CAPITOLO 5

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"Che cosa significa che mio fratello ti ha cacciata via?!", domandò Greta su tutte le furie dall'altro capo del telefono.

Ero fuori da scuola che aspettavo l'ultimo secondo per entrare.

Intanto, ne avevo approfittato per rispondere alle tre chiamare perse di Greta.

Le rispiegai per la seconda volta tutto quello che era successo e sospirai in attesa che si arrabbiasse nuovamente.

"No! Non ci voglio credere...", biascicó lei.

La potevo immaginare intenta nel mangiarsi le unghie smaltate per il nervoso.

"Eppure...", mormorai, ancora triste per ciò che era accaduto.

"Vedi, il fatto è che non ne capisco il motivo. Jason è sempre stato quello protettivo e simpatico; quindi, per quale ragione si sarebbe dovuto trasformare in questo... mostro?", domandò a sé stessa.

"Non ne ho la più pallida idea... ed anche a me sembra strano dopo quello che ha fatto per me...", ci pensai un attimo su e un'idea mi balenò in mente, "non è che Adrian gli ha detto qualcosa?"

Sospirò.

"Assolutamente no. Adrian è un po' stronzo, certo; ma non lo farebbe mai. Vuole molto bene a suo cugino", rispose sinceramente con voce assai dolce, "comunque sia, stai tranquilla! Ci penserò io a lui! Stasera lo chiamerò e vedrò di capire il perché di questa sua scenata fuori dagli schemi"

Ridacchiai e guardai l'orologio che avevo al polso: mancavano cinque minuti esatti.

"Va bene", sorrisi e mi guardai intorno. Alcuni ragazzi erano intenti a chiacchierare e non sembravano spaventati come me dall'idea di entrare in ritardo, "Adrian?", domandai, speranzosa di sentirlo.

"Lui ed Harris sono andati a caccia. Io ho già fatto il pieno, perciò ho deciso di rimanere a casa a farmi i capelli", mi spiegò velocemente.

Ne rimasi delusa; ma feci finta di nulla.

Ero comunque contenta di aver sentito almeno lei.

"Vai a caccia di licantropi desiderosi di uccidervi e tu ti fai i capelli?", chiesi ridendo. Alle volte, proprio non la capivo.

"Certo che si! Vuoi per caso che qualcuno mi veda conciata male?!", domandò con toni disperati, nonostante sapessi che stava scherzando, "e, poi, se dovessi morire vorrei almeno essere una morta bella da mozzare il fiato"

Ritornai seria.

"Greta... non lo dire nemmeno per scherzo", la ammonii.

"Ehi, stavo scherzando...", biascicò lei chiedendomi scusa a suo modo.

La adoravo. Era una delle poche persone che riusciva sempre a farmi star bene con una semplice chiacchierata.

"Bene", risposi guardando nuovamente l'orologio e accorgendomi che mancavano pochi secondi, "ora devo andare o mi ammazzano"

"Devi entrare?", domandò tristemente.

Annuii e sospirai guardando le porte della scuola.

"Salutami Adrian, vado"

"Sarà fatto", la immaginai sorridere, "buona scuola"

Staccò il cellulare con quella frase che quasi mi fece vomitare.

Per sino la scuola non era più la stessa senza Adrian.

Corsi su per le gradinate e camminai per il corridoio a passi veloci finché vidi la mia aula già con la porta chiusa.

Rabbrividii al pensiero di farmi sgridare dal professore di chimica davanti a tutti; ma sorrisi al pensiero che quella mattina avevo sentito la mia amica.

Bussai due volte ed entrai senza permesso guardando il professore in piedi, davanti alla cattedra, con il gessetto in mano.

Deglutii e mi leccai il labbro inferiore.

"Oh, buongiorno signorina Thompson. Alla buon'ora!", mi sorrise lui posando il gessetto sulla cattedra.

"Scusi per il ritardo", mi scusai frettolosamente guardandomi attorno e soffermandomi su Gladys con la testa sui libri.

Mi guardò e mi sorrise, ritornando subito seria. Forse, la sua idea era quella d'incoraggiarmi.

Guardai anche David, intento a copiare i compiti che, probabilmente, non aveva fatto.

Ero contenta per lui, per la persona che era diventata grazie a Dominic.

Ecco, un'altra persona che da tempo non vedevo più.

Quanti ancora sarebbero scomparsi nella mia vita?

Continuai a guardare i miei compagni finché non notai due occhi di un colore grigio verde intenti nell'osservarmi.

I suoi capelli erano biondi, tendenti al rossiccio e sembrava molto concentrato sulla mia figura.

Deglutii e distolsi lo sguardo da chi poteva solamente essere il nuovo arrivato.

"Ah, ha conosciuto il signor Collins, vedo", m'anticipò il professore, "è il nuovo ragazzo ed è arrivato per sino prima di lei, anche se non è della zona."

Annuii impercettibilmente e lo guardai nuovamente, notando solo ora che era al posto di Adrian.

Avrei voluto ricordargli al professore che quello era il suo posto; ma niente da fare. Non potevo fare una scenata per uno stupido posto.

Certo, di fianco al suo ce n'era sempre uno libero; ma vicino al muro, prima, c'era sempre stato Adrian con le sue spalle possenti e i suoi capelli neri.

"Ora vada a posto e veda di non fare più ritardo visto che la sua media, in chimica, è già alquanto bassa...", mi ricordò.

Annuii nuovamente e camminai in direzione del mio posto con, sempre, gli occhi del nuovo arrivato puntati su di me.

Perché diamine continuava a guardarmi?!

"Sbaglio, o Jake ti sta guardando?", mi chiese Gladys alzando ripetutamente le sopracciglia.

"Chi è Jake?", chiesi senza capire, arrabbiata.

"Il nuovo arrivato: Jake Collins", mi sorrise e mi tirò una gomitata, "ringrazia che non c'è Adrian qui o gli avrebbe già rovinato il suo bel faccino, conoscendo il tipo"

"Non m'interessa niente di lui", bofonchiai sincera, "anzi, una cosa m'interessa: è nel posto di Adrian! E si deve levare! Subito!", incenerii le sue spalle coperte dalla felpa.

"Come sei cattiva stamattina...", bofonchiò la mia amica, "dov'è finito il lato curioso di Lidya Thompson?", domandò infine.

"Morto. Letteralmente", sospirai, "ho finito di essere curiosa. Meglio sapere poco sulle persone. Poco e niente"

SPAZIO AUTRICE

Greta e Lidya hanno parlato sulla situazione tra lei e Jason.
E proprio oggi, in classe, fa la "conoscenza" di Jake Collins, il nuovo arrivato, che sembra essere alquanto interessato alla nostra protagonista.
E indovinate chi ho scelto come il personaggio di Jake?
Si, Robert Pattinson :)

ROSA SELVATICADove le storie prendono vita. Scoprilo ora