CAPITOLO 36

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"Pensi davvero che io non abbia mai provato tutte queste cose?", domandò lui, sorridendo in una maniera quasi triste.

Scossi la testa.

"Tutti hanno provato l'amore. E credo lo abbia provato anche tu", risposi alla sua domanda con sincerità.

Prese un respiro ed iniziò a giocare con la penna rossa.

Era un suo vizio, ormai.

"E, infatti, l'ho provato anch'io", sorrise e, per un attimo, guardò la penna roteare di dito in dito, "si chiamava Caroline e aveva solamente un anno in meno di me"

Ne parlava al passato e la cosa non prevedeva nulla di buono.

"Era una ragazza come te: un'umana. Ma un giorno Andreas, il mio ex migliore amico, si ubriacò e la morse, facendola trasformare"

"Tu la conoscevi già? Da umana, intendo", chiesi.

Scosse la testa.

"No, la conobbi solamente dopo che si fu trasformata", rispose, "comunque, io me ne presi cura e le insegnai a trasformarsi e a controllarsi. A non badare al dolore delle prime trasformazioni e a come resistere alle prime notti di luna piena che avrebbe incontrato"

"Ma...?".

Sapevo che c'era un ma.

"Vedi, le donne lupo non hanno grandi doveri in un branco; se non quello di fare figli e accudire la casa e i bambini; ma noi uomini... noi avevamo il compito di scegliere chi sarebbe stato il prossimo successore"

"Si, ho letto una cose del genere in un libro, una volta"

Naturalmente, mi riferivo a Twilight; ma non avevo intenzione di dirglielo.

"Io e altri tre lupi eravamo discendenti di una famiglia reale. Di un lupo capobranco, insomma", sospirò, "quindi, ci saremmo dovuti battere per sceglierne il capo"

"Beh, avresti potuto non farlo, no?", chiesi.

Scosse la testa.

"Anche Caroline me lo chiese; ma fu impossibile dal momento che chi non combatteva veniva ucciso", mi spiegò, facendomi sgranare gli occhi.

Iniziavo ad odiare la politica dei lupi.

"Decisi quindi di combattere"

"E vinsi", finii io per lui con il sorriso sulle labbra.

Annuì.

"Si, vinsi e divenni il capo branco", si passò una mano tra i capelli, "ma un'altra regola di noi lupi è quella di fare figli quando sei giovane. Questo perché si è più forti e pieni di energie e i piccoli nascono come i genitori"

"Hai avuto... hai dei bambini Jake?", domandai ad occhi sgranati.

Non potevo crederci! Jake era troppo giovane per fare il padre!

"Lidya, qui mi vedi come un semplice umano; ma sotto forma di lupo siamo più vecchi"

Mi morsi il labbro.

"Comunque, si. Ebbi due figli", sospirò, "maschi"

"Non mi sembri molto contento però...", notai.

"Infatti. Da capobranco che ero sapevo che i miei figli prima o poi si sarebbero poi dovuti scontrare con altri per diventare i nuovi capobranco", sorrise, "speravo che nascesse bambina. Lo speravo con tutto il mio cuore; ma sapevo che se anche fosse nato maschio gli avrei insegnato a combattere e sapevo che avrebbe vinto"

"Cosa successe dopo?"

Senza accorgermene gli presi la mano, stringendogliela.

"Caroline ebbe due figli maschi: gemelli"

"Oh", scossi la testa, "ma questo significa che..."

"Che avrebbero dovuto combattere l'uno contro l'altro e che solo uno dei due avrebbe vinto", finì per me.

Abbassai la testa e trattenni l'impulso di piangere.

Potevo provare a mettermi nei suoi panni ed era una tragedia sapere che solo uno dei tuoi due figli sarebbe sopravvissuto.

"Decidemmo di scappare. Prendemmo i bambini già abbastanza cresciuti e scappammo nel bosco. Avremmo proseguito e saremmo andati fino in Florida", guardò le nostre mani unite e si staccò dalla presa, "riuscimmo ad arrivare fino al confine con l'Ohio prima che il mio branco ci trovò"

Scossi la testa.

Sapevo perfettamente come sarebbe andata a finire la storia.

Nulla di buono.

"Sapevo che erano vicini; così, li feci nascondere in un motel con l'intento di farmi seguire e fare in modo che loro potessero continuare a vivere. Ma qualcosa andò storto perché li trovarono, uccidendo Caroline e i miei due figli, riportandomi indietro con la forza", vidi i suoi occhi farsi lucidi, "e fu in quel preciso istante che mi sentii impotente. Una nullità, come dicevi tu prima. Fu lì che capii di aver perso le persone più importanti della mia vita"

Mi avvicinai di più a lui e gli strinsi il braccio senza sapere che cosa dire.

Con un colpo secco, ruppe la penna in due e l'inchiostro rosso scivolò sul banco come una pozza di sangue.

Alzai solo un attimo la testa per controllare che il professore non ci stesse sentendo.

Menomale, era con la faccia rivolta verso la lavagna e ci dava la schiena.

"Dovetti continuare il mio lavoro da capobranco e lo feci con riluttanza e senza più alcuna voglia. Me ne infischiavo altamente dei problemi del branco, della mia famiglia, e per sino di Andreas che, da sempre, era stato il mio migliore amico", mi spiegò, raccogliendo con l'indice l'inchiostro e guardandolo colare giù dal dito, "scappai nuovamente e riuscii ad oltrepassare il confine"

"E per quale motivo ti sei fermato qui?", chiesi senza capire, "il vostro sogno era quello di andare in Florida..."

"Vedi, da un po' di mesi correva voce che a Danville c'era un cacciatore vampiro"

"Adrian...", sussurrai, impietrita.

"Esatto. Capii che se fossi venuto ad abitare qui e mi fossi nascosto a dovere, loro non avrebbero mai avuto il coraggio di mettere piede qui a Danville per paura di Adrian"

"Ma Andreas è tornato...", bisbigliai senza capire.

"Andreas è sempre stato uno sconsiderato; ma il resto del branco non lo è"

"Jake...", lo chiamai quando, di colpo, mi vennero in mente le parole di Adrian, "Adrian mi ha detto che hanno trovato delle tracce fresche di licantropo al confine con l'Ohio"

Sussultò e sgranò gli occhi.

"Cosa?!", domandò sconcertato.

Annuii.

"Perché stanno venendo qui se hanno paura di Adrian?", domandai, "e cosa ti faranno quando ti troveranno?"

Abbassò la testa e se la strinse tra le mani.

"Mi uccideranno, Lidya. È la seconda volta che scappo e questa volta non avranno pietà di me", biascicò e, di colpo, strinse il pugno, "è tutta colpa di Andreas!"

"Andreas?", domandai.

Annuì.

"Si, il mio branco l'avrà mandato qui per vedere quanto realmente fosse pericoloso Adrian. E probabilmente avrà pensato che solo i Miller non potrebbero mai distruggere un intero branco"

"Ma questo vuol dire che...", le parole mi morirono in bocca e Jake annuì.

"Si, Lidya. Stanno venendo qui per uccidere me e i Miller. E te, ovviamente"

SPAZIO AUTRICE

È un capitolo corto; ma non mi dispiace per niente dal momento che ho scritto la storia alquanto traumatica di Jake ed il perché i licantropi stiano venendo a Danville.

Okay, m'immagino la faccia di Adrian quando Lidya glielo dirà xD
E ci sarà una sorpresa più in là ;)

Sopra Jake :)

ROSA SELVATICADove le storie prendono vita. Scoprilo ora