CAPITOLO 50

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Vidi Jake avvicinarsi pian piano ai due lupi, come se fosse scioccato.

Aveva sentito le parole di Andreas o aveva semplicemente capito da sé?

Non sapevo cosa fare. Ero in conflitto con me stessa tra l'urlare e rimanere ferma a sperare che non succedesse nient'altro di tragico.

Jake ululò e si avvicinò ai due lupi con estrema cautela, sempre più vicino.

Poi, con mio grande stupore, si fermò davanti a quei due e li guardò dritto negli occhi.

Sapeva bene chi fossero e, probabilmente, stavano iniziando a parlare.

Speravo andasse tutto bene, che i suoi figli avrebbero creduto alle sue parole  senza nessuna difficoltà; ma il resto dei lupi, intanto, si stava facendo avanti e non potevo lasciare che tutto questo andasse avanti.

Mi costrinsi a prendere coraggio, ad alzarmi e continuare a lottare con tutte le mie forze.

Feci finta di nulla, guardando la scena senza fiatare, e, prendendo coraggio, assestai una forte gomitata sul mento di Andreas.

Lasciò la presa e fui libera di correre.

Il mio nemico non sembrava essere rimasto ferito o destabilizzato; perciò, trovai normale il fatto di sentirlo respirare in maniera disconnessa e grugnire per la rabbia.

Sapevo che si stava per trasformare e non avrei avuto molto tempo per correre incontro agli altri.

Mi voltai solo un attimo e mi spaventai quando non lo vidi dietro di me.

Rimasi senza fiato e, subito dopo, sentii un colpo forte all'altezza del seno.

Mi alzai da terra come se fossi una piuma o un altro oggetto senza peso e volai a tre metri di distanza, finendo distesa sull'erba.

Mi voltai con la pancia verso l'alto e strinsi i denti per il dolore.

Toccai con una mano il fianco e capii di aver almeno una costola rotta.

Non era un dolore lancinante, ma non riuscivo a muovermi. E in questo caso non era la cosa migliore.

Cercai di voltare la testa; ma continuavo a stringere le palpebre. Come se la cosa mi potesse in qualche modo aiutare.

Poi, sentii un venticello soffiarmi sul volto e un viso mi apparve davanti con uno strano sorriso preoccupato e, al tempo stesso, consolatorio.

Era Jason che con il suo sorriso cercava di tranquillizzarmi e di farmi credere che tutto stesse andando per il meglio.

"Lidya", mi chiamò lui con voce fin troppo preoccupata, "scusami, ma se non ti toglievo dalla traiettoria, Andreas ti avrebbe uccisa", mi spiegò, cercando di farsi perdonare.

Annuii e cercai di aprir bocca.

"Tranquillo", gli sorrisi e mi uscii solamente una smorfia.

Mi posò le mani sullo stomaco e cercò di infondermi coraggio.

"Dov'è che ti fa male?", domandò, guardando poi dietro di sé.

Trovai la forza di girar la testa e vidi Greta intrattenere Andreas.

Non sapevo come stessero andando le cose; sapevo solo di essere un peso in quel momento.

Guardai nuovamente il punto in cui mi doleva e lo toccai con il palmo della mano.

"Qui. Mi fa male qui", sussurrai, facendo poi spazio alle sue mani, subito sopra le mie, "credo di essermi rotta qualcosa, Jason", protestai, spiegandogli frettolosamente le sensazioni ed il dolore.

Annuì appena, lasciando solamente una mano sulla costola e portandosi l'altra alla bocca.

Si morse il polso e me lo tese vicino alla bocca.

Sapevo già quello che avrei dovuto fare e, questa volta, l'avrei fatto senza problemi.

Succhiai il suo sangue, cercando di non badare al sapore metallizzato e aspettai che il dolore cessasse.

La ferita sul suo polso si rimarginò in men che non si dica, facendo così sparire i segni dei denti.

Chiusi nuovamente gli occhi e aspettai con foga.

Sentii una sensazione strana, come se il mio osso si stesse ricomponendo. Come se fosse nuovo di zecca.

Lo sentii riposizionarsi lì dove doveva essere e sbarrai gli occhi quando, muovendomi appena, non sentii più alcun dolore.

Era passato.

Qualsiasi dolore, esterno o interno, era cessato in meno di tre secondi.

Incredibile!

Rimasi sdraiata ancora qualche secondo e guardai il cielo, pensando a tutt'altro.

"Stai meglio?", mi domandò Jason in maniera frettolosa, togliendomi la mano dal costato.

Annuii e sorrisi.

"Ora, si", risposi sinceramente, aggrappandomi alla sua mano per farmi aiutare ad alzarmi.

Mi appesi alla sua spalla nel momento esatto in cui una luce bluastra mi accecò.

"Cos'è?", urlai a Jason, spaventata.

Misi una mano davanti agli occhi per proteggermi.

"Luce magica", urlò di rimando.

Cercai di capire; ma, prima ancora di riuscire ad aprir bocca, un'ondata di vento mi spinse in avanti facendomi volare via.

Sentii i piedi alzarsi da terra ed il mio corpo venir sballottato.

Qualcuno urlò il mio nome; ma, nella confusione, non capii chi potesse essere.

Chiusi gli occhi e, senza nemmeno accorgermene, sentii qualcosa pungermi la testa.

Provai dolore, un forte dolore; poi, più nulla.

FINE

Okay, credo che ora sappiate come inizierà il terzo e ultimo libro.
Vi dico solo che sto riscrivendo Biancospino per poi ricopiarlo in maniera decente. E cambierà praticamente quasi tutto.
Ciò che scrivo su wattpad è solamente una bozza mal messa del lavoro finale.
Grazie comunque a tutti per i voti e i commenti <3
Grazie per aver letto le mie storie e per il fatto che continuate a seguirmi sempre <3
E spero leggerete anche l'ultimo <3 :)

ROSA SELVATICADove le storie prendono vita. Scoprilo ora