CAPITOLO 37

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"No, no, no e... no!", Adrian scosse la testa e gesticolò con la mano, alzandosi di scatto dal divano.

Era arrabbiato, glielo leggevo negli occhi.

"Tu sei completamente impazzita e lui è fuori di sé se pensa che lo aiuterò a scappare dal suo branco sadico", mi rimproverò.

Sapevo che questa sarebbe stata la sua reazione.

"Adrian, tu non capisci!", scossi la testa e mi sedetti sul divano con un tonfo, prendendomi la testa tra le mani, "loro stanno arrivando fin qui per uccidere lui e noi!"

Lo vidi immobilizzarsi nel bel mezzo del salotto e squadrarmi come se avessi appena detto che vedevo i fantasmi.

In mano aveva ancora un bicchiere con dentro del sangue.

Guardai il resto dei Miller con la coda dell'occhio.

Lo zio Harris era in piedi davanti alla stufa ormai spenta, Jason era seduto di fianco a me; mentre Greta era sul bracciolo.

Soltanto Adrian era in piedi e scioccato.

Credetti davvero che potesse svenire da un momento all'altro.

Nessuno aveva detto nulla, se non Adrian.

"Questa parte me l'ero persa...", biascicò innervosito, "vorresti dirmi che lui si è trasferito qui perché sapeva che il suo branco di cani non sarebbe venuto per merito mio e delle mie grandi doti da cacciatore vampiro?", domandò.

"Una cosa del genere..."

"Che però non sembrano aver funzionato", rispose Jason alzando un sopracciglio, "Adrian, ti toccherebbe rivedere queste tue grandi doti"

Schioccò la lingua e sorrise al cugino.

Per tutta risposta, vidi Jason ridacchiare.

"Ascoltate, questa è una cosa seria...", bofonchiò Harris, ancora appoggiato alla stufa spenta.

Ci voltammo tutti quanti verso di lui, in attesa di una sua grande idea intuitiva.

"Il suo branco sta venendo qui per uccidere Jake; ma non solo. Dalla comparsa di Andreas a Danville, ora sanno che Adrian non può combatterli. Sanno che siamo troppo pochi per uccidere un branco intero", ci informò.

"E, allora, perché non ci lasciano in pace e basta?", domandò Greta.

"Perché Adrian rimarrebbe comunque una minaccia"

Annuii.

"Io proporrei di iniziare a staccare la testa ad Andreas; successivamente, passerei a Jake", Adrian mi strizzò l'occhio ed io mi alzai in piedi di scatto.

"Adrian, no!", lo minacciai, "a Jake non faremo del male!"

"E cosa vorresti che gli facessimo? Che lo accogliessimo in casa nostra, gli dessimo la camera degli ospiti e aspettassimo che i lupi vengano ad ucciderci mentre ci facciamo una partita a poker?"

Scossi la testa.

"Hai sentito la sua storia, Adrian... non è stata colpa sua. Cercava solo di proteggere la sua famiglia", borbottai a voce bassa.

Scosse la testa.

"E io sto provando a difendere la mia", m'informò.

Grugnì e finì di bere il sangue.

Capii di dover tentare l'ultima carta prima di darmi per vinta.

"Ha detto che uccideranno anche me", sussurrai.

Jason alzò la testa di scatto e Adrian mi fu davanti in pochi secondi.

"Come, scusa?", domandò.

ROSA SELVATICADove le storie prendono vita. Scoprilo ora