Una volta tornata a casa,mi chiusi in camera mia,volevo solo resettare il cervello e calmarmi. Decisi di mandare subito le direttive che dovevo ad Angel,mi alzai e mi diressi in giardino. Mentre mi avviavo ripensavo a quegli occhi,a quell'atteggiamento così sicuro e strafottente. Quel Tayler mi aveva confusa,come se fossi una sprovveduta,per fortuna la confusione iniziale divenne rabbia.
La rabbia sapevo come sfogarla,è abitudine.
Dopo un vero e proprio allenamento distruttivo in palestra,dopo aver spaccato cinque sacchi da boxe,tra calci e pugni,mi calmai. Uscì in giardino a prendere un pò d'aria. Mi sedetti sulla sedia a sdraio,un pò d'aria fresca mi avrebbe fatto bene.
-Amy? Puoi venire,per favore?- mi chiamò mia madre.
"Mai un attimo di pace. " pensai sbuffando.
-Arrivo.- mugugnai.
Dopo una mezz'ora passata con mia madre,ad aiutarla in ufficio,tornai in giardino. Notai,subito,che sulla sedia vi era appoggiato un post-it.
"Se vuoi capire qualcosa di me,vieni a questo indirizzo. Da sola."
Lessi bene l'indirizzo,si trattava di una casa in disuso ormai,al centro di Seattle.
Incuriosita,capendo che,forse,era Tayler,presi le chiavi della mia Audi.
-Dove vai?- mi chiese Hardin,guardandomi serio.
-Esco.- dissi solo,velocemente entrai in macchina,volevo andare fino in fondo a questa storia,da sola.
Mentre guidavo,pensavo e ripensavo a cosa avesse scaturito in me quel ragazzo. Mi dava fastidio la mia apparente inadeguatezza e fragilità di fronte al suo sguardo sicuro,impavido. Svoltai l'angolo prima della via che,una volta imboccata,mi avrei portata a destinazione. Ero nervosa,molto nervosa.
No,non era paura,era adrenalina mista a rabbia.
Arrivai di fronte all'abitazione,da fuori,aveva sempre avuto un certo aspetto antico,gotico,spettrale. I vecchi proprietari l'avevano abbandonata a causa di alcuni rumori molesti,affermando che la casa fosse infestata.
"Storie di umani. " pensai.
Entrai,molto tranquillamente,almeno era quello che mi dicevo per convincermi a camminare spedita.
Mi maledivo mentalmente per aver dato ascolto alla mia curiosità,avevo altre cose a cui pensare,invece stavo lì a fare l'agente segreto,incuriosita da uno sconosciuto.
Passi,mi fermai.
-Chi è?- dissi.
Un fruscio,dei passi,una voce al mio orecchio.
-Come? Mi hai già dimenticato,Emily?- sussurrò al mio orecchio.
Tyler.
-Non ti avevo riconosciuto..- mormorai.
-Hai paura,piccola? Lo sento.- disse.
-Non ho paura di nulla,io.- sibilai.
-Ad ogni modo,sei venuta. Perchè?- sorrise.
Non risposi,non lo sapevo neanche io.
-Non importa,sono sicuro che lo capirai da sola. Accomodati,prego. Posso offrirti qualcosa da bere? Succo di frutta? Vino? Oppure preferisci del sangue? Umano,magari.- sorrise.
Non mi piaceva il suo atteggiamento.
-Non bevo,grazie lo stesso.- dissi.
-A me sembra che tu abbia molta sete,invece. Da quanto non ti nutri di sangue,piccola?- sussurrò piegandosi alla mia altezza.
Ingoiai molto lentamente,la gola bruciava,era da molto che non bevevo,non volevo essere ancora più incontrollabile.
-Devi bere,Emily.-disse serio.
-Tu cosa sei?- chiesi.
-Cosa intendi?- chiese,fingendosi stupito.
-Non fingere con me,cosa sei?- dissi alzandomi.
-Non è di me che stiamo parlando,stiamo parlando di te e della tua sete.- disse lui.
-Non ho sete..-mormorai.
-Invece ne hai molta. Jordan!- chiamò.
-Si,mio signore.- disse un uomo anziano,entrando.
-Porta alla nostra gentile ospite del sangue buono,direttamente dalla fonte.- disse lui,sorridendo.
Aprì gli occhi,incredula.
Dopo che l'uomo uscì,facendo un lieve inchino,sbottai.
-Tu! Sei un essere spregevole! Tieni umani nascosti qui,nutrendoti di loro?!- urlai.
-Beh,cosa ti sconvolge? Non siamo poi così tanto diversi,io e te.- sorrise.
-Io non..- mi bloccai.
-Vedi? Piccola,non giudicare me,tu sei una sanguinaria.- disse a bassa voce.
Aveva ragione,non potevo fare altro che silenzio.
Mi sedetti.
L'uomo,dopo un pò,rientrò e,questa volta,era accompagnato da una ragazza.
Umana,potevo sentirne l'odore.
-Molto bene,Jordan và pure. Rosalinda,tesoro,accomodati e fai bere la mia ospite.- disse Tayler.
La ragazza mi sorrise.
-Prego,signorina. Si serva pure.- disse lei,sorridendomi.
-Non è possibile,una ragazza umana non può essere contenta di essere prosciugata! Cosa cazzo le hai fatto?!- urlai,ero fuori di me.
-Calmati,principessa. Rosalinda,così come tutti gli altri,offrono spontaneamente un pò del loro sangue,a me,in cambio di favori economici o benefici di vita.- sorrise,calmo.
Questa storia non mi piaceva,affatto.
-Non voglio bere.- dissi.
-Insisto.- disse lui.
-No.- ringhiai.
-Hai un cuore,dunque?- sorrise.
-No,si chiama senso di giustizia. Non faccio agli altri ciò che non vorrei fosse fatto a me.- dissi.
Guardai la ragazza,poteva avere al massimo vent'anni,non di più.
Mi avvicinai velocemente a lei.
-Devi andartene,subito. Non tornare più qui,qualsiasi cosa ti diranno di fare,tu la rifiuterai.- mormorai.
Annuì e se ne andò,svelta.
-Soggiogamento? Colpo basso.- sorrise.
Lo guardai,schifata.
-Non importa,ci saranno altri.- disse lui.
-Cosa sei? Una macchina sfrutta umani?- chiesi.
-No,è un patto equo. Noi beviamo,loro vivono dignitosamente,nessuno di loro muore.- disse lui.
-E' ingiusto.- dissi.
-Che differenza c'è tra questo e una caccia normale? Gli umani che vengono da me,sono coscienti,tu li soggioghi. E' più onesto ciò che faccio io,non credi?- disse.
Non risposi,ero troppo confusa per parlare.
-Me ne vado.- dissi.
-Sei arrivata da poco,resta.- disse.
-No.- lo guardai.
-Non giudicarmi,principessa,siamo entrambi peccatori. Valuta tu,però,chi di noi due è onesto.- sorrise.
-Mi sembravi..- cominciai.
-Cosa? Diverso?- rise di gusto.
Non risposi.
-Emily,sembri così ingenua,eppure la tua fama è diversa.- disse serio.
Aprì la porta di scatto,volevo andarmene.
-Non preoccuparti,avrò modo di conoscerti meglio,nel profondo.- sentì alle mie spalle,mentre di corsa attraversavo il corridoio.

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Fallen.
RomantizmEmily è sempre stata una ragazza dolce,felice di stare con gli altri. Amava tanto i suoi fratelli, i suoi amici e la sua vita. Un giorno, però, tutto cambiò. Lei cambiò.