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Sharon assaporò quella sensazione di solitudine, finalmente era sola, era stanca di dover sorridere e mostrarsi al pieno delle forze per togliere un po' di preoccupazione ai suoi e ad Alessio.

Le avevano detto che sarebbero tornati in serata, dopo aver fatto una doccia e un pisolino.

Il gesso al busto le comprimeva il petto e il braccio era intorpidito.

Si sentiva indolenzita e frastornata.

D'un tratto sentì la porta aprirsi.

"Ancora gli infermieri." sbuffò mentalmente e invece rimase shockata nel vedere Adam sulla porta con i suoi occhi grigi.

Sembrava di vedere un cencio tanto era pallido e sbattuto.
Lui rimase a guardarla in silenzio con gli occhi persi.
Lo vide aprire la bocca ma non uscirne nessuna parola.

Ogni parola gli sembrava inutile e inetta.

«Scusa.» fece una smorfia di dolore «Scusami, ti prego.»

Lei lo fissava incredula, era reale? Era talmente pallido che avrebbe potuto essere un fantasma.
Si reggeva alla maniglia della porta come per farsi forza.

«Ti prego, perdonami.» le disse quasi trasalendo per il groppo in gola.

Lei lo guardò confusa, poi lo vide muovere qualche passo verso il letto, come una figura eterea.

«Io... » fece una pausa «Mi sento così in colpa.»

Lo vide sfiorare la sua mano e solo a quel tocco capì che lui era reale.

E con quel tocco tutto rimase appeso tra passato e presente.

Tutta la sofferenza, tutti i giorni di agonia passati, le brutte sensazioni e tutte le lacrime.

«Ti prego, dimmi qualcosa, ho bisogno di sentire la tua voce.»

In verità lei non sapeva cosa dirgli.

La sua mente era un groviglio di pensieri e sentimenti attanagliati dall'angoscia di non poter fare nessun movimento.

«Ti prego.» la supplicò con voce sofferente.

«Cosa ci fai qui?» e solo dopo averle pronunciate si accorse che quelle parole erano uscite più velenose di quanto volesse.

Lui sorrise sentendo la sua voce finalmente.

«Volevo parlarti.»

«Di cosa?» chiese risentita.

Lui le abbozzò un sorriso dolce.

«La mia piccola peste.»

Sentendo quelle parole il cuore di lei si sgretolò e si gonfiò di tristezza.

«Ti prego perdonami, ho sbagliato tutto.»

Lei voltò lo sguardo per non guardarlo negli occhi.

Tutti i ricordi fra loro sovrastavano in quel mare di emozioni contrastanti.

Adam sospirò.

«La verità è che mi manchi, mi manchi davvero.»

Strinse gli occhi a quelle parole sentendo una fitta al cuore non voleva quella sensazione, non voleva tutti quei ricordi, non voleva quella parte di se stessa che gli apparteneva.

Avrebbe tanto voluto riconsegnargli tutto, i ricordi, le sensazioni, le frasi, le risate e come ciliegina ci avrebbe volentieri messo tutte le lacrime, in modo che lui avesse potuto vederle tutte.

Sei il mio abbraccio, quello che mi protegge dalle fauci del mondo. [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora