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Adam si strinse nella giacca rabbrividendo.

«Non lo so, davvero è tutto così confuso.»

Damiano lo guardò con la coda dell'occhio.

«Cosa intendi?»

Lui sospirò.

«Sai, stando con una persona crei dei ricordi con lei, ed in un certo senso ti crei anche una sua figura nella tua mente, cioè...» fece una smorfia «tu la vedi così, ne sei innamorato, fatichi a vederne i difetti, dai più peso ai pregi e automaticamente con tutto questo relazionarti con essa nella tua testa ti vedi accanto a lei nella vita, come se non esistesse altro posto al mondo dove dovresti essere.»

Damiano si fermò a guardarlo per qualche istante e Adam sorrise.

«Sì lo so è un ragionamento un po' contorto.»

«Non ho detto che è contorto, è solo che non capisco dove vuoi andare a parare con questo ragionamento.»

Adam fece una smorfia mettendosi le mani in tasca.

«Tutto questo è per dire che quando cambia il modo di guardare una persona anche la prospettiva in cui ci piazzamo nei suoi confronti muta e subentra la confusione.»

«Adam quanto hai bevuto?»

Lui sospirò avvilito.

«Stando accanto a lei, in un certo senso mi era chiaro quale fosse il mio posto, ma vedendole un altro accanto, mi confonde, mi fa sentire uno qualunque.»

Damiano guardò la strada vuota che si stendeva davanti a loro e non disse una parola.

Adam si sedette sul ciglio della strada e guardò il vuoto come se aspettasse un qualsiasi segno del destino.

Damiano gli si sedette accanto appoggiando la bottiglia di vetro verde sul cemento gelido.

«Per come la vedo io, nella vita si lotta.»

Adam sospirò appoggiandosi con il gomito sulle proprie ginocchia.

«Hai sbagliato, hai lasciato tutto così, senza un motivo apparente e io credo che tu l'abbia fatto per provare di nuovo il brivido di lottare, di meritare di starle accanto.»

Adam serrò le labbra in una linea dura.

"La verità è che non so nemmeno io perché ho deciso di andarmene."

«Sei abituato a combattere e probabilmente nel tuo cervello bacato quella routine ti stava infettando e hai cercato di trovare un modo, la verità è solo quella, tu l'ami, ma per come sei fatto hai bisogno di combattere per tutto, è come se non sentissi di meritarti le cose se non combatti per averle.» continuò l'amico.

Adam rimase a fissare le proprie scarpe con un indescrivibile agonia in gola che lo opprimeva.

«Non c'è bisogno che sia io a dirti che è lei che vuoi nella vita, ora è il vero momento per tirare fuori le armi, perché puoi rischiare di perdere questa volta.»

A quel pensiero lui trasalì.

«Dai, andiamo a berne una, tanto per questa notte non si fa nulla.» disse Damiano dandogli uno strattone giocoso.




Sharon aprì gli occhi assonnata, si guardò attorno frastornata non riuscendo a distinguere cosa fosse quel rumore che le rimbombava nella testa.

Si mise a sedere sul letto e si guardò attorno, la luce era fioca fuori.

Guardò la porta diffidente.

Qualcuno stava bussando.

Lanciò un'occhiata perplessa ad Alessio che dormiva con un braccio a penzoloni fuori dal letto.

Sei il mio abbraccio, quello che mi protegge dalle fauci del mondo. [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora