68.♠

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Era notte fonda,il mio telefono segnò una notifica,molto lentamente mi alzai,per non disturbare Matt,lo presi e mi accorsi che era un messaggio di Daimon.

Mi diceva che gli mancavo,che mi amava,era completamente ubriaco,non risposi,non c'era più nulla che lui potesse fare o dire per farmi tornare con lui,ormai avevo scelto il mio futuro. In ogni caso,ormai sveglia,mi misi a sbrigare qualche pratica per conto di mio padre. Mi accorsi che si erano fatte le 7 di mattina,quindi,mi misi a preparare il caffè per Matt e il latte per me.

-Buongiorno..-sentì dire alle mie spalle.

-Buongiorno-risposi a Matt.

-Non hai dormito,giusto?-mi chiese.

-Si,ho lavorato.-risposi.

-Oggi ti porto a lavoro con me,è giusto che tu veda di cosa mi occupo,magari ti appassioni e vorrai lavorare con me.-rise.

-Va bene,tanto non credo di dover lavorare oggi.-risposi.

-Bene,vestiti elegante,ci tengono.-rispose sbuffando.

-Non sembra ti piaccia.-risi.

-No,però sono obbligato,è lavoro.-rispose.

Dopo la colazione,andai nell'immensa cabina armadio che,Blair e Alena,avevano sistemato,per me.

Cercai un vestito non troppo formale, ma nemmeno informale, mi decisi ad indossare un tubino nero e argento, con delle scarpe nere con il tacco. Mi sistemai i capelli, facendomi dei boccoli, truccandomi con un pó di rossetto rosso e un pó di mascara.

"Pronta" pensai,guardandomi allo specchio.

-Sono pronta,Matt.-dissi uscendo.

Notai che lui si stava sistemando la giacca,indossava una camicia bianca,una cravatta nera e pantaloni stretti dello stesso colore.

-Stai bene.-ammisi.

-E tu sei bellissima,tutti mi invidieranno.-ammise trionfante.

Risi.

-Andiamo,signora Donovan?-mi chiese,dandomi il braccio.

-Andiamo.-risposi.

Scendemmo al 40° piano dell'Empire,lì si trovava l'ufficio principale di Matthew.

-Buongiorno,signor Donovan,buongiorno anche a lei,signora.-ci accolse un uomo,all'entrata.

-Buongiorno..-dissimo entrambi.

-Sorridi e non rilasciare molte interviste,se i giornalisti dovessero piombarci addosso,so che è fastidioso,ma avere notorietà ha anche questa incombenza.-mi disse.

-Non preoccuparti,ne so qualcosa,anche a casa mia era così.-risposi.

-Buongiorno!-trillò una ragazza,allegra.

-Buongiorno,Cindy.-rispose Matthew.

-Buongiorno anche a lei,signora Donovan.-mi disse sorridendo.

-Buongiorno.-salutai con un sorriso.

-Cindy è la mia segretaria,risponde alle chiamate e prende appuntamenti.-mi spiegò.

-La tua segretaria?-la squadrai..-è una bella ragazza..-mormorai.

-Ehy,non mi dirai che sei gelosa?-rise.

-No,figurati.-sbottai.

-Beh,io non sono tanto diverso da te,non hai notato come ti stanno guardando tutti gli uomini in questa stanza ?-disse nervoso.

Risi.

-Beh,le signorine potranno solo guardare.-dissi.

-E gli uomini neanche quello.-ringhiò.

Risi e gli strinsi la mano.

Entrammo nel suo ufficio,era immenso,mi fece accomodare sulla sua poltrona.

-Allora? Ti piace?- mi chiese.

-E' bellissimo.-ammisi.

-Sono contento ti piaccia,l'offerta è ancora valida,lo sai,decidi tu se vorrai sopportarmi anche in ufficio oltre che a casa.-rise.

-Ci penserò.-risposi.

Sbrigò diverse carte mentre,io,seduta su uno dei divani,sbrigavo le mie.

-Ho finito,per un pò sono libero,cosa vuoi fare?-mi chiese,alzando lo sguardo dai fogli.

-Beh,non saprei.-risposi.

-Vuoi restare qui,all'Empire? O preferisci fare un giro per il quartiere di Manhattan?-mi chiese.

-Se avessi saputo di dover uscire,mi sarei vestita meglio.-risposi.

-Non hai nulla che non vada,allora usciamo?-chiese.

-Va bene.-sorrisi.

-Bene,farò preparare la macchina,meglio non rischiare andando soli. Potrebbero rovesciarci la macchina,pur di vederci,questi giornalisti.-rise.

-Meglio evitarlo.-ammisi io.

-Aspettami giù,al parcheggio,allora.-mi disse.

-Va bene.-dissi,tanto avevo memorizzato la strada.

Dopo essere arrivata al parcheggio,aspettai e riflettei sul fatto che mi sentissi molto meglio,lo strano torpore era passato,era passato quando avevo deciso di accantonare Daimon e tutto ciò che riguardava il nostro passato. Gli avrei voluto sempre bene,quello si,ma non c'era più amore quando mi permettevo di pensarlo. E andava bene così.

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