All'improvviso,mi sentì scuotere,in pieno sonno.
-Sveglia,Emily.- mi diceva mia mamma.
-Cosa?! Che vuoi?!- dissi.
-Devi alzarti,la conferenza degli Anderson è stata anticipata,abbiamo mezz'ora per prepararci.- disse lei.
-Ma non era di pomeriggio? Dai,ho sonno.- dissi.
-Non m'interessa,i tuoi fratelli si stanno già sistemando,sai quanto ci tiene tuo padre alla puntualità.- disse lei.
-Ok,mi alzo.- dissi.
-Ti ho già preparato il vestito,truccati leggermente,non esagerare.- disse lei,uscendo.
Mi vestì,dopo una doccia, indossai degli stivaletti cobalto,in abbinamento con il vestito,mi legai i capelli in uno chignon morbido e mi truccai solo con un pò di mascara e di rossetto nude. Scesi giù.
-Pronti?- chiese mia madre.
-No,mamma,la cravatta.- disse Lucio.
Mia madre sistemò la cravatta a Lucio e urlò a mio padre di sbrigarsi.
Una volta fuori,mi accorsi che una moto stava arrivando.
Non ci diedi alcun peso,Hardin mi strinse ancora di più a lui.
-Ehy,Emily,salta sù. Noi ci andiamo a fare un giro,piuttosto che andare a vedere una conferenza noiosa.- disse Tayler,alzandosi la visiera del casco.
Ci pensai un pò,in fondo mi sarei annoiata.
-Andiamo,ci sto.- dissi staccandomi dal braccio di Hardin.
Lui,istintivamente,mi trattenne.
-Hardin,è la mia vita,lascia perdere.- dissi.
Lui cercò di replicare ma,velocemente,indossando abiti informali,salì sulla moto con Tayler e lui partì,velocemente.
Notai che indossava un paio di jeans scuri,una camicia scura e un giubotto nero di pelle.
-Dove andiamo?-gli chiesi.
-A casa mia,non c'è nessuno.- disse.
Pensai subito male.
-No,non preoccuparti,non qui a Seattle,andiamo a New York.- disse lui.
-New York? Ma ci vorrà un giorno intero e un paio d'ore di quello successivo.- dissi.
-Non con i miei metodi,piccola. Ricorda,non siamo umani,ci possiamo teletrasportare.- disse lui.
Avevo dimenticato,sinceramente,i metodi facili.
All'improvviso arrivammo di fronte ad un grande edificio,sembrava un palazzo.
-Andiamo? Ho le chiavi,è tutto per noi.- disse lui.
Lo seguì.
Salimmo sull'ascensore,si vedeva tutta New York.
-Ti piace?- chiese.
Annuì,sembravo una bambina.
Arrivammo davanti ad un portone enorme,ad arco,tutto bianco.
-Entriamo?- chiese.
-Va bene.- risposi.
Era una villa bellissima,o meglio,una villa dentro un palazzo moderno.
-E' bellissima.- dissi.
-Si,lo so. Infatti,quando sono dovuto partire,mi è dispiaciuto lasciarla. Siediti pure.- disse lui.
-Si,grazie.-risposi.
-Allora,cosa vuoi fare?- chiese.
-Che intendi?- chiesi.
-Possiamo fare quello che vuoi,film,giocare a basket,fare un bagno in piscina. Dimmi tu.- disse lui.
-Beh,non saprei.- dissi.
-Allora,mia cara principessa,scelgo io. Seguimi.- disse.
Lo seguì,c'era un lungo corridoio,mi prese la mano.
-Rischi di perderti qui dentro.- disse.
Annuì.
Mi accorsi,osservandolo bene,che i suoi occhi avevano qualcosa di azzurro.
-Hai degli occhi molto belli.-dissi.
-Non più belli dei tuoi,Amy.- disse lui.
-Grazie..- sorrisi.
-Eccoci arrivati,benvenuta nella piscina con Universo costruito.- disse lui,sorridente.
-E' bellissimo.- dissi.
Era vero,c'era una piscina stupenda tutta illuminata con luci colorate,il soffitto era cosparso di stelle e pianeti,sembrava di essere nel mezzo dell'Universo.
-Sapevo ti sarebbe piaciuto,è il mio posto preferito.- disse.
Annuì.
-Vai a cambiarti,ci stiamo un pò qui,fuori di qui,prima porta,c'è una cabina armadio,prendi il costume che vuoi. Io ti aspetto.- disse.
Annuì.
Trovai la cabina,decisi di indossare un costume viola e blu,due pezzi,ma coperto.
Ritornai in piscina,Tayler era già in acqua,guardava il soffitto.
Entrai,lui mi osservò.
-Sei bella.- disse.
-Grazie,anche tu.-risposi.
Effettivamente,Tayler,era molto bello.
-Lotta di schizzi!-urlò.
Cominciò a schizzarmi,ridendo,io ricambiai.
Dopo un pò,andammo ad asciugarci e lui mi offrì un succo di frutta.
-Grazie.- dissi.
Lui sorrise,aveva un bel sorriso.
-Emily,questo è decisamente meglio di una conferenza,non credi?- mi chiese.
-Si.- risposi.
Lo pensavo davvero,lui era meglio di una conferenza.
Lui era meglio.
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Fallen.
RomanceEmily è sempre stata una ragazza dolce,felice di stare con gli altri. Amava tanto i suoi fratelli, i suoi amici e la sua vita. Un giorno, però, tutto cambiò. Lei cambiò.