14.♠

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La mattina iniziava presto,ad Aberon.

Non so quanto durerà questo tormento,questo dolore.

Mi rividi,seduta sul tavolo,a mangiare una brodaglia incolore e con accanto Anna.

Anna,il mio tormento,era una mia amica,prima.

-Oggi ci saranno  le selezioni,preparatevi e siate gentili.-disse la direttrice,all'improvviso.

Le selezioni,ai tempi non sapevo cosa fossero,adesso,a distanza di secoli,il sangue mi si gela.

Ricordo che,ingenuamente,pensavo che le selezioni fossero per quei bambini che trovavano una casa,una famiglia. Si,trovavamo una famiglia,ma per cinque giorni,come schiava.

Mi vidi preparata,seduta,in attesa.

Fui scelta da un uomo,ricco.

Mi guardava intensamente,mi ricordo che disse.

" Voglio questa,è perfetta. "

Gli fui grata,all'inizio,avrei respirato un pò d'aria.

Vedevo le mie compagne preoccupate,tristi.

-Pensate che vivremo?- chiesero le più grandi.

-In che senso?- chiesi.

Quanto ero ingenua.

-Non sai che stai andando a fare la serva per cinque giorni? Potranno farti tutto ciò che vogliono,anche quelle cose che i grandi chiamano " scopare ". - disse una.

Ero confusa.

Per fortuna.

-Emily,vieni.- disse la direttrice.

Mi alzai e la raggiunsi fuori dalla porta,salutai le mie compagne con la mano e chiusi la porta.

-Emily,lui è il signor Gordon,ti terrà in casa sua per cinque giorni,fai la brava e fai tutto ciò che ti chiede,mi raccomando.- disse lei,seria.

Annuì.

-Ciao piccola.- disse l'uomo,sorridendomi.

-Buongiorno.- dissi educata.

Mi fece salire sulla sua macchina,eravamo in silenzio.

-L'importante,per stare bene,è obbedire. Capito,piccola?- chiese.

-Si.- risposi.

Arrivammo di fronte ad una villa enorme,colorata.

Pensai,incosciamente,che forse mi sarei trovata bene.

-Vieni,piccola,una signora ti mostrerà la tua camera.- disse lui.

Entrammo e una signora gentile,di nome Teresa,mi accolse con un sorriso.

Le sorrisi.

Adesso,a distanza di tempo,mi ricordo che mi fù di grande conforto.

La cena fù servita alle sette ed io dovetti aiutare a portare i piatti,lentamente,visto che ero piccola.

-Emily,il signor Gordon ti cerca.- disse Teresa.

-Arrivo.- dissi.

Entrai nella stanza del padrone,in religioso silenzio.

Era seduto sul letto,senza la camicia.

-Vieni,piccola,entra pure.- disse lui.

-Mi cercava,signore?- chiesi.

-Certo. Dovrai restare con me,stanotte.- disse lui,sorridendo.

-Ma,mi scusi,dovremmo dormire insieme?- chiesi ingenuamente.

-Si.- disse semplicemente.

Non dissi nè feci nulla,ricordo con dolore estremo e rabbia quella umiliazione.

Una bambina di otto anni,stuprata da un uomo che continuava a sorridere,a sorridere come se non stesse commettendo un crimine.

La mattina dopo,asciugandomi le lacrime,scappai dalla camera.

-Fatti forza,piccola. Solo cinque giorni.- disse Teresa.

Non parlai più,feci solo quello che mi veniva chiesto di fare.

Ero una serva,solo una serva.

Per cinque giorni fui umiliata nel corpo e nella mente.

Poi tornai in orfanotrofio.

Ero cambiata,cambiata troppo.

Nessuno mi chiese niente,a nessuno importò di me,seppi che Anna era morta,era stata sbranata da un cane e nessuno la soccorse.

Mi rattristai.

Per altre volte fui costretta a girare per case di nobili benestanti,sempre la stessa sorte,odiavo il mio corpo,mi odiavo,più piacevo e più soffrivo.

Non piangevo,non piangevo più.

Mi distrugge rivedere e ricordare,forse servirà,però.

Una notte,però,Anna tornò e non aveva più corpo,era brutta e deformata.

Era arrabbiata.

Con il mondo.

Con me.

Diceva che io non l'avevo aiutata e non ascoltava quando le spiegavo le mie ragioni.

Cominciò un diverso tipo d'inferno,una tortura diversa ma ugualmente intensa.


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