6.♠

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Non so quante ore passarono,mia madre,i miei fratelli,persino mio padre,tentarono di entrare nella mia camera ma li cacciai,tutti.

Mi alzai,controvoglia,da terra e presi il telefono.

Diverse chiamate da Anis,dai miei amici e dai miei fratelli.

Che illusi,cercavano di parlarmi in tutti i modi possibili.

Presi il mio diario,cominciai a scrivere lentamente.

" Caro diario,

arriveranno tempi difficili,decisioni difficili,dolori lancinanti. Non so come reagirò,non so nemmeno se reagirò. Voglio mollare,voglio arrendermi,senza Hardin non posso vivere. E' stato il mio primo vero amico,la mia spalla,la mia forza,da sempre. Come potrò alzarmi la mattina,come potrò vivere,sapendo che lui non mi sosterrà? Non mi potrà abbracciare,di notte,quando avrò gli incubi? Non mi dirà che valgo qualcosa? E' impossibile. Mi consumerò,lentamente,niente mi farà accantonare questo dolore,la cosa peggiore è che non posso impedirlo. Hardin,accidenti a lui,è sempre stato così,incline ad aiutare gli altri,dimenticandosi di sè stesso,dimenticando anche me. Aveva detto che non mi avrebbe mai lasciata sola,eppure lo sta facendo,per seguire i suoi valori. Valori che,sinceramente,non condivido. Che senso ha aiutare chi è già condannato? Che senso ha rispettare delle leggi prive di senso? Non lo so,non so più nulla. Una cosa sola è certa,la sua assenza mi ucciderà. Morirò con lui,tra due settimane.

Emily. "

Posai il diario e mi decisi ad uscire dalla camera,non sarebbe servito a niente fingere che il problema non esista.

Scesi lentamente le scale,tutti erano seduti e appena mi vide,Vine,mi corse incontro e mi abbracciò.

Rimasi sotto shock,poche volte c'erano stati scambi d'affetto tra noi.

Ricambiai,a volte un abbraccio serve.

Mi sedetti sul divano,in silenzio,nessuno parlava.

Hardin si sedette accanto a me,mi strinse la mano e non riuscì a scansarmi.

Mi faceva male la sua presenza ma pensai che la sua assenza avrebbe fatto più male,quindi accettai quel contatto come se fosse l'ancora di salvezza per il mio futuro dolore.

-Abbiamo due settimane,sorellina,passiamolo insieme questo tempo. Solo io e te,come una volta,come quando eravamo piccoli.- disse lui.

-Senza Melania?- chiesi.

-Senza Melania,senza Anis,solo io e te.- disse serio.

Sorrisi,cercavo di aggrapparmi a qualsiasi cosa pur di tenerlo ancora un pò con me.

-Mamma,preparaci un paio di panini,io e Rose andiamo a fare un pic-nic.-disse.

Mamma sorrise leggermente e cominciò a preparare le cose.

-Vestiti,sorellina,comoda ma non da barbona come ora. Sinceramente,sembri drogata.-rise.

Sorrisi anch'io debolmente,mi mancheranno le sue battute e la sua risata,mi mancherà tutto.

Salì in camera mia e indossai dei jeans e una maglietta bianca,leggera.

-Andiamo?- disse Hardin.

-Si.-risposi.

Salimmo in macchina e lui mi portò al lago.

-E' bello.-dissi.

-Lo so,è un posto tranquillo ed è quello che ci serve.- sorrise.

Annuì,mangiammo ridendo e scherzando e poi ci sdraiammo sull'erba fresca.

-Rose?- mi chiamò all'improvviso.

-Si?- risposi.

-Non mollare mai,se credi in qualcosa lotta fino alla fine. Dimostra a tutti chi sei,ne abbiamo passate tante,io e te,nella vita. Eppure siamo ancora qui,non dimenticarlo mai. Ricorda sempre chi sei e quanto vali,anche se non sarò fisicamente con te a ricordartelo,mi troverai sempre nel tuo cuore ad urlartelo. Sei la persona più coraggiosa che io conosca,davvero,sei un vero esempio da seguire ed io,Rose,sono fiero di te. E' giusto crollare,ogni tanto,conceditelo ma rialzati,dopo,più forte di prima.- disse.

Non dissi nulla,come ogni volta che lui mi diceva cose belle.

-Ricordi,il giorno che tornammo a casa,nella nostra vera casa,dopo l'orfanatrofio e il riformatorio?- chiese.

-Come se fosse ieri.- risposi.

-Ricordo l'abbraccio che ci siamo scambiati quando,dopo secoli,ci siamo rivisti. Siamo stati lontani,divisi,ognuno con i propri dolori e le proprie battaglie da affrontare. Poi ci siamo riuniti,come sempre. Non c'era nessuno che volevo vedere,in quel momento,se non te. Ho sempre sperato che non crollassi,che riuscissi a sopravvivere ed è successo. Mi sono sentito vivo,appena ti ho vista,piccola e indifesa ma con una forza negli occhi invidiabile. Quella forte,tra noi,sei tu. Mi hai insegnato tanto,Rose,senza rendertene conto e io non ti ho mai ringraziato. Sei stata tu a darmi la forza per sopravvivere,ogni giorno,in quell'inferno.- disse.

-Ricordo le giornate passate con Anna,la mia voglia di arrendermi,i miei pianti solitari,le torture,le umiliazioni da bambina e da adolescente. Mi sentivo sola nel corpo ma insieme a te nel cuore. Tu mi hai dato la forza di resistere,Hardin,il tuo affetto e il tuo ricordo. Pensavo " Devo vivere,per lui,devo vivere così uscirò e lo salverò. " Tu sei tutto,tutto per me. Per questo sarà impossibile,per me,accettare che tu possa morire.- mormorai.

Non disse nulla ma mi abbracciò,uno di quegli abbracci che ti fanno sentire protetta,a casa,uno di quegli abbracci rari che,sinceramente,non ho mai avuto se non da lui.

Restammo in silenzio,insieme,per un pò finchè mi addormentai,sperando che quello fosse solo uno dei miei soliti incubi e che,svegliandomi,Hardin non dovesse abbandonarmi.

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