-21- regali inaspettati

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Mangiammo la buona torta prima di salutarci.

-andiamo a prendere un caffè qualche volta si?!-
Chiese Mia prendendomi le mani
-certo, volentieri-
-perfetto!- mi abbracciò.

Salutai tutte le zie e poi anche i genitori di Jordan, poi Connor e Travis vennero verso di me abbracciandomi.

-sei ufficialmente invitata al mio compleanno, a marzo- disse ridendo travis
-oh perfetto- ridacchiai

-e anche al nostro matrimonio cara- disse poi connor. Iniziai a ridere e poi mi abbracciò.

In fine andai a salutare alisha e Dave.

-beh...allora ci vediamo- dissi titubante rivolta alla bruna.
-oh non vedo l'ora!- disse sorridente per poi abbracciarmi.

Era terribilmente strano ma volevo sembrare anche io superiore.

-andiamo?- jordan mi prese per le spalle dolcemente.
-certo.-
Dopo esser arrivata a casa, in ascensore rammentai le ultime ore.

Prima di infilare la chiave nella serratura mi squillò il telefono facendomi sobbalzare.
Era dave.
-pronto?-
-sei a casa?-
-diciamo-
-ti va di far e un giro?-
-Dave. È l'una di notte-
-e quindi?-

Dubitai. Non riuscivo a dirgli di no. Lui mi chiedeva di vederci e io dicevo di si!
-non posso. È tardi-
-ti prego liz. Ho bisogno di te-
-si.-
-sul serio?-
-si-

Scesi di corsa le scale con i piedi doloranti per i tacchi. Dovetti aspettare pochi minuti, e poi vidi la sua macchina girare l'angolo.

Per un tratto mi balenò l'idea che avesse portato anche alisha, ma poi sminuii i miei pensieri quando lo vidi arrivare.

Entrai nell'auto mordendomi il labbro. Un forte profumo di muschio bianco invadeva l'aria di quello spazio angusto, e i suoi respiri, mischiati ai miei riscaldavano la pelle.

-perdonami per oggi. Mi sono comportato da bambino-
-lo so- ridacchiai.
-dove si va?-
-da me?!-
-no! Non verrò a casa tua, se vuoi troviamo un bar aperto...-
-sei incredibile!- sbuffò arrabbiato.

alzai gli occhi divertita.
-e smettila di alzare gli occhi al cielo- sussurrò mettendo in moto.

Ridacchiammo entrambi.
Arrivammo ad una stazione di servizio, non avevamo trovato nient'altro aperto.

-Dave...uhm...vorrei... darti una cosa- sospirai.
-cioè?- piegò la testa di lato divertito.

-uhm....ecco- gli passai un pacchetto rosso legato con un nastrino dorato.

Sorrise sommessamente. -non dovevi farmi il regalo- sussurrò guardandomi.
Alzai le spalle in risposta.

Lo scartò frettolosamente, e quando vide il regalo rimase fermo. Guardò il libro di Edgar Allan Poe [nome in revisione] che avevo preso, poi mi guardò.

Si mosse verso di me per abbracciarmi ma poi tornò di scatto dritto.
-grazie...è... bellissimo-
-è una sciocchezza- sussurrai tormentandomi le mani.

-no. Non è una sciocchezza, è un pensiero bellissimo,-
Mi guardò negli occhi.
-anche io ho qualcosa per te- ridacchiò
-tieni- continuò porgendomi un pacchetto medio.

Io rimasi sorpresa.
-grazie....grazie mille- sorrisi leggermente.

Apriii il pacchetto con cautela, al contrario di lui, feci scorrere lentamente il nastro di raso sotto i polpastrelli e mi morsi il labbro.
Mi guardò con tenerezza.

Aprii il cofanetto che dentro conteneva una collanina con la scritta "Elizabeth".

Aveva centrato. Solo il pensiero, aveva pensato a me! In oltre la musica alla radio molto commovente mi diede il colpo di grazia. Scoppiai a piangere come una bambina sorridendo.

Lo abbracciai forte, per quanto la brutta posizione me lo permetteva.
-grazie- dissi poi tra i singhiozzi.
-non piangere- mi prese il viso tra le mani, e mi passò i pollici sotto gli occhi per asciugarmi le lacrime.

-tutto questo...tu... io...- sospirò
-lo so, e pensare che in un altra vita avrei potuto amarti- dissi guardandolo dritto negli occhi.

Rimase in silenzio, contemplando le mie parole, probabilmente neanche io sapevo cosa intendevo.
-vieni- mi prese la scatoletta dalle mani elegantemente e estrasse la collanina senza distogliere lo sguardo da me.
-sei bellissima-
Mi girai quel tanto per dargli le spalle, mi portai i capelli da un lato e mi mise la catenina.
-grazie Dave-.

Andammo nella stazione di servizio, prendemmo emtrambi un caffè, e quando il barista anziano e baffuto ci guardò curioso, Dave inventò che eravamo in viaggio per girare l'america prima di sposarci.

Era stato esilarante.
-hai ancora paura di venire da me? Potremmo....guardare qualcosa, d'altronde nessuno dei due prenderà sonno prima dell'alba-

Io anuii distratta, stavo ancora pensando al perché di quella sera, al perché aveva chiamato me invece di rimanere con Alisha gambalunga.
-fantastico.-

Arrivammo finalmente a casa sua e neanche il tempo di entrare che mi buttai di peso sul divano.

-vuoi qualcosa? Un altro caffè?- ridacchiò
-veramente vorrei il telecomando- risposi ridendo.

Mi fece cenno con la testa indicando la poltrona, dove in penombra c'era il telecomando.

lo presi sporgendomi dal mio bel posto comodo e accesi la tv.
Poco dopo mi raggiunse anche lui.

Aveva tolto la camicia bordeaux e aveva messo una felpa grigia.

-Got?- domandò guardandomi
-o doctor who, vedi che c'è- alzai le spalle. Amo le serie tv.
-si- sorrise poi.

Ci accontentammo di guardare le repliche di Quantico, ma poco me ne importava, io guardavo lui.

-odio guardarti con mio fratello- ammise girandosi verso di me.
-beh...-
-lo so, dovrò far finta di niente- sospirò.

-già....beh tu hai Alisha no?!- lo incalzai.
-non è la mia ragazza-
-quindi tu infili la lingua in gola a tutte?- dissi sarcasticamente

-noi....- disse ma poi rimase in silenzio tornando con lo sguardo alla tv.

Io lo guardai per un po. Era incredibile. Lui era il mio professore, e mi letteralmente, stupidamente innamorata di lui. Lui. Quell'uomo con i capelli perennemente scompigliati, con gli occhi verdi, scuri come l'erba di notte, illuminata solo esclusivamente dalla luna.
E anche io, per qualche strano motivo piacevo a lui.

-grazie Dave- boffonchiai con gli occhi socchiusi, poi mi addormentai.

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