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E questo è il penultimo.
Che magone.

~

Sharon ridacchiava con un gomito appoggiata al bancone, ma d'un tratto si sentì prendere il polso destro.

Sentì una scossa adrenalinica percorrerle il braccio.

Si girò per guardare a chi appartenesse quella morsa e incontrò i suoi occhi.

Quegl'occhi.

«Devo parlarti.» le disse a denti stretti, pronunciando quelle parole come una minaccia vellutata.

Sembrava che quelle parole gli costassero una fatica immane.

Lei lo guardò confusa, che ci faceva lui lì?

«Con me?» chiese boccheggiando, quegli occhi la turbavano e mai avrebbe pensato di trovarseli ancora davanti.

«Sì e adesso anche.» la sua voce era carica d'urgenza.

Lei abbassò lo sguardo sul proprio polso stretto dalla sua mano poi si girò verso Tamara.

«Scusami un attimo.»

La ragazza le rivolse un sorriso.

«Non ti preoccupare.»

Scese dallo sgabello sempre stretta in quella morsa.

«Cosa devi dirmi?»

Lui guardò inquieto i suoi occhi azzurri.

«Non qui.»

«E dov...» non riuscì nemmeno a finire la frase che lui la stava già trascinando con sè.

"Che modi."

Si fermò e lei lo guardò negli occhi aveva lo sguardo cupo.

«C'è qualcosa che non va?» chiese risentita togliendo il braccio dalla sua morsa.

Lui non rispose limitandosi a guardarla negli occhi.

Ma cosa aveva?

Perchè stava in silenzio?

Qualche istante dopo si sentì sbattere contro il muro.

Rimase totalmente spiazzata da quel gesto.

Lui le mise le mani sotto le natiche sollevandola contro la parete e la baciò.

Sentì il proprio cuore duro sgretolarsi a quel contatto.

Tutta la grande maschera d'indifferenza costruita era caduta, la voleva doveva essere sua, ora.

Lei tentò di riprendere fiato, ma le labbra di lui glielo impedirono.

Con il bacino la inchiodò al muro e con l'altra mano le circondò la nuca reclamando le sue labbra.

Il cuore di lei arrancava.

Era confusa, non capiva il motivo di quel gesto.

Le sbottonò appena la camicetta con le labbra socchiuse e gli occhi persi.

La bramava.

La sollevò contro il muro e disegnò con un dito il contorno del suo collo posandoci poi sopra le labbra.

Fece una smorfia di apprezzamento sentendo le autoreggenti che finivano poco sotto la natica.

La guardò negli occhi e sorrise vedendola con le labbra semi-aperte e il respiro spezzato.

Sì, la sentiva anche lei l'alchimia.

Le sollevò le braccia sopra la testa e la baciò bramoso.

Sei il mio abbraccio, quello che mi protegge dalle fauci del mondo. [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora