CAPITOLO 27

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Continuavo a pensare al fatto che Adrian sarebbe tornato presto ed io e Jake ancora eravamo seduti vicini.

Non volevo neanche lontanamente immaginare la faccia che avrebbe fatto non appena ci avrebbe visti.

E, oltretutto, c'era anche da dire che io e lui non eravamo solamente compagni di banco; ma anche ottimi amici.

E non mi dispiaceva affatto.

Certo, Adrian avrebbe fatto di tutto pur di dividerci; per sino soggiogarlo, se necessario.

Però, sapevo che non avrebbe fatto nulla contro la mia volontà.

Continuai a camminare cercando di fare attenzione ai rialzi dei marciapiedi.

Dopo scuola, ero andata da sola al bar per bermi una buona cioccolata calda.

Quello si che riusciva a rimettermi in sesto in pochissimo tempo!

Fuori, però, faceva abbastanza freddo e mi strinsi nel giubbotto con forza.

Percorsi il viale che portava dritta a casa mia e, girando, a quella dei Miller.

Non si vedeva da lontano, coperta dalle altre case e dalle altre palazzine.

Il parco, di fianco a me, mi ricordava quella volta in cui avevo visto Tylor e quando mi ero fatta portare via dai vampiri.

Avevo pensato e sperato di cavarmela da sola; ma, alla fin fine, ero sempre stata un vero disastro.

Bisognava solo aspettare di farmi trasformare e, presto, sarei stata più forte di così.

La cosa che più mi preoccupava, però, erano le parole di poco conforto che mi aveva rivolto Jason.

Quando mi aveva parlato di come sarei stata da vampira mi si era raggelato il sangue nelle vene.

Probabilmente, l'aveva sentito anche lui.

Dopotutto, era brutto non sapersi controllare. Soprattutto con le persone alla quale vuoi bene.

La prospettiva migliore di tutte, però, era che non sarei più invecchiata; ma che, anzi, sarei potuta crescere assieme ad Adrian e al resto dei Miller per l'eternità.

Questa era la notizia più bella di tutte!

Continuai a camminare quando, all'improvviso, sentii dei passi dietro di me.

Mi fermai di scatto, spaventata.

Che fosse Jason che mi faceva uno scherzo?

Probabile.

Mi voltai, pronta per sorprenderlo e, quando lo feci, incontrai dei capelli rossi ed un sorriso terrificante.

Indietreggiai, pronta ad urlare in caso ne avessi avuto il bisogno.

Sapevo che Jason sarebbe corso da me; ma sapevo anche che non poteva trasformarsi davanti agli umani.

"Sei...", iniziai, dimenticandomi per un attimo il suo nome.

"Andreas, si. Sono io", sorrise.

La cosa mi fece abbastanza paura; ma provai lo stesso a fare un passo in avanti.

"Allora... Lidya... cosa ci fai da queste parti tutta sola?", domandò.

Mi guardai attorno e decisi di mentire.

"Sto andando a trovare un amico", mentii pensando a Jason.

"Un altro?", chiese, ridacchiando, "ma quanti ne hai?"

Sospirai e chiusi il pugno, stringendolo.

"Ascolta, non ho tempo da perdere... quindi, se non ti spiace...", alzai la mano per salutarlo e feci dietro front, pronta ad andare a casa mia.

Il problema fu quando Andreas mi prese il polso, stringendomelo.

"No, aspetta!", mi fermò.

"Lasciami...", sussurrai, arrabbiata.

Rise.

"Tu e Jake siete tanto amici?", domandò curioso.

"Sei forse geloso?", sorrisi.

Scosse la testa e guardò per aria.

"Sto iniziando ad arrabbiarmi e non ti conviene, sai?", rise e mi guardò dritta negli occhi, "ti dirò, non vorrei mai spaccare questo tuo bel visino..."

Con una mano mi accarezzò la guancia.

Era sporca di terra, come se avesse appena fatto il giardino.

Tolsi quell'opzione e pensai che per una persona come lui il giardinaggio era un hobby da persona troppo tranquilla.

Lui era più quello che con la terra ci sotterrava le sue vittime.

"Che cosa vuoi da me?", domandai, arrabbiata.

"Voglio solo farti alcune domande alle quali sono sicuro che risponderai"

Scossi la testa.

"Io non risponderò ad un bel niente!", sussurrai, cercando di sfilare il polso dalla sua presa ferrea.

"Lasciami!", urlai, convinta che Jason sarebbe arrivato di lì a momenti.

Contai i secondi nella quale mi divincolai; ma di Jason nemmeno l'odore.

"Ehi, ehi, calma... calma", mi tirò a sé facendomi scontrare il petto contro il suo.

Una mia mano era ancora libera.

"È un vero peccato che tu sia impegnata, sai? Sei davvero molto bella...", mi squadrò meglio e sentii il suo sguardo spogliarmi del tutto, "ma sono sicuro che per me farai un'eccezione, non è vero?", rise.

Non appena sentii quelle parole, la mano ancora libera partii, scaraventandosi sulla sua guancia.

Sentii uno schiocco sordo e, di colpo, Andreas mi lasciò.

Indietreggiai quando vidi il suo corpo iniziare a tremare proprio come quando Jason tentava di ribellarsi alla trasformazione e al desiderio di uccidermi.

Il suo respiro si fece pesante ed indietreggiai ancora.

Per quale motivo Jason non arrivava?

Uno schiocco.

Le sue ossa si stavano rompendo e, ora, si contorceva tutto.

Aveva bisogno d'aiuto?

Allungai una mano; ma, quando alzò il viso, vidi dei peli sempre più fitti crescergli sul suo volto ed i suoi capelli scurirsi e ricoprirgli il volto.

Trattenni il fiato e mi mossi velocemente verso il parco non appena il mio cervello mi diede l'impulso di correre.

Cercai di velocizzarmi il più possibile, provando ad immaginare come sarebbe stato se fossi stata una vampira.

A quest'ora, sarei già stata dall'altro capo della città.

Anzi, a quest'ora lo avrei già ucciso, probabilmente.

Sentii il fruscio dell'erba dietro di me e capii che mi stava raggiungendo.

Mi sarei voluta girare e guardarlo; ma non ne avevo il coraggio.

Feci per continuare la mia corsa; ma inciampai contro ad una zolla di terra e caddi a terra sulle ginocchia.

Fu quello il momento in cui mi voltai e lo vidi.

SPAZIO AUTRICE

Suvvia, un po' di suspence ci va!!! :)

Sopra Lidya :)

ROSA SELVATICADove le storie prendono vita. Scoprilo ora