CAPITOLO 25

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Ero di nuovo ansiosa e la cosa non mi faceva per nulla bene.

Avrei perso i capelli prima o poi.

Se i licantropi si stavano dirigendo verso il Kentucky, ciò significava che Adrian sarebbe tornato presto a casa.

Risultato? Jake sarebbe stato solo un mucchio d'ossa sotto terra.

Dovevo evitare che tutto ciò accadesse.

Continuai a muovere nervosamente i piedi finché non vidi entrate Jake in tutta la sua sfacciataggine.

Aveva sempre quella solita faccia da schiaffi che tanto mi faceva ridere.

"Nervosa?", mi domandò lui non appena si sedette di fianco a me.

Posò lo zaino a terra e mi sorrise facendomi l' occhiolino.

Scossi la testa.

"Ricordi Venerdì? Siamo usciti assieme e ti avevo detto di rimanere nel locale finché non ti sarei venuto a prendere...", incominciò lui.

Era passato tutto il fine settimana e né il sabato e né la domenica avevo avuto il coraggio di chiamarlo per chiedergli scusa.

Abbassai la testa con vergogna.

Mi dispiaceva però.

"Jason, il cugino del mio ragazzo, è passato a prendermi e...", iniziai io; ma Jake non mi fece finire.

"E ti ha portata a casa", finì lui per me, "e, fammi indovinare, non ti sei imposta minimamente perché lui non deve assolutamente sapere di me. Anzi, doveva dal momento che quando ti ho chiamata per chiederti dov'eri scomparsa mi ha risposto lui"

"Jake, mi dispiace... so quello che ti ha detto; ma...", iniziai nuovamente; ma Jake finì per me per la seconda volta.

"Mi ha insultato e mi ha detto di non guardarti nemmeno più o mi avrebbe fatto molto male", mi rivelò, facendomi alzare di colpo la testa, stupita.

"Cosa?!", domandai io senza capire, "no, a me ha detto tutt'altro", scossi la testa.

"Beh, certo... sicuramente non ti avrebbe mai detto la verità", alzò le spalle e sbuffò.

Sembrava arrabbiato e non volevo che lo fosse.

"Jason non mente mai... non a me", lo poteggei io per la prima volta.

Ridacchiò, prendendomi in giro.

"Beh, probabilmente l'ha fatto. Magari, è stata la sua prima bugia. Fagli i miei complimenti", rise ancora.

"Jake, mi dispiace... ma giuro che non ti farà mai del male", lo rassicurai.

Sapevo quanto Jason potesse essere furioso e pericoloso.

Scoppiò a ridere. Questa volta, di gusto.

"Pensi davvero che io faccia così per paura che il tuo amichetto geloso mi faccia qualcosa?", domandò lui, "non hai capito, allora... io non voglio che ti allontanino da me. Non lo voglio perché so che hai bisogno di me. Lo so"

Mi si avvicinò e mi disse ciò guardandomi dritta negli occhi.

Era vero: avevo bisogno di lui. Avevo bisogno della sua strana amicizia.

"Lo so che è così, Lidya. Anche se proverai a convincermi del contrario, io lo so", ripeté lui con forza.

Continuai a guardarlo negli occhi e, per un attimo, il ricordo di Adrian mi passò per la mente.

"Il mio ragazzo sta per tornare in città, Jake", gli rivelai a voce bassa facendo in modo che si allontanasse da me, "mi ha chiamata ieri sera dicendo che è rimasto abbastanza tempo dai suoi parenti"

ROSA SELVATICADove le storie prendono vita. Scoprilo ora