CAPITOLO 19

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Mi sentivo nuovamente presa in giro.

Non riuscivo a capire il motivo per la quale Jake era stato così strano nelle risposte quando avevamo parlato.

Tutto d'un tratto era cambiato.

Possibile?

Ma la risposta più grande era: mi stava nascondendo qualcosa o era semplicemente triste per il fatto che avessi il fidanzato?

Non lo potevo sapere e lui sembrava non volermi più parlare.

La campanella dell'intervallo suonò e sospirai guardando il professore prendere i suoi libri e andare via.

Alzai di poco la testa e la riabbassai subito al pensiero che Gladys non mi avrebbe chiesto di farci assieme un giro in corridoio per chiacchierare un po' e andare ad incontrare Peter.

Certamente, le avrei risposto di no e sarei andata come mio solito attaccata al muro per guardare le classi di Adrian e di Dominic.

In solitario.

"Non esci?", mi domandò Jake stringendomi il braccio coperto dalla felpa.

Lo guardai di sott'occhio e scossi la testa.

Lui era già in piedi, pronto ad andarsene via; ed ero sicura che lo avrebbe fatto anche senza di me.

Ma, poi, perché doveva importarmi del fatto che se ne andasse via?

Chi era lui, in fondo?

Non eravamo né fidanzati come me e Adrian e né amici come me e Jason o Greta.

Quindi, non avrei dovuto starci male; eppure, era così.

"Che succede?", mi domandò lui, sedendosi nuovamente e mettendo il viso vicino al mio.

Lacrime di tristezza mi scesero giù dagli occhi.

Per quale motivo dovevo essere così maledettamente emotiva? E perché proprio con lui, poi?

"Ehi, Lidya...", sussurrò il mio nome a voce bassa e mi prese il viso con la mano, facendomelo alzare e obbligandomi a guardalo.

Tirai su dal naso.

"Perché piangi?", domandò poi, senza capire.

Scossi la testa e mi passai una mano sotto agli occhi ormai rossi.

Menomale, erano rimaste poche persone in classe e nessuno sembrava rendere conto a noi due.

Una sua mano continuava ad accarezzarmi la guancia ed i nostri visi erano a pochi centimetri di distanza.

Sentivo il suo respiro che mi solleticava il naso e la cosa mi fece arrossire e abbassare lo sguardo.

"Lidya, dimmi perché piangi o non mi muoverò più di qui", m'intimò lui.

Scossi la testa e mi arresi al fatto di doverglielo dire. Tanto quanto, per esternare le mie emozioni più che contrastanti.

"Pensavo... pensavo che fossi arrabbiato con me", gli rivelai, rossa in viso.

"Piangi perché pensi che io sia arrabbiato con te?", domandò lui con un mezzo sorriso.

Annuii.

Le lacrime, menomale, si erano fermate.

Jake mi asciugò l'ultima con il pollice e mi sorrise appena.

"Non sono arrabbiato con te, paranoica", ridacchiò lui.

"Mi rispondevi in modo strano...", aggiunsi io.

Scosse la testa.

"No, non posso ridere sempre, Lidya", ci scherzò lui, "ma se vuoi, se ti farà stare meglio, d'ora in poi scherzerò sempre"

"No, ma eri troppo strano, Jake...", scossi la testa.

Non poteva capire.

Giustamente, non poteva capire le mie paure.

Avevo paura di chiunque mi circondasse.

"Oh, dai, vieni qui...", allargò le braccia per poi attirarmi a sé ed abbracciarmi.

Appoggiai la testa sulla sua spalla e respirai il suo profumo.

Lo agguantai da intorno alla vita e strinsi la sua felpa con le dita.

"Stai tranquilla, okay?", cercò di tranquillizzarmi lui accarezzandomi i capelli e lasciandomi due baci sulla testa.

Annuii e pensai di sembrare davvero stupida ai suoi occhi.

"Però, allora, ci tieni a me", scherzò lui.

Lo immaginai sorridere per la vittoria appena avuta.

Avrei voluto non rispondere; ma non potevo far finta di nulla o gli avrei dato ragione.

"Idiota", ribattei, staccandomi dal suo corpo caldo.

Mi sorrise e mi accarezzò una guancia.

I nostri sguardi s'incrociarono e s'incatenarono.

No, non volevo perderlo a nessun costo.

SPAZIO AUTRICE

Come ben avrete notato, tutto è tornato ad essere come prima :D
Probabilmente, Lidya aveva solo frainteso la situazione... a quanto pare.

Sopra Jake! :)

ROSA SELVATICADove le storie prendono vita. Scoprilo ora