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Sharon aprì la porta dell'appartamento.

«Oh, madonna che caldo che fa qui.» disse togliendosi i jeans.

Lui la guardò atterrito sulla porta.

«Che c'è? Non entri?»

Lui le guardò le gambe con espressione persa.

«No, è che penso che sia meglio che vada a casa.» disse indicando scosso la porta aperta dietro di lui.

«Ma va piantala.» disse lei chiudendo la porta.

Si diresse verso la stanza per poi uscirne con indosso i pantaloni del pigiama.

Lui la guardò atterrito e immobile.

«Che fai? Perchè stai fermo lì come una statua?»

Lui la guardò con i suoi occhi verdi senza proferire parola.

«Vuoi qualcosa da bere? Acqua? Sprite? Coca-cola?»

Si girò dalla porta del frigo.

«Ma almeno respiri?»

Lo fissò divertita, mentre sventolava la mano per attirare la sua attenzione.

«Cameron!» urlò e lui sobbalzò.

Lei scoppiò in una risata.

«Ma sei pazza?!»

«Coca-cola?»

Lui annuì non troppo convinto e si sedette sul divano.

Lei gli porse la lattina sedendosi sul tavolino proprio davanti a lui.

«Ti vedo turbato.»

«No, è che ti ho detto come la penso.»

Lei si strinse nelle spalle.

«Anche io.»

Fece tintinnare la lattina contro la sua.

«Salute.»

Lui affondò lo sguardo nell'azzurro dei suoi occhi.

Non avevano mai avuto un momento così intimo, a parte quel pomeriggio sul motoscafo, ma alla luce del sole tutto era diverso, invece con l'alcool nelle vene e il buio tutto prendeva un'angolazione diversa.

Si morse il labbro nervoso.

Era vero, non voleva costruire una storia con lei per poi vederla tornare dall'altra parte del mondo e lasciarlo; ma un'amicizia come la intedeva lei, lo avrebbe compromesso comunque.

Si sentiva confuso a tal proposito.

Lei gli sorrise.

«Cosa stai pensando?»

Lui sospirò.

«Sinceramente?»

Lei annuì bevendo un sorso dalla lattina.

«Che sono combattuto.»

«In che senso?»

«Lascia perdere è lungo da spiegare.» le disse evitando di guardarla negli occhi.

«Ho tutto il tempo.» disse lei accomodandosi sul divano vicino lui.
«E se non ricordo male, tu domani non lavori.»

Lui la guardò perplesso.

«Forza, sono tutta orecchie, voglio sapere cosa ti frulla nella testa.»

Gli prese la mano.

«Per favore.»

Sei il mio abbraccio, quello che mi protegge dalle fauci del mondo. [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora