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Sharon si stropicciò gli occhi, aveva un mal di testa assurdo.

Fece una smorfia, sì, aveva decisamente bevuto troppo la sera prima.

Guardò l'orologio con una smorfia, aveva dormito a malapena cinque ore.

Si alzò dal letto svogliatamente e scese la scala pigramente.

«Buongiorno tesoro.» la salutò la madre.

Emile la guardò con aria grave per il suo stato.

«Hai bevuto ieri?»

Sharon fece una smorfia alle parole ostili del padre e passò lo sguardo su suo fratello che si stava impiastricciando con un Plasmon.

«Un po'.» ammise sedendosi.

Emile scosse la testa.

La madre le sorrise porgendole la tazza con i cereali.

«Questa storia non mi piace nemmeno un po', non mi piace che tu beva, hai troppi ragazzi che ti ronzano attorno.»

Sharon fece roteare gli occhi.

«Non ti ci mettere anche tu papà!» sbuffò stizzita.

Emile la guardò confuso.

«Diciamo che tra le righe mi ha fatto lo stesso discorso Federico ieri sera.»

Il padre non riuscì a soffocare un sorriso e Sharon scosse la testa esasperata guardando la propria tazza di cereali.

Faceva colazione senza troppa enfasi quando sentì quel suono impertinente andarle al cervello.

Laura guardò la porta confusa.

«Puoi andare tu?» chiese al marito.

Sharon cercava di riprendersi dalla scampenellata impertinente che le aveva assediato il cervello.

Emile si alzò dalla sedia per andare ad aprire la porta e aprendola si trovò con suo enorme stupore Alessio davanti.

Sharon si portò la mano alla bocca e guardò sua madre terrorizzata.

«Me ne sono totalmente dimenticata!»

Adam rise vedendo la sorella fare quella smorfia e Sharon lo guardò dolcemente.

«No, non è la stessa smorfia di quando giochiamo.»

Laura arruffò i capelli al bambino stampandogli un bacio sulla guancia.

«Bleah, Adam hai Plasmon ovunque.» disse Laura alzandosi e pulendosi le labbra.

Il cuore di Sharon finì nello stomaco vedendo Alessio sotto l'arco della cucina che fissava suo fratello con un sorriso.

Il suo cuore si sgretolò vedendo quel sorriso.

Quel dannato sorriso.

«Ciao Ale.» lo salutò Laura.

«È proprio cresciuto.» disse lui.

Laura gli sorrise.

«Sì.»

Sharon lo guardò chinarsi sul bambino e il suo cuore ebbe un fremito.

«Ciao personcina.» gli disse con un sorriso dolce.

Il piccolo gli porse il biscotto mezzo mangiato.

«No, grazie mangialo pure tu.» gli disse divertito.

Sharon lo guardò con il cuore gonfio di tristezza.

"Allora lo ha ancora un cuore, solo non lo ha più nei miei confronti."

Sei il mio abbraccio, quello che mi protegge dalle fauci del mondo. [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora