CAPITOLO 46

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Un'ora: tutto quel tempo e ancora nessuno era tornato a casa.

Possibile?

Continuai a mangiucchiarmi le unghie e a sfogliare i libri che Adrian teneva in camera.

Alcuni erano talmente vecchi da essere consumati.

Era un bel passatempo, però; anche se riuscivo a capire una frase solo dopo tre volte che la leggevo.

Continuavo a pensare a tutti loro e avevo la netta sensazione che qualcosa sarebbe andato storto.

Sentii la porta aprirsi e richiudersi.

Era arrivato qualcuno e avrei pianto di gioia per sino nel vedere Rachel. Soltanto per chiederle notizie, ovvio.

Chiusi il libro e presi l'arma, proprio come avevo promesso ad Adrian: l'avrei tenuta con me fino a quando non sarebbe tornato.

Prima d'allora non l'avrei mollata neanche un attimo.

Corsi di sotto come un fulmine, scendendo le scale con attenzione e rimasi con il sorriso stampato sul volto.

"Chi è?", domandai, non contenendo più la felicità.

In corridoio non c'era nessuno.

Passai al soggiorno e mi accorsi di un ciuffo rosso.

Mi avvicinai cautamente con il pugnale ancora in mano.

"Lidya", fece il mio nome.

Lo riconobbi subito, nonostante fosse seduto sul divano come se fosse a casa propria.

"Andreas...", biascicai.

Dovevo scappare; ma dove?

Fuori non potevo o mi avrebbero trovata...

Presi fiato e corsi di sopra, cercando di non inciampare di scalino in scalino, chiudendomi dentro alla camera di Adrian.

Chiusi a chiavi e feci due passi indietro.

Sentii una risata e dei passi farsi sempre più vicini.

"Pensi davvero che una stupida porta in legno possa fermare un lupo?", domandò lui tra le risa facendomi sentire immensamente stupida.

Scossi la testa e pensai ad un modo qualsiasi per scappare.

Mi maledissi per non essere andata nella camera di Greta: lei, almeno, aveva il balcone!

Mi sarei potuta, in qualche modo, calare giù da lì.

Almeno, avrei preso tempo.

"Mi apri tu o m'invito da solo?", domandò lui.

Rimasi in silenzio e, dopo tre secondi buoni, la porta schizzò in aria, andando a sbattere contro al muro.

Urlai, mi buttai a terra e rimasi con la testa tra le mani per ripararmi.

Avevo ancora il pugnale d'argento, però; e quella sembrava essere la mia unica possibilità di salvezza.

Mi alzai di scatto e lo puntai verso di lui.

"Pensi che io sia qui da solo?", chiese poi, schioccando le dita.

Una figura minuta entrò nella stanza: una ragazza dai capelli lunghi e neri.

Mi feci indietro.

Non sarei mai riuscita ad ucciderli entrambi.

La ragazza mi venne incontro con un sorriso sadico.

"Forza, Lidya, abbassa l'arma", sussurrò Andreas a denti stretti.

Come poteva, Jake, essere stato il suo migliore amico? Che cosa ci trovava di così amichevole in lui?

Sentii la porta di sotto aprirsi e pensai che fossero altri lupi.

Ero spacciata!

Ma, poi, guardai la faccia di Andreas e capii che anche lui non si aspettava nessun altro.

"E pensi che lei sia qui da sola?", domandò una voce dietro di lui.

La figura era dietro le sue spalle con un ghigno sul volto.

Non potevo credere ai miei occhi...

Era lui: era tornato!

SPAZIO AUTRICE

Andreas è arrivato a casa dei Miller e ha trovato Greta.
Cosa vorrà da lei?
E chi sarà l'ombra misteriosa?

Lo so, è un capitolo corto; ma volevo lasciarvi con la suspence xD

ROSA SELVATICADove le storie prendono vita. Scoprilo ora