CAPITOLO 16

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"Pensi che la lezione di letteratura andrà avanti per molto?", mi domandò Jake tirandomi una gomitata sul fianco.

Per lo spavento, mi cadde la matita a terra e, sbuffando, mi abbassai per riprenderla.

Il problema fu quando mi accorsi che anche lui si era abbassato per raccogliermela, e battemmo la testa nello stesso istante.

Mi alzai di scatto, infastidita, e lo fulminai con lo sguardo, massaggiandomi la fronte.

"Ops...", alzò un angolo della bocca e mi porse la matita.

Gliela strappai dalle mani e ricominciai a giocarci, rigirandomela tra le mani.

Jake si voltò nuovamente verso il professore e sbuffò, iniziando a muovere le gambe in un gesto disperato.

Lo odiavo: non stava mai fermo!

Mi voltai nuovamente e lo pungolai con la matita sul fianco.

"La vuoi smettere?", gli domandai, scocciata.

"No, finché non finisce", ribatté lui, "mi sto annoiando"

A me letteratura piaceva tanto.

Insomma, era una bella materia; se non fosse stato per il professore che leggeva e spiegava con un ritmo lento e la voce bassa.

Effettivamente, ti faceva venir sonno e voglia di scappare nei corridoi per farti un bel giro.

"Se non la smetti subito giuro che...", lo minacciai; ma Jake non mi fece finire.

Anzi, mi si avvicinò pericolosamente al viso e mi sorrise.

"Giuri che?! Che cosa?", domandò lui, invogliandomi a continuare, "Lidya, Lidya, Lidya... lo sai benissimo anche tu quanto mi piaci quando diventi stronza", mi strizzò l'occhio e divenni rossa.

Lo spintonai, costringendolo ad andare più indietro.

Jake ridacchiò e scosse la testa, guardando il quaderno immacolato.

Ma non prendeva mai appunti?

Parlava solo e basta?

Se ci fosse stato Adrian lo avrebbe come minimo fatto fuori e seppellito nel giardino facendoci crescere sopra le aiuole.

"Evita", lo fulminai nuovamente.

Odiavo quando si prendeva gioco di me.

Stupido umano.

Come se io non lo fossi, d'altronde.

"Almeno tu non mi fai annoiare"

Arrossii nuovamente, pensando alludesse a qualcos'altro.

Mi guardò con la coda dell'occhio e sorrise con fare canzonatorio.

L'avrei ucciso, se solo avessi potuto.

Improvvisamente, avvicinò la mano al mio volto e mi strinse una guancia facendomi male.

"Idiota!", urlai, tirandogli uno schiaffo sulla mano.

Di colpo, tutta la classe si voltò verso di noi ed impalidii per l'imbarazzo.

Mi feci piccola piccola e sperai che il professore se la prendesse solamente con Jake.

In fondo, era sua la colpa.

"Collins e Thompson, è da tutta l'ora che vi sento bisbigliare", ci rimproverò lui includendo anche me, "ed essendo che state senza dubbio ostacolando le mie spiegazioni, vi pregherei di uscire dalla classe immediatamente così che chi voglia ascoltare possa farlo senza sentire i vostri bisbiglii"

Ci guardò con odio e pensai veramente di dovermi alzare davanti a tutti.

Jake, fortunatamente, si alzò per primo e mi tese una mano per aiutarmi.

Guardai la sua mano per aria e lo fulminai con lo sguardo.

"Grazie, ma ce la faccio benissimo da sola", risposi infuriata.

Per colpa sua, ora, ero stata cacciata dalla lezione.

E con lui, per giunta.

Quale punizione peggiore?

"Come vuoi", rispose alzando le spalle e dirigendosi fuori dall'aula.

Lo seguii silenziosamente e mi richiusi la porta alle spalle sotto gli occhi divertiti dei miei compagni.

Chissà che cosa pensavano di noi due.

Soprattutto perché tutta la classe sapeva che stavo con Adrian.

Pensavano lo stessi tradendo?

Incrociai le braccia al petto e pestai un piede per terra.

"Tu... non hai idea di quanto ti odio", gli rivelai facendolo ridere.

Jake si girò e mi prese il volto tra le mani lasciandomi senza respiro.

Perché mi rimaneva così appiccicato?

"E, secondo te, un faccino così tenero potrebbe mai dire queste brutte parole?", mi prese in giro lui.

Sbuffai e lo spintonai nuovamente, interrompendo il contatto.

Se solo Adrian lo fosse venuto a sapere...

Mi sorrise.

"Ammettilo che ti sei divertita", mi fece l'occhiolino, "per un attimo non hai più pensato a niente: alla tua amica, al tuo brutto carattere, al tuo fidanzato..."

"Ah, è così?! Pensi che io abbia un brutto carattere?", domandai sorridente.

Aveva ragione, mi ero finalmente divertita e non avevo più pensato alle cose brutte che mi circondavano.

Questo perché ero più concentrata a pensare a Jake e a i mille modi per ucciderlo e farlo tacere.

Scosse la testa.

"Credo che il tuo brutto carattere sia... eccitante", mi rivelò, facendomi diventare rossa, "cos'è, ora arrossisci?", mi domandò lui, venendomi vicino ed accarezzandomi una guancia.

Rimasi nuovamente senza fiato e, senza volerlo, lo guardai negli occhi.

Sentii la sua mano calda scostarmi i capelli dal viso.

Non ero abituata a quel contatto caloroso.

Nella mia vita sembrava esserci solamente il freddo.

Per quello, lui, era anche così diverso.

Poi, di colpo, si allontanò e guardò il muro dietro di me.

"E, ora, che facciamo?", domandai incerta.

L'ora era quasi finita e non volevo rimanere fuori dalla classe, seduta a terra.

Ci pensò un attimo su e sorrise.

"Ti va un caffè?", domandò infine.

Annuii e ci dirigemmo verso le macchinette.

"Sempre meglio di niente", alzai le spalle e gli sorrisi, felice.

SPAZIO AUTRICE

Il rapporto tra Jake e Lidya sta migliorando sempre di più!
E vedremo cosa succederà più avanti :)

Sopra Jake :)

ROSA SELVATICADove le storie prendono vita. Scoprilo ora