CAPITOLO 33

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"Mi devi spiegare che cosa diamine ti è preso"

Entrai in camera di Adrian senza chiedere il permesso e rimasi davanti al suo letto a braccia conserte.

Quella conversazione e quella situazione mi ricordavano molto la stessa che avevo vissuto quando Jason era piombato in camera per soggiogarmi e farmi pensare che il mio ragazzo se ne fosse andato via per sempre.

Scossi la testa e tentai di pensare al presente.

Adrian sospirò e mi guardò dritta negli occhi con sguardo più che serio.

"Che cosa c'è tra te e Jason?", domandò poi facendomi rimanere di sasso.

Sbarrai gli occhi e rimasi immobile con i piedi piantati al suolo, sempre nello stesso punto della stanza.

"Stai scherzando, spero...", sussurrai, traumatizzata dalla sua supposizione.

Scosse la testa e rimase seduto.

Probabilmente, aveva paura di spaventarmi nuovamente; o, magari, pensava anche lui che qualcuno potesse nuovamente farlo allontanare da me.

"Beh, allora ti porgerò una domanda diversa... che cos'è successo tra te e Jason?", domandò ancora.

"Nulla, Adrian! Sei impazzito?!", quasi urlai e, finalmente, feci due passi avanti.

"Ho visto come vi guardate, Lidya... come vi toccate...", biascicò lui.

Inaspettatamente, ridacchiai.

"Sei geloso, Adrian?", domandai infine.

"Che?", chiese lui senza capire.

"Sei forse geloso?", ripetei la domanda, "no, perché io e Jason non siamo nemmeno mai riusciti a rimanere vicini nella stessa stanza e, ora che tuo cugino ha finalmente oltrepassato e concluso il problema, tu te ne vieni fuori chiedendomi se tra noi due c'è qualcosa?"

Annuì.

"Adrian... ascoltami: tra me e Jason non c'è e non ci sarà mai nulla. Partendo dal fatto che la nostra è solo amicizia e...", m'interruppe.

"Ti difende sempre, Lidya"

"Come difende sua sorella, Adrian. Lo fa perché mi vuole bene e io voglio bene a lui tanto quanto ne voglio a sua sorella", gli spiegai con un sorriso sulle labbra, "ma è diverso... io ti amo. Amo solo te e ti amerò sempre"

Mi avvicinai di più a lui e mi sistemai in mezzo alle sue gambe, in piedi.

La sua testa era appoggiata al mio petto e i suoi capelli emanavano un buon odore di fresco.

A quel punto, le sue braccia mi strinsero leggermente, passandomi dietro la schiena e incatenandosi.

"E con Jake?", domandò ancora.

"Di Jake ne abbiamo già parlato, Adrian... sai che è buono. Te l'ho già detto", gli spiegai nuovamente.

"Pensi che non l'abbia capito?", domandò scocciato.

"No, credo che tu abbia capito molto bene ciò che cerco di dirti", sbuffai e gli accarezzai i capelli, "penso solo che tu non abbia abbastanza fiducia in me"

"Perché continuo a pensare a ciò che è successo con Dominic, e la cosa non mi da pace", scosse la testa.

"Adrian, Dominic avrà fatto anche le sue scelte sbagliate; ma come tutti. E ha rimediato ai suoi errori alla fine. Questo devi considerarlo"

"E se Jake fosse diverso? Se ti stesse solamente prendendo in giro per arrivare a noi? O a te?", domandò allarmato.

Aveva paura. Paura di lasciarmi fare.

ROSA SELVATICADove le storie prendono vita. Scoprilo ora