CAPITOLO 7

915 76 20
                                    

La sera prima, Adrian non mi aveva più chiamata.

Ora, non sapevo se perché si fosse offeso o se perché dovesse andare a caccia di lupi assieme ad Harris e Greta.

Nemmeno lei mi aveva più chiamata; quindi, contavo sulla seconda ipotesi.

Avrei voluto tanto raccontarle di suo fratello e di che cosa aveva fatto per me; ma sapevo che era una di quelle cose che ci saremmo dovuti tenere al sicuro.

Uno di quei segreti da non rivelare a nessuno.

Una cosa tra me e Jason, in poche parole.

Entrai in classe con la mente altrove.

Da un certo periodo a questa parte era sempre così: ero svampita e del tutto nel mio mondo.

Continuavo a pensare a come aiutare Jason ora che finalmente ci eravamo chiariti e come riportarlo ad avere fiducia nelle sue potenzialità. Perché ne aveva, in fondo.

Gli avrei dovuto insegnare a starmi vicina e a toccarmi, a sapermi abbracciare e annusare, a stare in mezzo alla gente senza costruirsi quel muro invisibile che lo divideva dal resto del mondo da parecchio tempo.

Quel muro che, ora, era davanti a me.

E non era quello di Jason.

Alzai lo sguardo e cercai di fare mente locale: Jake Collins, proprio lui!

Feci un passo indietro, pronta a scusarmi e continuare la mia camminata fino alla nostra classe; ma qualcosa mi disse che non sarebbe andata così dal momento che il nuovo arrivato mi sorrise con sincerità e voglia di fermarmi.

"Tu devi essere la ritardataria", mi presentò lui a se stesso.

"E tu il nuovo arrivato", sorrisi con fare meschino e, per un attimo, mi ritrovai a pensare di aver preso il caratteraccio di Adrian, a poco a poco.

Forse, più per auto difesa che per altro.

Dall'ultima volta, avevo detto basta alle nuove conoscenze. Soprattutto agli sconosciuti.

"Sei perspicace, vedo", mi sorrise e mi tese la mano, "io sono Jake, piacere"

Non gliela strinsi, nonostante mi fece un po' pena la cosa; ma era meglio così. O meglio per lui, se non altro.

"Molto lieta", sorrisi nuovamente e guardai dietro di lui, "ora, se non ti spiace, devo andare in classe dato che come ben sai sono conosciuta per essere una ritardataria cronica"

L'oltrepassai e andai dritta verso la nostra classe lasciandolo con la mano ancora sospesa per aria in attesa che gliela stringessi per presentarmi.

Cercai di trattenere l'impulso di tornare indietro e scusarmi ed entrai in classe con nonchalance salutando come mio solito David intento a chiacchierare con un nostro compagno di scuola.

Laureen, invece, stava messaggiando velocemente con il suo nuovo cellulare.

Era da un po' che non mi salutava più, come se si fosse offesa per il fatto che a mala pena parlavo con gli umani.

Per sino David si era staccato da me dopo le vacanze natalizie.

Sembravamo esserci persi tutti quanti di vista e, da una parte, lo preferivo.

Aveva già corso troppi guai per causa mia e dei vampiri.

A quel punto preferivo di gran lunga non avere amici e rimanere l'umana amica dei vampiri.

Mi sedetti di fianco a Gladys e sospirai passandomi una mano tra i capelli.

Proprio in quel momento, Jake entrò in classe con una lattina di thè al limone in mano e mi sorrise a distanza.

ROSA SELVATICADove le storie prendono vita. Scoprilo ora