CAPITOLO 28

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Era un lupo.

Andreas era un lupo enorme.

Com'era possibile?

Trattenni il fiato, incapace di alzarmi. Ormai, sapevo che mi avrebbe morsa e sarei morta così: tra le zanne di un lupo mannaro.

Sarebbe stato peggio questo o la morte data dalle zanne di un vampiro?

Avrei preferito, ad ogni modo, non provarlo.

Sgranai gli occhi e contai i secondi che mancavano.

Andreas saltò e vidi la bava colare giù dalla bocca.

Poi, inaspettatamente, un altro lupo gli saltò addosso, colpendolo al fianco.

Rimasi immobile e guardai l'altro lupo, più scuro di Andreas, mordergli il collo e strattonarlo con forza.

Andreas mugolò e si accovacciò a terra; ma, quando credetti che fosse tutto finito, si rialzò e ringhiò.

Le sue zanne spuntarono nuovamente fuori e graffiò l'altro sul fianco.

Trattenni un urlo.

Avevo paura che da un momento all'altro potesse toccare a me.

Di fatti, cogliendo l'attimo in cui il lupo nemico si voltò, mi corse incontro.

Chiusi gli occhi e li riaprii solamente quando sentii un pelo ruvido attaccato alle mie braccia e delle zampe enormi sfiorarmi le cosce.

Ringhiò.

Mi stava proteggendo.

Incurante del pericolo, gli appoggiai una mano sulla schiena pelosa e lo accarezzai dolcemente.

Lo sentii irrgidirsi e, in pochi secondi, Andreas mugolò e si accovacciò a terra.

Lo guardai mentre il pelo se ne andava via e, quando il suo muso riprese la forma del suo viso, mi alzai in piedi di scatto.

Ero pronta a picchiarlo nuovamente solo per il fatto che aveva cercato di uccidermi.

Lupo o non lupo!

Poi, però, un corpo peloso mi si parò nuovamente davanti posandomi una zampa sulla gamba.

Gliela presi e lo guardai negli occhi.

Poi, il contorno del muso intorno a lui prese tutt'altra forma e, finalmente, lo vidi nella sua vera natura.

"Jake... tu...", biascicai.

Annuì.

"Si, sono un lupo", mi confermò.

"Un lupo... mannaro?", domandai incerta.

"Si, siamo dei licantropi", mi fermò subito Andreas, prendendo parola.

Lo fulminai con lo sguardo e grugnii.

"Tu! Vedi solo di stare zitto! Hai cercato di uccidermi!", scossi la testa e cercai di non pensare a come staccargli la testa.

O, almeno, a come lo avrei fatto non appena sarei stata una vampira.

"E tu vedi di non fare tanto la furba se non vuoi che mi trasformi di nuovo!", mi fece l'occhiolino ed incrociò le braccia al petto.

"Te la staccherò io la testa se solo proverai a toccarla di nuovo!", lo ammonì Jake puntandogli un dito sul petto e facendolo indietreggiare, "fammi vedere il collo, dai"

Gli prese il volto tra le mani e lo girò con forza.

Sopra di esso c'era un morso enorme pieno e grondante di sangue.

ROSA SELVATICADove le storie prendono vita. Scoprilo ora