CAPITOLO 14

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"Devo parlarti..."

Non appena Jason entrò in casa mia, subito lo fermai, lasciandolo impietrito davanti alla soglia con la porta ancora aperta.

"Chiudi", gl'ordinai in modo gentile.

Fece quanto richiesto e fissò il mio sguardo triste senza riuscire a capire quale segreto nascondessi.

Soltanto il giorno prima avevo fatto una scenata madornale per colpa di Adrian e di una chiamata sbagliata; ora, avrebbe dovuto sopportarmi mentre gli parlavo di ciò che era successo oggi a scuola.

Mi sedetti sul divano con un tonfo e mi coprii con la coperta di lana a quadri rossa e blu.

Aspettai che si sedesse anche lui e, quando lo fece, lo guardai nel suo distacco.

Era dall'altra parte del divano.

Ognuno, appiccicato al bracciolo opposto.

La cosa mi faceva male, dopotutto.

Forse, perché ero abituata ad Adrian e ai suoi modi un tantino diversi.

"Cos'è successo?", domandò lui, squadrandomi ancora con aria interrogativa.

"Ho litigato con Gladys", gli rivelai.

"Gladys...?", domandò lui senza ben capire.

Certo, come poteva saperlo lui?

O, anzi, come poteva ricordarsene?

"La mia migliore amica. Cioè, lo era", tossicchiai e Jason si fece un tantino più vicino.

"Perché mai avreste litigato?", domandò ancora.

Sospirai.

"Perché, da quando conosco il vostro segreto, ho iniziato ad evitare gli umani. Devo sempre dire solo bugie e questo non riesce a farci avere una relazione d'amicizia sincera, capisci? Niente è più come prima da quando siete arrivati voi"

"Preferiresti non averci mai conosciuto?", chiese tristemente.

Sbarrai gli occhi e gli andai più vicino, scattando da sotto la coperta.

Gli toccai un braccio e glielo strinsi con forza.

"Assolutamente no, Jason! Che cosa ti salta in mente?!", domandai senza parole.

Come poteva anche solo pensare ad una cosa simile?

Certo, la mia vita era più difficile; ma avevo conosciuto delle persone splendide e per nulla al mondo sarei voluta tornare indietro e dimenticarmene.

"Chiedevo solamente...", abbassò lo sguardo e, quando lo rialzò, guardò le mie mani appese al suo braccio.

Le rimisi sotto la coperta.

"Hai fatto davvero tutto questo per noi? Ti sei allontana dai tuoi amici per noi vampiri?", domandò scettico.

Sorrisi.

"Certo, che cosa credi? Che sarei andata ad urlare ai quattro venti il vostro segreto?", domandai ridacchiando, un po' dispiaciuta per la sua poca fiducia nei miei confronti; ma, del resto, anch'io avevo pensato a cose cattive sul suo conto. Cose che lui non avrebbe mai fatto in vita sua, "per nulla al mondo io vi tradirei. Voi siete i miei amici e Adrian è il mio ragazzo"

Glielo dissi in modo serio, guardandolo negli occhi.

Rimanemmo per un po' di tempo così, in silenzio; ma, ad un certo punto, Jason sembrò pensare ad altro e distolse il contatto visivo che si era creato.

"Cosa farai ora con lei?", domandò.

"Nulla", scossi la testa, "questo era ciò che sospettavo che un giorno sarebbe accaduto. La nostra amicizia era già dimenticata da un po' e sapevo che, prima o poi, Gladys sarebbe scoppiata. Ed è giusto così. È giusto lasciarla andare", ammisi.

Lui annuì e mi prese le mani tra le sue, gelide come il ghiaccio.

Un brivido di freddo mi percorse la schiena e rimasi paralizzata.

"Non preoccuparti", sussurrò lui, "più andrai avanti e più andrà meglio. È sempre così", sorrise, "e sappi che se Adrian deciderà di tramutarti in vampiro sarà solo peggio perché dovrai allontanare tutti, o quasi"

"È un sacrificio che bisogna fare", sospirai e mi guardai attorno con aria stanca.

"Si, ma è soltanto uno dei pochi sacrifici che dovrai fare. Ti accorgerai presto che, quando sarai vampiro, le cose si metteranno di gran lunga peggio", ridacchiò e mollò le mie mani lasciandomele libere, "guarda me! Sono un disastro!", si svilì.

Sorrisi.

"Non ti preoccupare, disastro. Ci penso io a te", gli feci l'occhiolino, "il tuo unico sacrificio, ora, sarà quello di continuare ad allenarti"

***

Arrivai in classe con l'ansia nel petto.

Che cosa sarebbe successo ora che io e Gladys avevamo litigato?

E se lei mi avesse chiesto scusa?

No, impossibile...

Mi sedetti al mio posto e appoggiai lo zaino a terra con un tonfo, passandomi poi una mano tra i capelli.

Non appena riconobbi i suoi riccioli scuri, mi bloccai con ancora la mano tra i capelli.

Non ce la facevo... avrei almeno voluto chiederle scusa.

Mi sentivo in imbarazzo; così, mi chinai con la testa sotto al banco facendo finta di tirare fuori il portapenne.

I secondi passarono, finché non sentii la sedia di fianco alla mia spostarsi.

Presi un respiro e mi voltai di scatto, alzando la testa.

"Gladys... mi dispiace... io...", buttai fuori i miei pensieri; ma, quando la guardai in faccia, rimasi ammutolita.

SPAZIO AUTRICE

Lidya parla con Jason dei problemi avuti con Gladys; ma cosa succederà quando vorrà chiederle scusa?
Perché si è zittita?

Sopra Jason

Mi dispiace davvero tanto di non aver aggiornato ieri; ma sono rimasta addormentata nel letto con il mio ragazzo e ho dormito da lui.
Come minimo, oggi, almeno due o tre capitoli!! :) <3

ROSA SELVATICADove le storie prendono vita. Scoprilo ora