C'erano....7 chiamate di...DAVE?!

Risalivano alle 8 e 20, quando probabilmente io dormivo. Non le avevo viste prima. Cazzo.
Provai a richiamare, ma non rispondeva, probabilmente era già a letto....forse con quella .

Mi rattristai.
Dopo essere uscti dalla confraternita, percorremmo il tratto d'erba con difficoltà, siccome avevo i tacchi, e infatti...quasi arrivati al marciapiede caddi.

Jason mi aiutò ad alzarmi prendendomi le mani, e quando fui di nuovo davanti a lui mi guardò negli occhi.

Aveva degli splendidi occhi azzurri, e non mi ero accorta fino a quel momento di quanto brillassero.
-liz...io...- fece, ma poi la voce gli si spezzò in gola.

Si avvicinò cautamente a me, riuscii a sentire il suo respiro, e poi, mi sfiorò delicatamente le labbra.
Fu questione di un attimo, io non ci pensai due volte, e ricambiai il bacio. Non pensai alle conseguenze, volevo solo cullarmi tra le sue braccia sapendo che in quel momento nulla mi avrebbe potuto ferire.

Si scostò sempre con dolcezza, io lo guardai negli occhi per un istante, ma, purtroppo, solo in quel momento, quando girai i tacchi per andare via con jason, notai la macchina di Dave parcheggiata proprio lì davanti.

Cazzo.

Era proprio il caso di dire cazzo.
Le guance iniziarono a bruciarmi, e probabilmente stavo arrossendo come un peperone.
In quel momento più che incazzata, avevo paura, paura della sua reazione e consapevole di aver sbagliato.

Jason mi guardò, poi guardò in direzione della macchina.
-tutto bene liz?-
-s..si. io...puoi aspettare un secondo?-

Mi avvicinai alla macchina titubante, e non so perché mi venne in mente di sistemare i capelli, come se a lui in quel momento potesse importare!

-sali in macchina- ordinò senza fissarmi.
-ma jason..- provai a dire, quando mi interruppe.
-apri quel dannato sportello e SALI IN MACCHINA CAZZO-
ringhió furioso.

Feci come chiesto, senza dare spiegazioni a jason, che si stava avvicinando verso il mio finestrino.
Dave, vedendo jason mise in moto e fece retromarcia per uscire dal parcheggio, dopodiché, si allontanò sfrecciando.

-che cazzo stavi facendo!- urlò.
Io non risposi. In un solo istante tutto l'odio che provavo per lui svanì. Cone il mio coraggio d'altronde.
-lo hai baciato porca miseria! Ti ha baciato!-

Che si aspettava! In fondo era stato lui a sbagliare.
-che ci fai qui? Pensavo fossi troppo impegnato con quell'altra- biascicai cercando di racimolare il mio coraggio perduto.

-cristo liz! Di che diamine parli? Hai bevuto per caso?-
In effetti si.
-no! Vuoi farmi credere che oggi ti hanno rapito gli alieni Dave? Non ti sei fatto sentire per niente, non hai fatto nulla di romantico per me! E quando sono decisa di chiamarti per sistemare la situazione e darti il mio regalo come segno di pace, mi risponde una ragazza con la voce da sgualdrina.- ero fuori di me. Stavo tremando, e non per il freddo.

Non proferì parola. Continuò a guidare guardando la strada.
Avevo colpito nel segno! Ecco! Non ero io la stronza! Era lui! Stava con un'altra e lo avevo beccato. Ma d'un tratto, la mia felicità per aver "vinto" si trasformò in tristezza.

Davvero stavo esultando mentalmente perché il mio ragazzo mi aveva tradita? Delle lacrime mi scesero sulle guance, e non persi tempo ad asciugarle.

Dopo pochi minuti parcheggiò davanti al bridge hotel.

Io non riuscivo a capire, ma avevo paura a fare domande.
Mi fece scendere dall'auto e mi prese per mano scortandomi dentro. Salutò il portiere, e poi mi scortò nell'ascensore dove mi guardò negli occhi per tutta la durata della salita.

Arrivati davanti la stanza 128, aprì la porta e io rimasi senza fiato.
Era splendida.
Nell'atrio, c'era un tavolo rotondo, con tovaglie rosa e tovagliette rosse, candele e rose ovunque. Completo di champagne nel secchio, ormai pieno di acqua invece che di ghiaccio.
Sporgendo la testa, notai nella stanza accanto un grosso letto a baldacchino, con un grosso piumone...rosa.

-che...che significa?- domandai incerta.
-buon San Valentino, amore.- disse l'ultima parola con un cenno di amarezza.

abbassai lo sguardo
-che vuoi dire?-
-volevo farti una sorpresa...-
-e la ragazza?-
-non lo so! Probabilmente una del catering che stava sistemando i particolari. C'erano più o meno 5 persone qui ad aiutarmi.-

Non riuscivo a crederci, ero così imbarazzata! Ora si che volevo piangere.
-Dave...io...non lo sapevo-
-è possibile che ancora non ti fidi di me? Io ti amo Elizabeth!-
Mi prese il viso tra le mani, costringendomi a sostenere il suo sguardo.
-perché lo hai baciato?- domandò quasi sul punto di crollare.

-io...non volevo, a me non piace jason- riuscii a dire.
-io...non ce la faccio okay? Sarà meglio chiuderla qui- disse con fermezza. Io iniziai a piangere, così tanto da singhiozzare.
-va bene. Se è questo che vuoi-

ANGOLO AUTRICE♥
Salve a tutte ragazze...e...perdonatemi per questo capitolo angosciante.
Spero comunque vi stia piacendo, anche perché ora siete tantissime a seguire la storia!
Mi raccomando stellinate★
E...alla prossima♥


Professore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora