Mi sentivo di nuovo vuota, com'era successo il mese prima.
Non avevo più Adrian che mi veniva a prendere, non avevo più la sua mano che mi accompagnava fin dentro la classe e non avevo più la sua schiena da guardare durante le ore che passavano.
Era noioso passare il tempo in quel modo. Ancora di più se dovevo nuovamente mentire sulla doppia scomparsa di Adrian in un anno.
"Adrian è andato a trovare altri suoi parenti. Tornerà presto", assestai la millesima bugia al professore e tornai al mio posto con un suo gesto veloce della mano.
David mi salutò velocemente e gli sorrisi con fare pensieroso.
Per sino Gladys era più felice di me nell'ultimo tempo. La cosa mi faceva strano.
Forse, perché lei è Peter erano persone più che normali e che potevano continuare ad avere una semplice relazione come tutto il resto delle persone.
"Ciao, Lidya", mi salutò la mia amica con un gran sorriso sul viso, "Adrian è malato?", domandò poi, facendomi fare un smorfia.
Ma per quale motivo dovevo sempre mentire?
Scossi la testa.
"È andato a trovare dei suoi parenti", le spiegai velocemente.
"Di nuovo?", domandò poco convinta, "ma non era già andato il mese scorso?"
Annuii.
"Si, da altri parenti, però", cercai di mentire meglio che potei, "ne ha tanti", aggiunsi alla fine sperando non mi chiedesse più niente al riguardo.
"Starà via per tanto tempo?", domandò ancora per mia grande sfortuna.
Alzai le spalle.
"Non lo so, non mi ha detto nulla... ma suppongo per poche settimane", ripetei la frase che mi aveva detto Adrian il giorno prima.
Ed era stato proprio ieri l'ultimo giorno in cui l'avevo salutato prima della sua partenza.
Il restante dei Miller ci avevano lasciato un po' di tempo per rimanere da soli a parlare tra di noi. Ed era stato bello da parte loro lasciarci un po' di privacy in un caso come questo.
Soprattutto Greta: lei sapeva quanto stavamo soffrendo all'idea di separarci.
Adrian mi aveva fatto promettere di non chiamarlo mai e poi mai, a meno che non fosse successo qualcosa di grave. Soltanto a quel punto avrei potuto provare a contattarlo.
In altri casi, mi aveva severamente raccomandato di non farlo o era probabile che qualcuno avrebbe sentito il cellulare prima di lui.
In poche parole, la causa di un eventuale attacco da parte dei lupi mannari sarebbe stata colpa mia. E non volevo sentirmi in colpa per l'eternità.
Soprattutto ora che sapevo che il loro morso può essere mortale per i vampiri.
Mi aveva dunque promesso che mi avrebbe chiamato lui ogni volta che avrebbe potuto farlo.
E tenevo sempre il telefono a portata di mano in caso mi avesse chiamata da un momento all'altro.
Così, ero sempre pronta a rispondere.
"Sei strana, oggi", borbottò Gladys ad un certo punto rendendomi partecipe della vita reale che mi circondava.
Alzai la testa di scatto e sbattei le palpebre due o più volte in attesa di riprendere conoscenza e di dimenticarmi di quel volto pallido dai capelli neri e occhi azzurri come il ghiaccio.
"Oh, mamma! Che ore sono?", domandai confusa guardando il professore trasformatosi in una giovane professoressa dai capelli ramati.
"Seconda ora, classe terza, Danville. Pianeta terra", mi ricordò Gladys sventolandomi una mano davanti alla faccia ancora scombussolata, "tutto okay?"
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ROSA SELVATICA
Vampire-SECONDO LIBRO DELLA TRILOGIA DI "BIANCOSPINO"- Dall'arrivo in città dei lupi mannari tutto cambia. Il rapporto tra Lidya e Adrian sembra migliorare sempre di più fino a quando, quest'ultimo, non si vede costretto a dover partire con Greta e suo zio...