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Sharon stringeva la mano di Melissa, nervosa.

"Ma quando arriva Kevin?"

Proprio in quell'esatto istante la porta si aprì e vide comparire Ginevra trafelata.

«Kevin sta arrivando.»

Guardò la figlia preoccupata.

«Come ti senti tesoro?»

«Sto malissimo, le contrazioni fanno un male cane, vorrei morire!»

Sharon lasciò la mano di Melissa, si sentiva di troppo in quell'attimo.

«Io esco.»

Ginevra prima che uscisse la abbracciò.

«Grazie cara.»

Sharon sorrise flebilmente.

In quell'attimo più che mai, si sentiva un' estranea, non faceva altro che pensare se lui fosse arrivato, come avrebbe reagito il suo cuore a trovarselo davanti.

Dopo quello che era successo fra loro come avrebbe dovuto comportarsi?

Come avrebbe potuto fare finta di nulla?

Percorse il lungo corridoio che portava alla sala d'aspetto.

L'odore di ospedale peggiorava di gran lunga la sua nausea.

"E se lui fosse fuori nella sala d'aspetto?"

Varcò l'enorme porta scorrevole e con un enorme sollievo misto a delusione capì che lui non c'era.

Trovò gli occhi di Francesco che la studiavano curiosi.

Abbozzò un sorriso all'uomo.

«Tutto bene?»

Lei guardò Lorenzo seduto accanto a lui e annuì.

«C'è Ginevra con lei ora.»

Tutti e tre guardarono Kevin correre attraversando a gran velocità la porta con un borsone fra le mani.

Sharon abbozzò un sorriso vedendo quel borsone, lei ed Elizabeth avevano aiutato Melissa a prepararlo.

Venne travolta da un immenso dolore al cuore.

In quei momenti, prima del matrimonio c'era ancora la speranza che lui cambiasse idea.

Fece una smorfia scoprendosi a pensare a lui, ogni cosa la portava lì con il pensiero.

Tutto la portava a quella grande amarezza che le attanagliava il cuore.

"In fin dei conti, cosa mi logoro a fare? È colpa mia se sono qui a provare questo dolore impossibile da combattere."

Vide Ginevra uscire dalla porta con un sorriso nervoso, il marito si alzò e l'abbracciò amorevolmente.

«Ragazzi vi posso offrire un caffè?»

Sharon annuì suo malgrado non voleva essere scortese, ma più rimaneva lì, più aumentava il rischio di incontrarlo.

Sentì un tuffo al cuore udendo l'ascensore aprirsi in lontananza, ma si tranquillizzò vedendo Federico comparire dal corridoio.

L'amico le sorrise.

«Ciao Sharon.»

«Ciao Fe.»

«Lorenzo.»

Lorenzo fece un cenno del capo poi Federico guardò i propri genitori.

«Si sa qualcosa?»

Sei il mio abbraccio, quello che mi protegge dalle fauci del mondo. [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora