"Dobbiamo parlare", esordii, spingendo Adrian in camera sua.
Rimase ad occhi sgranati, senza aver ben capito il perché di quella mia mossa insolita.
Non era da me essere così rude nei movimenti; ma ero arrabbiata nera per come mi aveva minacciata Rachel quella sera.
"Sei arrabbiata per l'episodio di stasera?", domandò spaventato, mettendo le mani avanti, "perché, se è così, faccio ancora in tempo a sbattere tutti quanti fuori casa a calci nel..."
Non lo feci finire.
"Vorrei che sbattessi fuori solamente una persona, ora come ora! E non è un lupo!", ribadii sin da subito.
Chinò la testa da un lato, guardandomi storto.
"Chi?", domandò confuso.
"La tua ex ragazza...", borbottai infastidita.
"Oh, Lidya, ne abbiamo già parlato...", rispose infastidito, alzando le braccia verso l'alto.
Feci due passi verso di lui.
"No! È diverso, ora! La tua carissima ex, stasera, mi ha minacciata nel bagno!", esordii, lasciandolo di stucco.
"Cosa?!", domandò poco convinto.
Si vedeva da lontano un miglio che non credeva alle mie parole.
Il problema era: perché?
Avrei voluto urlargli contro; ma mi trattenni dal farlo solo per non sembrare dalla parte del torto.
"Si, hai capito bene... mi ha minacciata!", scandii bene le parole.
"Minacciata?", domandò ancora, "e che cosa ti avrebbe detto?"
"Di starti lontana", risposi prontamente.
Sbarrò gli occhi e, dopo qualche secondo di silenzio, ridacchiò sommessamente.
"Ascolta, hai avuto una pessima serata ed eri momentaneamente sconvolta; perciò, te lo sarai senza dubbio immaginata", esordì lui facendomi ribollire il sangue nel cervello.
Avrei potuto tirargli addosso lo stereo, se solo non avesse avuto i riflessi da vampiro.
Scossi la testa e aprì le braccia verso l'esterno, sbattendole sui jeans.
"Immaginata?! Tu pensi davvero che io me lo sia potuta immaginare?! E perché mai avrei dovuto, eh?", chiesi.
"Perché sei gelosa, semplice", alzò le spalle, come se la cosa non lo toccasse minimamente.
"Si, okay, sono gelosa; ma questo non comporta il fatto che io m'immagini le cose!", ribadii, sicura di me stessa.
Scosse la testa e sospirò.
Stava per ribattere, ne ero certa; ma non lo fece.
"Okay, se ti farà sentire più sicura; allora glielo domanderò io stesso", alzò le spalle, "ma non ora, ti prego! È stata una serata pesante per tutti e vorrei solo coricarmi e pensare ad altre mille cose meno che uccidere i lupi stanotte stessa!"
Sospirai e mi andai a sedere sulla sponda del letto, a viso mogio.
"Ehi...", mi chiamò poi lui, venendosi a sedere di fianco a me e appoggiandomi una mano sulla coscia.
"Cosa c'è?", domandai, ancora irritata per la scenata appena avuta con lui.
"Le parlerò, Lidya... le parlerò domattina, okay?", cercò di tranquillizzarmi lui con voce dolce.
Annuii impercettibilmente e presi la sua mano, stringendogliela.
"Non sono arrabbiata con te...", gli rivelai, scusandomi del mio comportamento sopra le righe, "è solo che sono stufa di tutta questa storia! Non vedo solamente l'ora che se ne vadano via tutti!", biascicai.
Rise di gusto.
"È la stessa identica cosa che penso io ogni giorno da quando hai fatto entrare Jake in casa nostra e, con lui, tutto il resto... che siano vampiri, lupi o qualsiasi altra cosa...", sbuffò e mi prese il viso tra le mani, facendomi voltare verso di lui.
Mi guardò dritta negli occhi e, per un attimo, il pensiero di ciò che era successo prima con Rachel si disperse nell'aria.
Volatilizzato.
"Ti amo, Lidya"
Avrei voluto rispondergli che anch'io lo amavo con tutta me stessa, che anch'io provavo lo stesso per lui; ma mi ero persa nel suo sguardo e ciò comportò la perdita delle parole.
Mi sorrise, come se avesse capito tutto.
Ed era proprio così.
Mi avvicinai e, senza pensarci due volte, lo baciai.
Quello diceva già tutto.
***
Mi risvegliai che ero, per la prima volta, distante da Adrian.
Tra le braccia stringevo il mio cuscino ed ero dalla parte opposta alla sua.
Mi voltai di scatto per cercarlo e rimasi senza parole quando non lo vidi.
Che fosse già andato a parlare con Rachel?
Guardai l'orologio appeso al muro: erano le otto e mezza del mattino e non ne vedevo il motivo di doversi alzare a quell'ora solamente per andare a chiacchierare con lei.
Mi stroppicciai gli occhi e decisi di alzarmi.
Che fosse andato al bagno?
Mi misi la felpa di Adrian addosso e aprii la porta cercando di non fare alcun rumore.
Scesi le scale e tesi le orecchie: delle voci.
Riconobbi quella di Jason e quella acuta di Greta, tra tutte.
Spuntai da dietro l'angolo e guardai nel salotto, facendoli accorgere della mia inutile presenza.
In quel momento, si zittirono tutti; finendo di litigare per non so quale strano motivo.
Squadrai Rachel dall'alto in basso e, alla sua vista, mi sentii pervadere dalla rabbia.
"Lidya...", mi chiamò Adrian.
Mi voltai verso di lui e rimasi con un sopracciglio alzato, senza sapere che cosa diamine stesse accadendo.
"Ma che succede?", domandai.
A quel punto, ero spaventata.
"Sono arrivati", prese una pausa in cui guardò il resto delle persone, "il branco di Jake e a mezz'ora da qui"
SPAZIO AUTRICE
La litigata serale con Adrian è terminata nei migliori dei modi; ma non potremmo dire lo stesso della mattinata :)
Il branco di Jake è quasi arrivato e il gruppo dovrà prepararsi a combattere: nolente o volente.
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ROSA SELVATICA
Vampire-SECONDO LIBRO DELLA TRILOGIA DI "BIANCOSPINO"- Dall'arrivo in città dei lupi mannari tutto cambia. Il rapporto tra Lidya e Adrian sembra migliorare sempre di più fino a quando, quest'ultimo, non si vede costretto a dover partire con Greta e suo zio...