7.♠

108 1 0
                                    

Mi svegliai e notai che Hardin mi fissava,ridendo.

-Cos'hai da ridere?- chiesi,infastidita.

-La tua faccia quando ti svegli mi fa ridere.- rise.

-Lieta di servire a qualcosa.- sorrisi anch'io.

-Invece di dire qualcosa di stupido,muovi il culo,torniamo a casa.- disse spingendomi.

-Uff,va bene.- dissi.

In macchina ascoltammo un pò di musica,a caso.

Una volta arrivati,notammo delle macchine nere,nel parcheggio.

Hardin si irrigidì.

-Emily,resta in macchina.- disse serio.

-No,sei pazzo? Scendo anch'io!- dissi.

-No,non so cosa sta succedendo. Non entrare.- disse.

-Se non mi sbaglio,sono il capo adesso. Quindi,scendo con te.- dissi.

Aprì lo sportello della macchina e mi fiondai in casa,prima di Hardin.

-Papà?- dissi sulla porta,notando il conclave in piedi.

-Emily,ti cercavano. Siediti.- disse lui.

Hardin,entrò poco dopo di me e si irrigidì di nuovo.

-Mia signora,è giusto che lei sappia che il tempo stringe,due settimane sono troppe. Dobbiamo intervenire nell'immediato,la legge va applicata,anche se mi rincresce.- disse Valentine.

-Mi state forse dicendo che,nell'immediato,dovrei ammazzare mio fratello?- chiesi alzandomi.

-Non solo lui,tutti quelli con questa " colpa ". - disse Aronne.

-Degli altri non mi interessa.- dissi.

-Rose!- disse Hardin.

-Forse sarà necessario informarla,mia signora,che ci sono anche dei bambini.- disse George.

Mi irrigidì,i bambini no.

-E' un crimine.- dissi.

-E' far rispettare la legge.- disse Caius.

-Si,una legge priva di fondamento logico.- dissi.

-Si vede che è ancora inesperta.- disse lui.

-Si vede che sei un bastardo strafottente.-sibilai.

-Basta così,mia signora,deve intervenire nel pomeriggio. L'attendiamo al castello,alle quattro in punto. Pace.- disse Aronne e sparirono.

Mi buttai sul divano,inerme.

-Non preoccuparti,sorellina,o prima o dopo doveva accadere.- disse Hardin.

-Non cominciare.- ringhiai piangendo.

Mamma scoppiò a piangere e stritolò mio fratello in una morsa.

Papà e i miei fratelli si chiusero in un religioso silenzioso,Vine si aggrappò alla gamba di Hardin ed io,io ero come spenta.

Le ore passarono veloci,io non mi mossi da quel divano nè per bere,nè per mangiare,nè per qualsiasi altra cosa.

-Emily,è arrivata la macchina.- disse Hardin.

Mi alzai,mi vestì con uno schiocco di dita,entrai in macchina senza salutare nessuno.

Arrivai al castello,scesi rifiutando gelidamente aiuto dalle guardie.

Entrai veloce e mi sedetti in quello che,d'ora in avanti,sarebbe stato il mio ufficio.

Una ragazzina di diciassette anni,capo di un'intero mondo e costretta a decretare la vita e la morte di esseri viventi. Stavo cominciando a capire quanto fossi stata stupida ed egoista,in precedenza,stavo cominciando a pensare che preservare i più debogli,gli indifesi,fosse qualcosa di giusto.

Mentre pensavo,qualcuno bussò.

Una guardia entrò,inchinandosi.

-Mia signorina,mi dispiace disturbarla,ma è tutto pronto. Deve raggiungere la sala del trono.- disse.

-Arrivo subito,puoi andare.- dissi gelida.

Si inchinò ed uscì.

Mi alzai,mi asciugai le lacrime,diventai gelida.

Camminai lentamente,ogni passo sembrava infinito.

Entrai nella sala,mi sedetti sul trono e attesi le vittime.

-Mia signora,come intende procedere?- mi chiese George.

-Secondo il protocollo.- risposi gelida.

-Vuole,quindi,torturarli per farli confessare e ucciderli in modo lento e doloroso?- chiese.

-Esatto.-risposi.

-Come vuole,fate entrare la prima vittima.- disse lui.

La porta si aprì ed entrò un ragazzo,forse un pò più grande di Hardin.

Fu spinto fino ai miei piedi,in ginocchio.

-Come ti chiami?- chiesi gelida.

-Noctis,mia signora.- disse.

-Bene,di cosa sei accusato?- chiesi.

-Di essere più angelo che demone.- rispose.

-Come mai?- chiesi.

-Mia signora,mia madre era una cherubina e mio padre un demone nobile. Loro erano innamorati e..- lo interruppi.

-Non ti ho chiesto la storia della tua vita,solo la causa dell'accusa.- dissi.

-Chiedo scusa.- rispose.

-Bene,verificheremo subito.- dissi alzandomi.

Avevo letto sui libri come procedere.

Lo condussi nella sala degli esami,lo feci sedere su una sedia e lo legai.

-Tu ti ritieni colpevole?- chiesi.

-No,mia signora.- disse.

-Potevi salvarti,povero stupido.- sorrisi.

Elettroshock.

Perdita dei sensi.

Veleno demoniaco nel sangue.

Arma maledetta conficcata nel costato.

Lui gemeva.

-Bene,test concluso. La vittima è più angelo che demone.- dissi al conclave,loro scrissero su una pergamena il suo nome.

-Sei colpevole. Hai qualcosa da dire?- chiesi.

-No.- rispose a fatica.

-Bene,non perdiamo tempo allora.- dissi e ci teletrasportai tutti quanti nella sala del trono,di nuovo.

-Ultimo desiderio?- chiesi.

-Giustizia.- rispose.

Risi.

Morto.

Così cominciò il mio essere peccatrice,così le mie mani si macchiarono di sangue innocente.

Tutti la stessa fine,per ultimo entrò Hardin.

Sorrisi.

-Solita procedura,portatelo nella sala degli esami. - dissi.

Lo feci sedere,però,stavolta di fronte a me.

Vicino a me.

Volevo guardarlo negli occhi,volevo imprimere in me ogni suo dettaglio prima di distruggerlo.

Gli tolsi tutti i sensi tranne la vista,doveva vedere cosa era diventata la sua adorata sorellina,sua dolce Rose.

Lo torturai a lungo,sanguinava e respirava a fatica.

-Ti dichiari colpevole?- chiesi.

-Si.- disse.

Morto.

Hardin era morto,ammazzato da me.

Le mie mani si erano macchiate ancora,stavolta però di un sangue essenziale per me,del sangue del mio stesso sangue.

Rose era morta insieme a lui,quel giorno.


Fallen.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora